La posta del cuore

Caro dottor .G, posso darle del tu, vero? Ormai è una sicurezza per tutti i cuori spezzati. La sentiamo sempre più vicino al nostro cuore.
Vado subito al dunque: sono vittima di un’ingiustizia. Il padre del mio amore non mi può vedere, dice che sono uno scansafatiche buonoanulla e che posso, al massimo, fare il pescivendolo per quanto urlo al balcone della figlia.

Caro dottore la nostra è una vera storia d’amore: ci siamo conosciuti a un prediciottesimo e ci siamo subito innamorati. La sera stessa, dopo il festino, le ho dedicato una serenata, mettendo a palla lo stereo della mia macchina 50.

“i senze e te nun pozzu sta perché tu m’appartiene, pecché me piac tu”

è diventata la nostra canzone. Senza di lei non posso vivere, non faccio altro che dedicarle poesie:

Il tuo balconcino è l’oriente e io sono il sole. Sorgi mio astro e innonda l’inviosa luna che già langue rossa di desiderio.

Lo so, sono un romanticone.
Abbiamo già fatto delle pazzie insieme, e non so cos’altro saremo in grado di fare.
Ormai la nostra storia è già intima: le ho fatto bere il mio liquido ampolloso; crede che resterà incinta?

 Romeo.

Risposta:

Che esagerazione!
Che sarà mai un po’ di opposizione da parte dei genitori. Questi giovani d’oggi, sempre a pensare di essere unici. Ne ho viste tante di situazioni così: non siete i primi e non sarete gli ultimi.

Insomma, non se la prenda così tanto. So’ sciocchezze e cafè!

Già vi vedo a credervi innamorati e minacciare il suicidio, così da poter vivere in eterno il vostro amore. Amore! ma che ne sapete voi dell’amore. Due giovani sbarbatelli che si struggono per qualcosa che non conoscono. Ma dove andremo a finire?

Non ne fate una tragedia.

Vai a parlare con il padre di Giuletta e dimostragli che sei un bravo giovine, che lavora, e che può garantire un futuro sereno alla sua povera figliola.

Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo? Non era meglio che questa lettera la scrivesse Giuletta?
Prova a parlare con lei, magari non ti si incula di striscio.