Gli USA salutano la Net Neutrality

Da dicembre 2017 negli Stati Uniti è sparita, fra le proteste di molti, la Net Neutrality, la neutralità della rete. Fra gli artefici delle proteste, oltre a centinaia di migliaia di utenti del web, anche i big della rete. Ma in cosa consiste la Net Neutrality e perché è un argomento di discussione così importante?

Al giorno d’oggi, in Europa(e fino a poche settimane fa, anche negli USA) vige questo principio, secondo il quale, detto in maniera molto sbrigativa, i dati di tutti hanno uguale dignità: puoi guardare un filmato da YouTube, fare una ricerca su Google oppure shopping su Amazon e la tua richiesta di un servizio Internet verrà servita dal tuo Internet Service Provider(ISP) indipendentemente da quanto tu stia pagando per accedere a Internet.

Senza la Net Neutrality, una big company, pagando una bella cifra, potrebbe avere una sorta di corsia veloce, per cui il traffico da e per quell’azienda verrebbe fortemente avvantaggiato rispetto al traffico di chi, invece, si rivolge a un’altra azienda. Gli svantaggi, sotto i punti di vista della concorrenza, sono più che evidenti: una neonata piccola azienda, con un piccolo budget e una grandissima idea, avrebbe ancora più difficoltà a sfondare se si trova di fronte a colossi i cui bilanci farebbero invidia a intere nazioni; un utente preferirebbe, molto probabilmente, guardare un film in streaming a velocità piena tramite un colosso piuttosto che fermarsi ogni due secondi a causa del buffering del filmato. Perché le big company sono allora contrarie a una norma che, tutto sommato, le avvantaggerebbe? Perché si tratta di pagare. Sebbene i loro introiti gli permettano di non diventare troppo povere con una tassa per accedere a una “fast lane”, una corsia veloce, dovrebbero comunque spendere di più per avere qualcosa che, di per sé, già posseggono: il monopolio.

Si provi infatti a pensare a quanti tentativi credibili son stati fatti per scalzareGoogle dalla sua posizione dominante, oppure a quanti siti di e-commerce esistano che non riescono comunque a battere Amazon. La difesa della Net Neutrality da parte dei grandi di Internet, in realtà, è stata mostrata in chiave ideologica. Ad esempio, Netflix, Facebook e AirBnb si son mostrate in favore di questo principio, che ha favorito un’era senza precedenti di “innovazione, creatività e coinvolgimento civico”. Chi sarà realmente avvantaggiato da una norma del genere? Senz’altro chi gestisce le infrastrutture di telecomunicazioni americane, come, ad esempio AT&T e Verizon. E riguardo quest’ultima, il presidente della FCC, Ajit Pai è stato “Associate General Counsel” dal 2001 al 2003. Come direbbe qualcuno, a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.

Fabio Romano

Fabio Romano

Nato a Teano nel 1990 nel pieno della calura estiva (11 agosto), attualmente residente a Cellole. Sin da piccolo appassionato di informatica, dopo il conseguimento della maturità scientifica decide di frequentare il Corso di Laurea in Ingegneria Informatica presso l'Università degli Studi "Federico II" di Napoli. Chitarrista nel tempo libero, innamorato della musica in tutti i suoi generi, il suo lettore mp3 riporta una playlist che spazia dai Metallica a Debussy. Attualmente collaboratore di Grado Zero e autore di piccoli scritti autosomministrati.

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