Nel cuore di una Na
Questa storia inizia con un’immagine indelebile nella memoria di chi c’era, ma capace di ripercuotersi nel futuro, come se questo fosse poi vissuto anche da chi, come Cristina, ancora non c’era: il famoso terremoto dell’inverno dell’Ottanta. In questa apertura, un “primo capitolo” dal titolo Non c’ero, ritroviamo i due elementi fondamentali per capire il valore di questo racconto: la famiglia e la città.
Sì, perché da una dimensione strettamente personale, dove il percorso disegnato dall’autrice è così intimo e delicato, senza alcuna difficoltà ci si riesce ad inserire la dimensione collettiva: grandi e piccoli eventi scorrono spesso sullo schermo di un televisore – lo scudetto del Napoli, la morte di Falcone e Borsellino, quella di Kurt Cobain – ma è la vita di Cristina a scorrere molto più veloce. E crescendo, nella prima adolescenza, sappiamo benissimo cosa si prova, soprattutto quel senso di perdita di controllo su quanto accade e su tutto ciò che cambia. Ed in questo momento difficile, per poterlo meglio afferrare, l’autrice sceglie la propria guida spirituale: il calciatore argentino Diego Armando Maradona, l’unico uomo capace di unire un’intera città, allora come oggi.
Proprio della città non bisogna dimenticarsi, del suo peso e delle sue architetture, disegnate con minuzia e precisione: se, talvolta, il tratto stesso diventa un ricordo dell’infanzia, la città è sempre lì, solida, a farsi ricordare e a mostrarsi nei suoi dettagli, come un leggero peso sul cuore, il peso delle radici.
Ma, è fondamente non sottovalutare il titolo: Quasi Signorina. Per chi come noi è donna “essere signorina” è un’espressione che implica molte cose: il passaggio all’età adulta, il corpo che cambia, dover far di colpo i conti con una serie di nuovi problemi ed abitudini, ma anche il peso di una serie di comportamenti da dover assumere per seguire fedelmente le norme di una femminilità che vorrebbero cucirci addosso, ma che a molte di noi sta stretta. Finalmente abbiamo trovato la nostra paladina, capace di dare voce a noi, quelle a cui le calze ci hanno sempre punto e dato fastidio.
Quasi signorina è una graphic novel in prima persona, una biografia tenera e delicata come i suoi colori: la storia di una famiglia, di un’epoca, di una città e di una donna: fondere insieme questi elementi poteva sembrare un’impresa difficile, ed invece Cristina Portolano ci è riuscita. Consiglio a tutti questa piccola perla di amore e di libertà, unica nella ricca scena italiana del fumetto.
Anna Giordano
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