Elon Musk e la leggenda del Falcon Heavy
Che meraviglia. Certe cose pensavo di poterle vedere solo nei videogames oppure in qualche film di fantascienza. Invece è accaduto davvero, e provandolo a spiegare a qualcuno che non ha seguito tutto l’evento, ci potremmo sentir dire che ci abbiamo dato dentro con l’alcool o gli stupefacenti. La domanda è questa: cosa fa una automobile, precisamente una Tesla Roadster, che corre alla velocità di undici chilometri al secondo, nello spazio? E la risposta è: “Va verso Marte”. Se tutto ancora sembra una barzelletta, sappiate che l’autore di tutto ciò è un eccentrico miliardario sudafricano che potete chiamare Elon Musk.
Elon, fondatore del marchio di auto elettriche Tesla, ha voluto racchiudere tutto ciò in un grandioso esperimento che riguarda la possibilità di riutilizzare i razzi che vengono comunemente adoperati per portare carichi nello spazio. Il Falcon Heavy è un razzo lunare due volte più potente di qualunque altro vettore concorrente, alto settanta metri e che può trasportare fino a sedici tonnellate di peso sul Pianeta Rosso. Nella testa del razzo, Elon Musk ha voluto far inserire la sua personale Tesla Roadster, andando a piazzare così anche una pietra miliare nel mondo del marketing: un’auto che galleggia nello spazio, con un manichino dentro che guida verso Marte è il tema del primo spazio-spot pubblicitario della storia dell’umanità.
Ma non è finita qui. Si consideri che il Falcon Heavy è composto da tre razzi “Falcon 9” messi insieme, dove “9” rappresenta il numero di motori. Ora, vedere un bestione con ventisette motori e con svariate decine di tonnellate di peso sollevarsi, dividersi, fino a far ritornare le singole componenti a terra da un’altezza siderale e parcheggiare queste ultime al centro di quella che è paragonabile a una piazzola di cemento larga come il parcheggio di un supermercato, m’ha fatto ricordare non pochi cartoni animati giapponesi, in particolare quei mondi dove, tecnologicamente, tutto è possibile e non ci sono limiti alla robotica. A dirla tutta, solo due dei tre propulsori sono tornati a terra come previsto, ma poco importa, è comunque un grandissimo successo. Il vantaggio del poter riutilizzare un vettore sta sicuramente nell’abbattimento drastico dei costi per raggiungere lo spazio, ma anche nel fatto che le spedizioni potranno essere più ravvicinate, visto che non sarà più necessario attendere anni per costruire di volta in volta un nuovo vettore.
Il progetto che seguirà al Falcon è invece denominato BFR, “Big Falcon Rocket” e dovrebbe subentrare nel 2020. Con esso si punta ad avere un lanciatore a lunghissimo raggio per favorire le missioni verso Marte. Dovrebbe essere dotato di quaranta cabine, avrà un’area magazzino e potrà portare fino a cento persone e un totale di ben centocinquanta tonnellate se si vuole riutilizzare il vettore e addirittura duecentocinquanta se non lo si volesse riutilizzare. E arrivati su Marte, come si fa ritorno? Grazie a dei generatori ad energia solare, si ricaverà carburante dalle materie prime presenti su Marte e si tornerà sulla Terra con il metano e l’ossigeno liquido ottenuti. Musk, oltre a “giocare con i razzi”(sì, si direbbe che si diverta un mondo in ciò che fa), dedicarsi alla Tesla, ha anche altre idee futuristiche.
È il caso del treno Hyperloop, che viaggia ad alta velocità in capsule a bassa pressione. Non si può certo prevedere il futuro e sapere quanti di questi progetti andranno a buon fine, se e quando riusciremo a diventare pendolari interplanetari, ma una cosa è certa: Elon Musk ha dato a tutti i nerd del mondo la possibilità di vedere qualcuno che sta provando con tutte le sue forze a realizzare i loro fantascientifici sogni.
Fabio Romano