Questa volta Malinconico viene scelto per la causa di separazione di Veronica Starace Tarallo nei confronti del marito, anche lui avvocato. Per Vincenzo, abituato a esaminare a fondo qualunque problema ma spesso incapace di affrontarlo come dovrebbe, la causa di divorzio, la cena con i vecchi compagni di liceo che si trasformerà in uno psicodramma di gruppo, sono occasioni per riflettere sul modo con cui ci separiamo da cose e persone.
Quello della separazione è infatti un momento cruciale, che può rivelare molto di noi stessi, precisando che questa rinnovata conoscenza potrebbe anche non essere del tutto piacevole.
Innanzi tutto dalla curiosità di riprendere un personaggio che avevo perso di vista e capire se avesse ancora qualcosa da raccontarmi. L’idea centrale del libro, poi, è quella dei tradimenti virtuali, un’opzione di sdoppiamento della vita sentimentale che la tecnologia offre a chi non intenda (e sono tanti) lanciarsi in relazioni corporee.
La causa di separazione di Veronica Starace Tarallo moglie del celebre avv. Ugo Maria Starace Tarallo, avrà un epilogo particolare, come mai questa scelta? Come se l’essere famosi e temuti non ne fanno necessariamente una persona di valore?
Essere famosi e temuti non credo sia una condizione che valorizzi nessuno.
La serialità di un personaggio permette di affrontare vari temi, di costruirne anche un percorso: l’avv. Malinconico in qualche modo è più maturo, ha meno paure in questo ultimo romanzo o si è solo adattato di più alla vita?
È semplicemente invecchiato, e mi pare che dimostri i suoi anni. È più disincantato rispetto alla vita, anche se ha mantenuto la stessa propensione al cazzeggio.
Il processo mediatico di Mia suocera beve ha reso famoso il nostro avv. Malinconico più di quanto ci si aspettasse. La citazione di questo episodio ritorna spesso in Divorziare con stile come mai? il quarto d’ora di celebrità può durare più di quanto si possa credere?
Al contrario. Nel caso di Malinconico è durato anche meno, perché le sequenze erano in streaming, per cui quasi nessuno lo ha riconosciuto.
In Sono contrario alle emozioni, terzo romanzo della tetralogia, c’è un maggiore ripiegamento interiore del protagonista, come se la storia in sé fosse in secondo piano, restano le lunghe riflessioni di Malinconico su ogni piccolo particolare, riflessioni che rendono il libro in qualche modo spezzato; Divorziare con stile sembra essere un romanzo molto più “cinematografico”, un racconto per scene. Quanto la serialità ha influenzato o può influenzare la scelta della struttura del romanzo?
Nel mio caso, non saprei. Non faccio scalette, non programmo il lavoro, faccio previsioni di massima e procedo secondo quello che la scrittura mi offre giorno per giorno. Per il resto, è chiaro che conoscere il protagonista del tuo libro vuol dire poter fare affidamento sulla sua voce e anticiparne le reazioni.
Lei è stato avvocato prima di essere scrittore come Paolo Conte che proprio in una canzone parla del suo divorzio “Memorabile… frasi d’amore scritte a macchina… la nostra storia in quattro pagine…”. Quanto le sue passioni, la sua “vita precedente” influenzano il suo sguardo sui comportamenti umani e quindi la scelta di caratterizzare in modo così preciso e forte i suoi personaggi?
Aver fatto quel mestiere per qualche anno mi ha guidato nella descrizione degli ambienti e delle tipicità umane. Questo per quanto attiene al personaggio di Malinconico. Per tutto il resto, non guardo gli altri con occhi avvocateschi, cerco di avere una visione nuda del mondo.
Restando sulle citazioni musicali, in una scena di Divorziare con Stile Nives risponde a Vincenzo (cito): “I tuoi riferimenti letterari sono sbalorditivi, Vince’. Citassi mai un libro, tu. Sempre canzoni”. Vincenzo Malinconico ci ha abituati alle sue lunghe riflessioni sulle cosiddette canzonette anni ’70. Cosa rappresentano davvero per Vincenzo queste canzoni, un rifugio? Come mai la scelta di rivalutare proprio la canzone nazional-popolare? (tecnica presente anche in Terapia di coppia per amanti).
Si tratta solo di una mia voglia di giocare con le canzoni, specie quelle degli anni ’70, che mi sembra raccontino in modo molto affidabile il carattere dell’italiano medio. Mi diverto a leggerle, scomporle, analizzarle, smontarle, come fanno i bambini che vogliono capire come funzionano i giocattoli.
Per Veronica il rifugio è nei social? In un mondo parallelo?
La relazione virtuale di Veronica è stata solo un modo di ovviare alle mancanze di un matrimonio alla frutta da tempo. Il tradimento tecnologico è semplicemente un anestetico.
Diceva Salinger nel Giovane Holden: “Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira”. È un po’ quello che accade con lei e con l’avv. Malinconico che ha in giro per l’Italia fans club popolati in maggioranza da donne, ma anche da giovani avvocati. Cosa piace secondo lei di questo avvocato di insuccesso?
Forse, il fatto che non sia un vincente e non si vergogni di autodenunciare i suoi fallimenti. E poi ha un forte senso del ridicolo, che rivolge verso se stesso prima ancora che sugli altri.
In altri suoi romanzi e in modo particolare in questo vengono presentati molti personaggi maschili che poco alla volta si smascherano portando alla luce le loro debolezze, i sogni e i difetti.
Una fenomenologia dell’italiano medio perennemente precario nei sentimenti, nel lavoro, nella vita ?
Malinconico è un portabandiera della precarietà a tutto campo. Del resto, come si può annaspare nel lavoro e poi pensare di avere la schiena dritta nei rapporti sentimentali?
Si scrive per …?
Passione.
Ha nuovi progetti in cantiere? Può svelarci qualche cosa? (potrebbe confermare l’uscita in autunno di un film tratto da “ Terapia di coppia per amanti”?)
Sì, “Terapia di coppia per amanti” è pronto e sarà in sala alle fine di ottobre. Gli interpreti sono Pietro Sermonti, Ambra Angiolini, Sergio Rubini e Franco Branciaroli. La sceneggiatura è mia; la regia, di Alessio Maria Federici.
Grazie e buona fortuna per tutto
Di niente.
Anna Chiara Stellato
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