Oggi esce “Inumani”, il
Non me ne vogliano gli altri componenti, ma è soprattutto di lui che sento di dover parlare, soprattutto della sua importanza su una generazione come la mia – e su di me – cresciuta tra mille confusioni, tra mille strade sempre molto lontane dal “centro”, con connessioni internet assenti o molto lente. Trovare la propria identità tra i contrasti di una severa adolescenza, era davvero difficile. Quando per caso in un negozio di dischi mi imbattei in Mostri e Normali capii che qualcuno era riuscito a dare voce alle paure e alle ansie di quell’adolescenza così crudele che si abbatteva su di noi. Attraverso le sue parole, dai suoi primi lavori fino a La seconda rivoluzione sessuale dei Tre Allegri Ragazzi Morti – che sento ancora fortemente connotato in questo senso – il tema della crescita risuona forte tra i testi: Toffolo è affascinato da quello che sembra essere il momento decisivo della formazione di ogni persona: il passaggio dall’infanzia all’età adulta è un motivo costante in tutta la sua produzione: “Ogni adolescenza coincide con la guerra” ripete un brano contenuto in La testa indipendente (2001), il sunto di quanto detto finora, che ha fatto sentire un senso di appartenenza a migliaia di ragazzi persi (sempre per citare un loro brano: Non saremo mai come voi/siamo diversi/puoi chiamarci se vuoi/ragazzi persi)
E molto altro ancora Davide Toffolo ha saputo donare al mondo del fumetto made in Italy: Carnera, la montagna che cammina o Piera degli spiriti, così come il suo volume dedicato allo scrittore Pier Paolo Pasolini sono graphic novel prima che l’espressione fosse coniata per indicare quei volumi a metà tra letteratura e disegno; in un periodo in cui non esisteva ancora nel nostro paese un’editoria specializzata, prettamente “settoriale”. Un unico immaginario scava un solco tra la musica e il fumetto. Un disegno fatto di forti contrasti e delicatezze, storie quasi segrete e mute, che prendono forza nei colori di una tavola. Così è anche un po’ la musica dei TARM.
Distinguere i protagonisti della penna di Toffolo dai musicisti su quel palco ancora oggi sembra essere un’impresa ardua: performance, musica e disegno si mischiano in un’unica esperienza/forma d’arte che tanto ha saputo dare ad ogni “allegro ragazzo morto” quanto all’intera scena musicale e fumettistica italiana, che dimostra di aver saputo imparare tanto dalla lezione di quest’uomo, metà super eroe, metà attore melanconico di teatro d’altri tempi, ma pur sempre mascherato.
Anna Giordano
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