Maria Accanto: storia di un’amicizia poco convenzionale

Mi è capitato in questo mese, anche se con un bel po’ di ritardo rispetto alla data di pubblicazione, un romanzo davvero particolare. Sto parlando di Maria accanto di Matteo B. Bianchi.
Protagoniste di questa storia sono una giovane donna di 25 anni, Betty, e Maria…si quella Maria li, la Madonna, la Santa Vergine, Maria di Nazaret.

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Maria accanto
di Matteo B. Bianchi
Fandango, 2017

Elisabetta, detta Betty, è una ragazza semplice, senza particolari pretese né ambizioni, vive a Milano con la madre nel quartiere Lambrate, ha un lavoro stabile, anche se non entusiasmante, del quale poco si lamenta o meglio poco può lamentarsi in confronto ai lavoretti precari dei suoi coetanei e amici. Ad allietare la sua quotidianità ci sono le amiche Veronica, quasi una sorella, Bea, ma anche Luchino e Giovanni e tutti gli altri con cui condurre una normalissima vita fatta anche di locali, discoteche, pizzeria e sano divertimento. Fino a quando una sera, dopo piccoli avvertimenti a cui non aveva dato ascolto, le appare Maria in camera sua, in abito bianco e manto azzurro, circonfusa di luce. Betty non riesce, inizialmente, a gestire questa situazione, soprattutto continua a chiedersi come mai è stata scelta proprio lei che non è un esempio di virtù ne è particolarmente devota. Così la Madonna si ritrova più volte a dover spiegare di essere lì solo in visita privata, di “piacere” potremmo dire, ha solo bisogno di adeguarsi, o meglio ha solo curiosità nel conoscere e capire le mode del momento, osservare come vive una ragazza normale, una persona qualunque. Maria ha solo bisogno di un’amica.

Vedi, Ogni tanto io sento il bisogno di tornare ad avere un contatto con la gente, col mondo di tutti i giorni, ma silenziosamente, senza alcun clamore.

Betty, dopo lo sgomento iniziale riesce ad appassionarsi, e ad affezionarsi, a questa nuova presenza nella sua vita, nonostante gli inconvenienti che si trova a gestire: inizialmente Maria le appare senza alcun preavviso ed è ogni volta sconvolgente la sua improvvisa apparizione, così le due dovranno trovare un modo che non faccia spaventare Betty e che renda l’incontro effettivamente naturale come tra due amiche. Ma non pensate all’annuncio della Madonna con i soliti metodi come il suono delle campane, il profumo di rose o improvvisi flash, Maria manda un semplice sms a Betty.

Il grande inconveniente però è che Maria è visibile solo alla ragazza, la quale si trova ogni volta a dover escogitare piani per evitare di passare per matta agli occhi di chi, ad esempio, la vede parlare da sola per strada, e il colpo di genio, in questa situazione, sta nell’usare un finto auricolare, entrando così nella massa di tutti coloro che telefonando sembrano, in effetti, parlare da soli ovunque; oppure nel frequentare luoghi affollati.
L’apparizione farà, in qualche modo, dissociare Betty dal suo mondo, si allontana dal gruppo di amici e anche dal fidanzato, per ricavare nuovi spazi per sé e per Maria, che ha un unico desiderio: scoprire come si vive oggi. Eccole allora iniziare un percorso attraverso una Milano tutta da esplorare, insieme ad un nuovo lato di sé.

È una storia molto originale e coinvolgente quella che Matteo B. Bianchi racconta con un fluire frizzante e ironico. È difficile non immedesimarsi in Betty, nella soggezione, stupore e meraviglia dinanzi ad una entità superiore che si spoglia della sua santità e si veste da amica. È difficile non trovarsi d’accordo con le curiosità di Betty sui misteri della scienza, le sue riflessioni, la pudicizia su alcuni argomenti personali, difficile resistere dal chiedere consigli, grazie, favori.

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È difficile avere la Madonna come amica, starle accanto, parlarle, quando nessun altro la può vedere. Ma voi ve la immaginate la Madonna coi jeans skinny, le converse e le t-shirt di H&M che cammina per le strade di Milano con una comune mortale? La vedete mentre danza il sabato sera, mentre chatta su facebook o posta su Istagram? Ve la immaginate al concerto dei Subsonica, al cinema a vedere la versione 3D di Titanic? O mentre dà consigli su vestiti che possono valorizzare o no il tuo corpo, come fa una qualsiasi amica? Tutto questo e molto altro è l’amicizia tra Betty e Maria.

Per quanto il titolo e forse anche la copertina possono ingannare, il libro è molto poco religioso. La Madonna sin dalle sue prime apparizioni viene descritta da Betty con i connotati che noi tutti immaginiamo, non è altro che la ripresa di un’immagine popolare che abbiamo costruito nella nostra memoria in secoli di iconografie e statue raffiguranti la Madonna. La figura di Maria tratteggiata durante il racconto è quasi bidimensionale. Appare a Betty e le dice da subito che non può fare nulla, che è solo testimone, osservatrice di ciò che la ragazza fa. In questo senso il libro è poco religioso, perché descrive sì una figura religiosa, ma mentre effettua una specie di visita privata nel mondo. Non può e non vuole immischiarsi nelle questioni terrene, quello che accade è tutto sulle spalle di Betty: è lei che deve subire questa presenza e infilarla, in qualche modo ricondurla alla sua vita quotidiana. Ma proprio questo porta improvvisamente Betty ad osservarsi da fuori, con un distacco mai usato e tutto con Maria accanto le sembra stupido e banale. Guardandosi intorno, pensa che chiunque possa essere più adatto di lei ad avere un’apparizione della Madonna, ma questa in fondo è la reazione che potremmo avere tutti in una situazione del genere.

La presenza divina ci fa sentire più insignificanti, ma la vera sfida di Betty è quella di accettare e reggere questo rapporto. Nel libro non c’è alcuna forma di morale o redenzione, Betty non compie un percorso spirituale particolare e rimane in fondo quella che era, anche se l’esperienza la segnerà in qualche modo.

Potrei azzardare, se vogliamo etichettare davvero il libro, e definirlo un romanzo di formazione sebbene un po’ atipico e deviato, Maria non intende cambiare o influenzare la vita di Betty, ma è inevitabile che la sua vita dopo questa esperienza in qualche modo non sia più la stessa; ma anche la stessa Maria sulla terra, nella vita di tutti i giorni, di una ragazza qualsiasi, pare che inizi ad avere dei pensieri diversi. Betty inizierà a cambiare il suo punto di vista su molte cose che appaiono banali e delle quali si vergona, perché non riesce a proporre a Maria esperienze più “alte”. Però la nostra vita mediamente è fatta di queste banalità. Del resto esperienze eccezionali sarebbero meno significative per Maria, che vuole conoscere la vita quotidiana.

Maria accanto non va letto solo come la storia di Maria e Betty, ma è un ritratto veritiero dei tempi che viviamo, delle problematiche politiche e strutturali, del senso della precarietà economica e sentimentale in cui imperversano i nostri tempi. È uno spunto di riflessione interessante sui rapporti familiari, generazionali, e sentimentali, illustrato con dovizia di particolari e precisazioni naturali, senza mai giudicare o condannare le azioni e le debolezze umane.

Una delle esperienze più stupefacenti della vita è riconoscere di non avere ancora scoperto tutto su di sé

Forse questo il merito di Maria che, giunta al punto di dover dimostrare qualcosa esaudendo la più semplice delle richieste per un essere ultraterreno e potente come lei, separa le amiche e pone Betty di fronte alla realtà: le cose della vita devono scorrere secondo un percorso già stabilito a noi sconosciuto, sia che si tratti di morte, sia che si tratti di vita. Solo quando la riappacificazione tra quello che doveva essere e quello che è stato si compie, Betty e Maria si potranno ritrovare fino all’ultimo inevitabile passaggio: quello alla vita adulta, in cui Betty sola andrà avanti spronata da una nuova consapevolezza. E da nuova vita.

È una storia che si legge piacevolmente e velocemente. Una storia differente che fa la differenza.

 

Anna Chiara Stellato

Giovane napoletana laureata in lettere, da sempre innamorata della sua città, del dialetto e della storia di Napoli. Lettrice compulsiva, appassionata di cinema d’autore e di serie tv. Sorrido spesso, parlo poco e non amo chi urla.

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