Barbari, avventurieri, cowboy, marinai e leggi di mercato
Se si parla di Robert E. Howard, il primo collegamento che passa per la mente è Conan, il barbaro interpretato da Arnold Schwartzenegger prima e Jason Momoa poi. Segue Solomon Kane, anche lui reso sul grande schermo da non molto, e i fan saranno a conoscenza anche del film Kull il Conquistatore interpretato da Kevin Sorbo, meglio noto per Hercules. E già qui le leggi di mercato cominciano a fare capolino, in quanto questo film doveva essere il terzo Conan, ma la grande esplosione di B-movies con protagonisti barbari convinse Schwartzenegger a considerare altri progetti.
Ma andiamo con ordine. Perché anche per comprendere quello che è successo con questo ultimo film, c’è da capire come è nato questo mito, attraverso i suoi molti personaggi.
Robert Howard è vissuto in Texas, nato da una famiglia di origini irlandesi. Nella sua vita ha fatto tanti lavori, ma pochi sono stati duraturi. Tuttavia, è riuscito già molto giovane a ottenere una prima pubblicazione nei pulps, riviste di letteratura popolare diffuse nell’America del primo novecento. Tra queste, una delle più famose era Weird Tales, di cui Howard, nei suoi trent’anni di vita divenne uno dei pilastri insieme a H.P. Lovecraft. Proprio il personaggio di Solomon Kane è alla base della corrispondenza e amicizia tra i due autori.
È interessante notare come il primo racconto pubblicato, Lancia e Zanna sia una fantasia ambientata nella preistoria, e lo stesso avventuriero puritano Solomon Kane abbia un’ambientazione storica, anche se non priva di elementi fantastici; perché la storia era una grande passione dell’autore texano, alla base di lavori come L’ombra dell’Avvoltoio, in cui i personaggi howardiani, Gottfried von Kalmbach e Sonya di Rogantino, detta la Rossa, – alla base del personaggio fumettistico Red Sonja e di un altro film sui barbari con Schwartzy, conosciuto in Italia come Yado – si muovono durante l’assedio ottomano a Vienna del 1529; ma vi sono tanti altri personaggi storici, il capo celtico Cormac MacArt; Cormac Fitzgeoffrey, il crociato; Agnes de Chasstillon detta la Nera, donna di spada del 1600; il pirata Terence Vulmea; e Francis Xavier Gordon, avventuriero texano in oriente, contemporaneo dell’autore.
Un lavoro storico, però, per essere fatto bene richiede una base di documentazione. Forse anche per questo Howard preferì lavorare di più con personaggi come Conan, dove poteva esplorare un nuovo mondo in piena libertà, alla base della creazione del genere dello Sword and Sorcery. Conan non fu il primo barbaro creato dal suo autore, né l’unico su cui ha lavorato. Impossibile non parlare qui di Re Kull, considerato da molti banco di prova per il successivo e più famoso personaggio.
A mio avviso, Kull è il Conan non-commerciale, molto più vicino alle idee del suo autore, che si muove in una realtà più distopica; spesso i suoi nemici non sono gli stregoni cattivi ma uomini come lui che non disdegnano di usare poteri arcani contro quel re straniero nelle loro terre, per prendere il suo posto; è un tipo di nemico più realisticamente possibile e meno associabile all’idea di malvagità astratta dei successivi stregoni, demoni e creature varie che il secondo barbaro trova sulla sua strada. Inoltre, Kull è molto più soggetto a farsi dominare dalle sue passioni e dai suoi istinti, sbaglia molto di più del suo “successore” Conan; quest’ultimo diventa rispetto all’altro una sorta di superuomo, fisicamente forte e astuto quando serve.
Anche qui, le cause potrebbero essere le leggi di mercato: Kull è stato abbandonato, e metà delle sue storie saranno pubblicate postume. Ma anche perché Conan si trova a esser scritto durante gli anni ‘30, periodo in cui l’America affronta una grande crisi economica; per stessa affermazione dell’autore, durante quel periodo l’interesse è piuttosto vendere le storie, cosa che porta alla ciclicità delle trame. E il fatto che le storie venissero pubblicate a episodi, sulle riviste, rende questo schema più fruibile rispetto a una raccolta: il lettore anzi si aspettava di rileggere del suo personaggio preferito secondo uno schema che già conosceva e apprezzava. Nel caso specifico di Conan, l’ordine non cronologico delle storie, poi permetteva almeno un po’ di stupore.
Lasciando da parte un attimo gli amici barbari, un personaggio simile è“la gioventù del mondo incarnata: credulone, allegro, impetuoso, generoso, crudele e arrogante”. Questa definizione si trova in una delle storie di Al Borak, in cui emerge anche la passione per gli intrighi e le meccaniche politiche del primo ‘900. L’americano si trova spesso a doversi confrontare con gli occidentali che si muovono nel suo “oriente” che siano anche loro avventurieri, o agenti del servizi segreti.
Il ritorno della parola passione non è casuale: Howard è sì uno scrittore che lavora per vendere le sue storie, ma non sarebbe riuscito a colpire il pubblico, con storie fiacche. Ed è per questo che molto spesso sono le stesse passioni dell’autore a essere trattate nelle storie; un’altra che spicca è il pugilato. Il personaggio più serializzato dopo Conan, é il marinaio Steve Costigan, o anche Dennis Dorgan (notare i nomi irlandesi).
Marinaio su un mercantile, Costigan si trova spesso in avventure sgangherate che terminano in una scazzottata. Venduto in un primo momento ad altri pulps che trattavano storie d’avventura e di combattimento, quando anche la dirigenza Weird Tales apre una rivista del genere, Magic Carpet Magazine, Howard gli manda le storie che non aveva venduto alle altre riviste. L’editore chiede all’autore di cambiare il nome del personaggio, anche perché una storia di Howard già figurava nella scaletta. Una raccolta degli anni settanta, poi riunirà diverse storie del personaggio col secondo nome, creando la confusione tra i due. Ma come anche nel caso di un altro Steve, è impossibile non riconoscere il personaggio e i suoi modi di fare bruschi ma sinceri, la sua parlata sgrammaticata, e il suo caratteraccio.
L’altro Steve pure ha subito un simile destino, ovvero la doppia pubblicazione su uno stesso numero, e quindi i due nomi diversi. Il caso qui è leggermente diverso, in quanto sono due storie dello stesso personaggio ad esser pubblicate nello stesso numero della rivista che quindi è contemporaneamente Brock Rollins e Steve Harrison, detective all’americana, cioè improntato all’azione piuttosto che alla riflessione, principalmente contro faccendieri orientali.
Inoltre si trova un secondo Steve Costigan, che invece deve confrontarsi con uno strano figuro nella storia Faccia di Teschio. Il riutilizzo di nomi è un’altra caratteristica di Howard, che rende confusi ancora di più i personaggi e le storie. In questo caso è soltanto omonimia, in quanto a differenza del precedente, il personaggio si muove in un contesto horror.
Anche storie horror howardiane ne esistono parecchie, a partire da quelle che si rifanno alle mitologie di Lovecraft, che fanno parte del ciclo di Cthulhu, a quelle che sono fantasie proprie dell’autore, che tocchino tematiche fantastiche (ricordare le vite precedenti, ad esempio, come nel caso di James Allison) o siano semplicemente macabre azioni umane a creare la trama.
Per terminare la panoramica dei personaggi, vanno citati i simpatici protagonisti delle storie western, anche queste comiche.
Alla morte dell’autore, molte storie rimarranno nel cassetto. Riscoperte poco dopo da Glenn Lord, vengono sfruttate intensivamente con un sacco di cosiddette collaborazioni postume, pastiches ripetitivi che non riescono a raggiungere il livello delle storie precedenti. Con la nascita del fumetto di Conan, poi, vi è uno sfrenato bisogno di trame per il personaggio; molte storie vengono raffigurate con mutato contesto e con Conan come protagonista. Questo porta poi all’utilizzo di due nemici di Kull nei film di Conan e viceversa l’uso di una antagonista di Conan nel film di Kull.
Michele M.N. Plaitano
Interessante articolo, complimenti.
Oltre a quello che dici tu su Kull, per me c’è anche il fatto che fosse un personaggio essenzialmente statico per molti aspetti, Un re per sua stessa natura può offrire un range abbastanza limitato di avventure (un re non può spaccare teste come vorrebbe se vuole preservare il trono). Conan per quanto in certi aspetti più semplice di Kull, offre un campionario di mondi e avventure molto più vasto, si va dal giovanissimo ladro Zamoriano alla conquista e consolidamento del trono ormai vicino ai cinquantanni. Logico che alla fine Howard abbia preferito Conan a Kull.
Per quanto riguarda i film tratti dai suoi racconti credo che tutti, al di la della qualità tecnica della pellicola in se, falliscano nel tratteggiare in modo fedele il personaggio e i racconti da cui sono tratti.
Personalmente resterò sempre affezionato al personaggio di Solomon kane.
Spero ardentemente che prima o poi qualche casa editrice illuminata pubblichi l’opera omnia di questo grande autore.
Grazie dell’apprezzamento. L’articolo voleva essere una carrellata della produzione howardiana, mettendo in risalto anche quello che risulta ancora sconosciuto al pubblico.
A mia opinione la staticità di Kull è relativa: anche lo stesso Conan nasce come re nella sua prima storia pubblicata, e infatti nelle storie che lo vedono re o generale d’armata si comporta con maggiore cautela rispetto a quelle in cui deve aver cura solo della sua pellaccia. E’ però probabile che Howard abbia “colto la palla al balzo” dal fatto che “re Conan” nella sua prima apparizione stesse tracciando una mappa del suo mondo (questa è una supposizione, non posso pretendere di conoscere la Verità Assoluta su questo autore, non avendo avuto contatti diretti con lui; inoltre non ricordo se anche in “By this axe I rule” c’era una scena simile). Di sicuro Howard in alcune delle sue lettere -altro materiale che sarebbe interessante leggere- dice di immaginare Conan come un mercenario seduto in una taverna, che racconta quello che gli passa per la testa. Le storie non sono scritte in ordine cronologico, e a parte l’ambientazione e la maggiore presenza della magia, Kull e Conan sono quasi intercambiabili.
Siamo d’accordo sulle lacune dei film, per quanto riguarda i primi tre però mi risultano più accettabili i pasticci combinati notando lo sfruttamento intensivo del personaggio nei fumetti. Con Solomon Kane, invece è il anche modo di fare cinema ad essere cambiato, e ho trovato godibile il fatto d’aver voluto sviluppare una trama parallela a quelle dell’autore invece di stravolgere una sua storia. Poi, per me, il remake di Conan invece manca totalmente il personaggio. Vi è un altro film che può interessare agli appassionati “Il Mondo Intero” che tratta una parte della vita dello stesso Howard.
Spero anch’io che un giorno sia possibile avere un opera omina, al momento però risulta un lavoro colossale, basta consultare la lista delle opere di dominio pubblico, ovvero quelle pubblicate durante la vita dell’autore, e tenere presente che a queste vanno aggiunte le opere postume originali.
Scusa se ti rispondo solo adesso ma purtroppo il mio pc ha tirato l’ultimo respiro e non ho potuto rispondere prima.
Comunque Conan parte come Re perché la sua prima storia in ordine cronologico di uscita (La spada della Fenice) era una riscrittura di una storia rifiutata dell’editore di weird tales su Kull (By this axe I rule). La prima storia originale di Conan è “La torre dell’elefante” dove lui è solo un giovane barbaro sceso dalla cimmeria. Da qui nasce la mia idea che Howard abbia preferito concentrarsi su Howard per le ampie possibilità che il personaggio gli consentiva.
Solomon Kane lo vidi al cinema, carino ma non mi ha colpito. Sopratutto la prima parte era troppo lenta e logorroica per quel tipo di personaggio. Sul remake di Conan sono d’accordo, il problema maggiore era Jason Momoa veramente incapace d’impersonare il cimmerio. Il mondo intero è veramente un film bellissimo, peccato che sia sconosciuto ai più.
Comunque ci sarebbe anche un film su Kull di Valusia (originariamente pensato per essere il terzo capitolo di Conan con Arnold, ma sembra che lui rifiuto di partecipare), in cui Kull è interpretato da Kevin Sorbo (L’hercules della serie tv omonima), che accettò di partecipare al progetto solo se il personaggio non fosse stato Conan. Onestamente dimenticabile per la sua bruttezza.
Se sono riusciti a fare le raccolte complete di Lovecraft e di Arsenio Lupin di Leblanc c’è speranza, dipende solo dal mercato.
Il tempo di risposta non è un problema, tanto qua i commenti non scappano. Come già ribadito nell’articolo, Conan non è un personaggio Howardiano non adulterato come lo è Kull, è un personaggio che deve venire incontro al gusto dei lettori e ottenere l’approvazione dell’editore. La figura di Kull invece risulta in anticipo sui tempi, perché è molto più anarchico, alienato, anche annoiato dal governo.
Controllando le cronologie e facendo mente locale, mi sono ricordato intanto d’aver letto che Howard trovò l’ispirazione per Conan durante un viaggio vicino al confine americano, e dopo “La Fenice sulla Lama” il suo editore, Farnsworth Wright, gli consigliò di scrivere un saggio sull’Era Hyboriana in modo da aver meglio presente la realtà in cui l suo personaggio si sarebbe mosso.
Dei film mi sento d’aggiungere che il nuovo Conan ha problemi anche a livello di regia; sia perché si muove su tempi più rapidi, mentre il precedente riusciva a comunicare anche con scene più lente, che perché proprio a livello di trama non riesce a rendere il personaggio dopo la prima parte. Kull invece è stato limitato da voler lasciare che il pubblico di Kevin Sorbo potesse seguire il proprio beniamino sul grande schermo, e in effetti a tratti sembra quasi un episodio di Hercules leggermente più violento; tuttavia a livello di coreografie di combattimento ha un suo valore.
Per l’opera omnia si aspetta ancora, sperando di non finire a fare troppa raccolta di varie case editrici nel frattempo.