La rivoluzione italiana di Davide Toffolo
Oggi esce “Inumani”, il nuovo album dei Tre Allegri Ragazzi Morti; la band rock mascherata della scena indipendente italiana, che in più di 20 anni (22, per la precisione) ha saputo creare un suo particolare linguaggio, definendosi anche sotto una precisa estetica. Non mi sembra un azzardo utilizzare questo termine, giacché il perno dei TARM è proprio lui, Davide Toffolo: artista, a mio avviso, estremamente complesso, con un piede nella musica e una nel fumetto: l’importanza di quest’ultimo per la band di Pordenone, si rintraccio nel continuo rimando ad immagini: nei loro video, nei loro concerti, nel loro stesso apparire: nei loro costumi di scena c’è un pezzo del Toffolo disegnatore.
Non me ne vogliano gli altri componenti, ma è soprattutto di lui che sento di dover parlare, soprattutto della sua importanza su una generazione come la mia – e su di me – cresciuta tra mille confusioni, tra mille strade sempre molto lontane dal “centro”, con connessioni internet assenti o molto lente. Trovare la propria identità tra i contrasti di una severa adolescenza, era davvero difficile. Quando per caso in un negozio di dischi mi imbattei in Mostri e Normali capii che qualcuno era riuscito a dare voce alle paure e alle ansie di quell’adolescenza così crudele che si abbatteva su di noi. Attraverso le sue parole, dai suoi primi lavori fino a La seconda rivoluzione sessuale dei Tre Allegri Ragazzi Morti – che sento ancora fortemente connotato in questo senso – il tema della crescita risuona forte tra i testi: Toffolo è affascinato da quello che sembra essere il momento decisivo della formazione di ogni persona: il passaggio dall’infanzia all’età adulta è un motivo costante in tutta la sua produzione: “Ogni adolescenza coincide con la guerra” ripete un brano contenuto in La testa indipendente (2001), il sunto di quanto detto finora, che ha fatto sentire un senso di appartenenza a migliaia di ragazzi persi (sempre per citare un loro brano: Non saremo mai come voi/siamo diversi/puoi chiamarci se vuoi/ragazzi persi)
E molto altro ancora Davide Toffolo ha saputo donare al mondo del fumetto made in Italy: Carnera, la montagna che cammina o Piera degli spiriti, così come il suo volume dedicato allo scrittore Pier Paolo Pasolini sono graphic novel prima che l’espressione fosse coniata per indicare quei volumi a metà tra letteratura e disegno; in un periodo in cui non esisteva ancora nel nostro paese un’editoria specializzata, prettamente “settoriale”. Un unico immaginario scava un solco tra la musica e il fumetto. Un disegno fatto di forti contrasti e delicatezze, storie quasi segrete e mute, che prendono forza nei colori di una tavola. Così è anche un po’ la musica dei TARM.
Distinguere i protagonisti della penna di Toffolo dai musicisti su quel palco ancora oggi sembra essere un’impresa ardua: performance, musica e disegno si mischiano in un’unica esperienza/forma d’arte che tanto ha saputo dare ad ogni “allegro ragazzo morto” quanto all’intera scena musicale e fumettistica italiana, che dimostra di aver saputo imparare tanto dalla lezione di quest’uomo, metà super eroe, metà attore melanconico di teatro d’altri tempi, ma pur sempre mascherato.
Anna Giordano