Borges non è mai esistito è il titolo del nuovo romanzo di Francesca Fiorletta edito da L’Erudita.
Racconta di una storia d’amore, forse la più classica, tra una studentessa universitaria Anna e Lucio, il professore del corso di Letteratura sudamericana. La loro è la storia proibita per eccellenza. Ciò che più colpisce nel presentare questa storia è la narrazione: il lettore non si troverà la classica descrizione di tormenti e struggimenti. Il tono ironico e leggero della scrittrice riesce a dar vita ad immagini nitide, porta il lettore ad immedesimarsi nella protagonista a sentire sul proprio viso il freddo inverno descritto, l’ansia e la frenesia di una giovane donna in carriera precaria.
Anna è molte di noi, alcune lo sono state, altre lo sono ancora; è il frutto di questi tempi, una giovane donna con un ottimo curriculum accademico, tanta buona volontà, curiosità e passione per tutto quello che fa ma è lì che lotta per un posto di lavoro cercando di guardare sempre il bicchiere mezzo pieno anche quando tutto le rema contro.
Durante una delle sue mattinate un incontro improvviso, un urtasi casualmente, mentre è alla ricerca spasmodica delle cuffie, in quelle borse delle donne che sono sempre o troppo grandi o troppo piccole, rivede Lucio dopo dieci lunghissimi anni. Di nuovo Lucio Corsi bastava con il suo solo esserci a incasinarle la vita. Un semplice sguardo tra i due la riporterà ai tempi dell’università, ricordi nitidi le ripasseranno davanti agli occhi, le stesse sensazioni di quegli anni, lo stesso batticuore, i corsi da seguire, i caffè con gli amici, lo studio, le letture, i pettegolezzi, la decisione casuale di seguire un “Ciclo intero di lezioni su Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo, nato a Buenos Aires il 24 agosto del 1899”con il professore Lucio Corsi.
L’unica volta che i due si trovano a superare i confini, l’unica volta in cui Lucio si lascia andare porterà Anna difronte alla dura realtà, ed è qui che forse crolla il labirinto dentro il quale si erano nascosti. La dura realtà piazzata lì è forse la via d’uscita per Anna.
Con uno stile leggero e ironico, l’autrice mostra come brevi attimi di vita si trasformino in ricordi cristallizzati attraverso il filtro della memoria, ed è qui un piccolo blocco nella storia, nella prima parte del romanzo vi è una certa prolissità nel descrivere Anna, la sua vita, ma soprattuto le scene in cui si trova, una suspense a volte eccessiva che accompagna il lettore, forse, molto lentamente al centro della storia; la seconda parte invece ha una vera partecipazione del lettore fino ad un finale aperto e inaspettato, di fronte al quale sono tante le domande che verranno: e se non si fossero incontrati? Quale sarà questa volta la scelta di Anna? Ma su tutte le possibili domande campeggia quella sullo stesso Borges: Borges è mai esistito?
Anna Chiara Stellato
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