Il libro universitario (detto anche libro “da banco” o libro scolastico) avrà un formato grande, il testo disposto in modo tale da lasciare margini sui lati e sulla parte inferiore per fare spazio ai commenti;
il libro umanistico (detto anche “da bisaccia” per la sua portabilità) di formato più piccolo;
infine il libro popolare ( detto ance “da mano”) di piccole dimensioni, cartaceo, di basso costo, di poca o nessuna eleganza, destinato ai ceti popolari, che risponda ad interessi pratici e che poteva contenere opere di ogni genere: religiose o letture d’intrattenimento. Poco dopo la metà del Quattrocento, con l’invenzione della stampa, le strutture del libro manoscritto verranno riportate nei libri a stampa, con la differenza che il manoscritto risultava essere un Unicum, mentre ogni esemplare a stampa risulta approssimativamente uguale a tutti gli altri. Dagli incunamboli alle cinquecentine, caratteristica di questi libri è una maggiore manegevolezza, e sfogliabilità.
La sempre maggiore ricerca di una praticità, nel corso degli anni, ha portato ormai a una smaterializzazione del libro. Il digitale ha prodotto una nuova forma libro, dal formato PDF all’Epub, i libri da cartacei diventano touch. Niente carta, niente scritture da studiare per i filologi, si usa ormai una scrittura digitale, e un inchiostro elettronico, l’e-ink.Ormai nelle nostre librerie è comparso l’eBook Reader, più sottile di un libro, più leggero, più maneggevole, ma soprattutto “ti permette di portare sempre con te la tua libreria intera”. Il pubblico dei lettori appassionati si divide, ormai da anni, in un dibattito che non avrà fine, tra sostenitori e detrattori delle nuove frontiere nel panorama editoriale.
Ancora un’altra idea è stata presentata, questa volta nata da tre italiani, l’editore milanese Alessandro Curioni, l’architetto e design Giulio Ceppi, e il fotografo milanese Giovanni Gastel.
Un’ idea rivoluzionaria, un connubio tra innovazione e restauro della forma Volumen e dell’Unicum che gli antichi manoscritti rappresentavano.
Se in un primo momento l’idea non è assurda, allora non c’è nessuna speranza che si realizzi (Albert Einstein)
Anna Chiara Stellato
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