Weird, Pulp, Underground: welcome to the Midnight Movies

Vi ricordate com’era bello incontrarsi tutti al cinema a mezzanotte per farsi due risate davanti a quei film così trasgressivi, così stravaganti? Probabilmente no, a meno che voi non abbiate all’incirca sessant’anni e non abbiate vissuto in America negli anni Settanta: perché i film di mezzanotte nascono proprio lì.

Freaks (1932)

Come ogni fenomeno degno di nota che si rispetti, è difficile fissarne l’inizio e la fine (soprattutto l’inizio) con matematica precisione, e ogni volta che li rinchiudi nella cornice compresa tra due date poi va a finire che ci stanno stretti. Potreste leggere in giro che i film della mezzanotte furono (anche) quelli trasmessi in televisione a partire dagli anni Cinquanta, e sarebbe vero, o magari qualcuno vi dirà che il capostipite di questi film fu Freaks di Tod Browning, uscito nientepopodimeno che nel 1932, e avrebbe comunque ragione; soltanto che qui parliamo di cinema, e non di tv, e lo stesso Freaks fu massicciamente riproposto con rinnovato successo quattro decenni più tardi. Gli anni Settanta, furono quelli l’epoca d’oro dei midnight movies. E anche stavolta, come per ogni altro fenomeno, un motivo c’è. Il mondo intero stava entrando in una nuova era portandosi dietro la faticosa eredità del decennio precedente, con quel Sessantotto che era stato causa di ribaltamenti non sempre sereni, e che rappresenta uno degli anni più turbolenti della recente storia americana: l’assassinio di Robert Kennedy e di Martin Luther King, la “ribellione” hippy e il malcontento per la guerra del Vietnam ancora in corso non passarono senza lasciare un segno sulla cultura del tempo, che come al solito trova una delle sue espressioni più immediate nel grande schermo. Anche se in verità era piuttosto una controcultura quella che permeava i film della mezzanotte che restavano fuori dal circuito mainstream; il nome stesso, film della mezzanotte, suggeriva qualcosa di proibito, perché andare al cinema doveva esprimere un desiderio di sfida e di trasgressione.

El Topo (1970)

Si può dire che gli storici del cinema siano concordi nel ritenere che a dare l’avvio al movimento fu El Topo di Alejandro Jodorowsky, capolavoro surrealista messicano prodotto nel 1970, e che il padrino di questi film fu Ben Barenholtz, proprietario dell’Elgin Theater di New York. Il signor Barenholtz, da visionario cinefilo qual era, comprese che alcune pellicole possedevano un potenziale che soltanto la tarda ora notturna poteva svelare appieno, e il pubblico gli diede ragione. Non una, non due, ma centinaia e centinaia di volte. In molti dichiararono di essere tornati al cinema tante di quelle volte che neanche si contavano più, per rivedere sempre lo stesso film, e ritrovarsi assieme agli altri aficionados a fumare erba in sala e ridere a crepapelle, coprirsi gli occhi inorriditi e vomitare per il disgusto. Quando in America approdò The Rocky Horror Picture Show, i fan si incontravano puntualmente nel weekend alle proiezioni notturne, vestiti come i personaggi del film, cantandone le canzoni, anticipandone le battute: i midnight movies ormai pretendevano che il pubblico collaborasse alla messa in scena della storia anche in sala. A quel punto era chiaro a tutti che cosa ci si aspettava da un film del genere: doveva essere socialmente oltraggioso, scioccante, addirittura spaventoso ma pur sempre divertente. Doveva essere folle, abbattere le barriere di ciò che era convenzionalmente accettabile in un film e traumatizzare i benpensanti. Fenicotteri rosa (1972) mostrava una donna (nei fatti interpretata da un uomo) che lottava con le unghie e coi denti per guadagnarsi il titolo di “persona più disgustosa del mondo”, con tanto di incesto, assassinii e reale coprofagia. La notte dei morti viventi, uscito nel 1968, veniva riproiettato proprio in quegli anni mostrando con nitida evidenza quanto espliciti fossero i riferimenti politici alla guerra del Vietnam e all’omicidio del dottor King. E poi c’era stato il già citato El Topo, un film in cui elementi occidentali e cristiani si scontrano con altri orientali e buddisti, che abbonda di uomini deformi ed esseri mostruosi, di strani ritualismi e di efferatezze troppo macabre persino per uno spettatore odierno, e che ciononostante fu ammirato anche da Peter Fonda e Dennis Hopper, John Lennon e Yoko Ono.

È curioso constatare che i film della mezzanotte procedevano controcorrente in più di un senso, innanzitutto perché era la distribuzione limitata, paradossalmente, a decretarne il successo, con proiezioni nei cinema situati nei quartieri universitari, in poche città come Baltimora e San Francisco, mentre la diffusione delle pellicole sul territorio nazionale talvolta serviva proprio a sancirne il declino; ma soprattutto perché la critica cinematografica non contribuì affatto alla diffusione del fenomeno e alla consacrazione dei film come cult movies. Questo, semmai, fu un ruolo che spettò al pubblico, che sera dopo sera ritornava sempre più numeroso per assistere a quegli insoliti spettacoli di mezzanotte, costringendo ogni volta la critica a fare marcia indietro e rivedere le sue posizioni. Non fosse stato per il passaparola, probabilmente di questi film oggi non sentiremmo neanche più parlare.

Fenicotteri rosa (1972)

Che cosa ci è rimasto di questi midnight movies come Fenicotteri rosa, The Harder They Come, Eraserhead e altri ancora? Poiché in ogni Storia, anche quella del Cinema, tutto si tiene insieme, è lecito pensare che qualcosa sia rimasto di quei film e di quel decennio. Quel che ci hanno lasciato è l’irriverenza scandalosa che invita al riso gli adolescenti e fa inorridire le nostre mamme, è la goliardia sempre più spudorata dei protagonisti della commedia americana, da Animal House a Scary Movie passando per Una notte da leoni. Se il Jim di American Pie può praticare dell’autoerotismo con una torta di mele e Cameron Diaz può tenersi il ciuffo ben sollevato con un gel tutto al naturale in Tutti pazzi per Mary, è perché il figlio di Divine che fa sesso con un pollo in Fenicotteri rosa o El Topo che copula con una nana davanti a una folla di spettatori ubriachi avevano già provveduto a cambiare le carte in tavola anni addietro. La rivoluzione della morale era passata prima di là. Rivoluzione di cui ormai non percepiamo neanche più il senso, tanto che si è abusato del cattivo gusto, al punto che oggi il film più anticonformista sarebbe quello in cui non si pronuncia una sola parolaccia.

I film della mezzanotte proiettati in altri orari si rivelarono un fiasco, le sale iniziarono a chiudere e la gente cominciò a comprare le videocassette per guardarle comodamente a casa. Oggi è rimasto l’uso di proiettare alla mezzanotte del giorno di uscita un blockbuster annunciato, del calibro di Twilight e Il Signore degli Anelli, e nulla più. Forse verrà il giorno in cui il cinema non sarà più soltanto evasione, ma anche trasgressione, e le commedie oscene e scostumate verranno riproposte in tarda sera, e allora ci ritroveremo tutti davanti al grande schermo per ridere o scandalizzarci, come quando i film erano fieramente e volutamente di dubbia qualità, weird, pulp e underground.

Andrea Vitale

Eraserhead – La mente che cancella (1977)

Napoletano di nascita, correva l'anno 1990. Studia discipline umanistiche e poi inizia a lavorare nel cinema. Nel frattempo scrive, scrive, scrive sempre. Ama la musica e la nobile arte delle serie tv, ma il cinema è la sua prima passione. Qualunque cosa verrà in futuro, non abbandonerà la penna. Meglio se ci sia anche un film di mezzo.

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