Fleursmarais
di Salvatore Di Sante
17 ottobre 1889
Cara Tina,
il viaggio attraverso i Carpazi si sta rivelando alquanto difficoltoso. Più e più volte ho temuto che il convoglio deragliasse e precipitasse per uno dei frequenti strapiombi. La carrozza è gelida, sembra quasi che la neve che ammanta copiosa il paesaggio possa entrare dai finestrini e penetrarmi nelle ossa. Per fortuna raramente divido la cabina con altri viaggiatori, così ho tutto il tempo di studiare le pratiche riguardo l’acquisto di alcuni appartamenti, a Londra, da parte del conte Vlad. E naturalmente di scrivervi, mia amata, e rendervi partecipe di questa mia avventura.
*
11 novembre 1889
Cara Tina,
è con profonda e insolita inquietudine che vi scrivo queste righe. Inspiegabili accadimenti si susseguono mano a mano che mi avvicino alla meta. Voci nella tormenta, ululati nel vento. A volte, durante le lunghe notti rubate al sonno, mi sembra di scorgere torme di lupi abnormi correre parallele ai binari sotto la fioca luce dei lampioni. Visioni nefaste turbano il mio già fragile equilibrio: un volto arcigno, segnato da rughe ataviche, con gli occhi infossati e ardenti come braci vermiglie. E labbra livide che colano sangue. Conto i giorni che mi separano dal riabbracciarvi, mia amata. Vorrei non essere mai partito.
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13 dicembre 1889
Mia adorata Tina,
con quale gioia vi scrivo queste mie nuove! Sembra che mi sia destato da un incubo. A causa di un guasto al locomotore abbiamo fatto sosta in una cittadina chiamata Fleursmarais. Non l’avevo mai sentita nominare, né mai l’avevo vista riportata nelle cartografie, sebbene da commesso viaggiatore me ne intenda. Non saprei come spiegarvi, ma sembra che aleggi qualcosa di magico nell’aria. Lo si respira! Quasi mi auguro che il guasto non sia riparato in tempi brevi…
Vostro affezionatissimo,
James.
*
15 gennaio 1890
Cara Tina,
so che mi prenderete per pazzo, ma dopo cinque giorni trascorsi a Fleursmarais ho deciso di stabilirmi qui e di rinunciare alla missione al castello del conte Dracula. Vi prego, aspettate a giudicare e a disperarvi: vi spiegherò con calma i motivi della mia decisione e alla fine sono sicuro che ne converrete con me.
Questa cittadina è davvero incantevole. Non mi spiego come abbia nome francese (francese è anche la lingua che vi si parla) trovandosi nel cuore dell’Ucraina, ma per me non è un problema. Al sentirli parlare, mi sembra di tornare ai giorni della mia fanciullezza.
Se vedeste che splendidi fiori ci sono qui! Se ne trovano di fogge e colori che non ho mai veduto in nessun giardino botanico di Londra. E quanto verde! Boschi e colline a perdita d’occhio, panorami incantati che allieterebbero e solleverebbero lo spirito più prostrato.
Fleursmarais sembra proprio un fiore spuntato fra le erbacce, se paragonata al paesaggio circostante.
Ma non è finita qui, mia cara: qualche giorno fa ero a casa di Gerard, un vignaiolo simpatico e cordiale. Eravamo in cucina e mi stava facendo assaggiare il vino dell’ultima vendemmia. A un certo punto, l’ho sentito con le mie orecchie, lo giuro sul mio onore e su quello della mia famiglia, una voce nella stanza ha detto: – Compra quella vigna, Gerard, farai un ottimo affare! – Era il vento, mi ha spiegato il mio buon amico! A Fleursmarais il vento porta consigli. Nessuno sa dire di preciso quando sia cominciato, nessuno ne conosce la causa, ma succede proprio così! Un giorno, allo stesso modo, il vento mi ha consigliato di rinunciare alla missione in Transilvania e di stabilirmi qui con voi, Tina. Ho già scritto al mio capo, il signor Hawkings, rassegnando le dimissioni. Le ha accettate a malincuore e mi ha comunicato che affiderà il caso al mio giovane collega Jonathan Harker, che anche voi conoscete. Allego a questa missiva le istruzioni affinché mi raggiungiate con la servitù qui a Fleursmarais, mia amata.
Augurandovi un viaggio più agevole del mio, vi attendo con devota e amorevole trepidazione, certo che la nostra nuova vita in questa magica, surreale cittadina, sarà colma d’ogni gioia e beatitudine.
Il vostro eterno innamorato,
James.
Salvatore Di Sante
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