Dopo ogni partita di rugby è usanza secolare prender parte al cosiddetto “terzo tempo” ossia quel momento post-partita in cui le due squadre avversarie, una volta fuori dal campo da gioco, si riuniscono fraternamente e tutti insieme brindano, mangiano e cantano in allegria. Non importa se fino a qualche minuto prima se le suonavano di santa ragione. Allo scadere del tempo è già tutto dimenticato.
Dopo ogni talk show televisivo è invece usanza recente prender parte a un “terzo tempo politico”. Gli oratori apparentemente in contrapposizione fra loro si preoccupano di insultarsi a vicenda, di infamarsi e di attaccare personalmente il proprio interlocutore in modi così volgari da far impallidire Sgarbi. Tutto ciò fino ai titoli di coda. Una volta spente le telecamere i due sudati urlatori si stringono la mano, scambiandosi sorrisi e pacche sulle spalle, quasi a complimentarsi reciprocamente della credibilità mostrata in scena. Un duetto teatrale di sicuro impatto.
Forse non era più giusto così ma almeno era sincero.
Oggi invece il panorama sociale e politico si appiattisce sempre di più, assume forme surreali e contorte, tanto da confondere e confondersi nel solido nulla. L’operaio cassintegrato è perplesso. Guarda a destra e a sinistra ma non vede mai giungere il suo momento per attraversare la strada. Non sa più di chi fidarsi e nella disperazione in cui versa vorrebbe menarli tutti. In collegamento dal tetto della sua fabbrica, occupata da giorni, quasi in lacrime si spella le mani applaudendo il sindacalista seduto in studio che urla belle parole un po’ retrò, minaccia scioperi e rivendica diritti per tutti i lavoratori. Chissà se anche lui parteciperà al terzo tempo più tardi.
L’inganno è palese. Le larghe intese vestono comunque strette a chi non ne fa parte e quindi la situazione non cambia. Resta ancora uguale. Resta uguale. Uguale.
Davvero ti interessa scegliere personalmente i tuoi rappresentanti? Fidati di noi, macellai di porcellum, abbiamo pronto un listino scintillante fatto di nomi di prim’ordine, professionisti della politica insomma. Ti basta solo una crocetta sul disegnino giusto. Ecco, appunto. Tutto uguale.
La voce del cittadino in disaccordo resta inascoltata poiché ormai perfino il Nazareno sconfitto, dall’alto della sua croce, guarda rassegnato i due ladroni allontanarsi a braccetto, diretti verso l’ennesima partita di rugby nel vicino studio televisivo.
Mariano Paciello
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