Nel mondo editoriale, l’editing è il servizio più importante che riguarda il testo. Non c’è dubbio. È un lavoro che comprende tutti gli aspetti di uno scritto: contenuto, stile, forma, grammatica, struttura.
Nonostante ciò che si legge sui vari siti web, sono davvero poche le case editrici che mettono a disposizione un vero servizio di editing per i testi che pubblicano. La maggior parte si limita a una correzione di bozze. Per questo motivo sono sempre più numerosi gli autori che investono per avere un heavy editing da parte di un professionista.
Ma ci sono alcuni scrittori per i quali un servizio di editing sarebbe inutile. Scopriamo le cinque ragioni che dovrebbero impedirvi di buttare i vostri soldi in un lavoro del genere.
Primo e principale motivo per il quale non dovreste affidare il vostro testo a un editor è che questo non ne ha bisogno. Semplice.
Ogni virgola nel vostro testo è esattamente al suo posto, ogni parola è ponderata, ogni frase ha una sua precisa musicalità. Non ci sono refusi, non ci sono punti deboli nella struttura narrativa. I cliffhanger sono dosati bene, le vostre armi di Cechov fanno chiudere la narrazione come neppure l’Anton da cui prendono il nome avrebbe saputo fare.
Insomma: a che può servire un editor, su un libro così?
Partiamo da un presupposto: voi avete talento. Quando vi siete svegliati – qualche giorno fa – con l’idea di scrivere un buon libro, non avete avuto bisogno d’altro che delle vostre capacità innate. Show oppure tell? Che importa? Voi scrivete come è meglio che sia.
Poi incontrate un editor, che parte da un presupposto diverso: che per scrivere bene bisogna studiare. Che ci sono tecniche narrative, c’è il ritmo da dosare, l’infodump da evitare, ci sono i personaggi da costruire, ci sono le loro motivazioni. Tutta questa gran noia, insomma.
È davanti agli occhi di tutti: avete visioni della scrittura troppo diverse per riuscire a collaborare. Inutile buttar via i vostri soldi.
Avete scritto il vostro libro. Ci avete messo tantissimo tempo, e i personaggi sono cresciuti con voi, sono diventati amici con una propria personalità. Il romanzo ha una sua storia che voi avete immaginato e buttato giù, nero su bianco.
Pur con tutte le sue competenze, l’editor non è nella vostra testa. Può essere un professionista della scrittura, certo, ma la storia è vostra e non può dirvi che in quel punto – lì, al capitolo 34 – diventa noiosa, che il ritmo non tiene, o che il vostro protagonista segue azioni incoerenti con la sua caratterizzazione. Incoerenza o meno, quel personaggio è proprio fatto così. Un editing non farebbe altro che snaturarlo, renderlo qualcun altro.
Salvaguardate la purezza del vostro libro e – per l’amor del cielo! – non affidatelo a un editor.
Non so se l’avete notato, ma quando ricevete il file sottoposto a editing – con tutti i commenti a margine e le segnalazioni – ci sono solo problemi. Qualche volta, magari, trovate anche scritto che questa o quella frase è particolarmente bella, che questo o quel dialogo funziona. Ma quasi tutto ciò che l’editor tocca si trasforma in cose da modificare.
E se vi appellate, se gli dite che era tutto voluto, lui se ne esce con qualche termine tecnico, qualche spiegazione noiosa, qualche esempio squinternato per continuare a mettervi nel torto.
Certo: se vi impuntate (e vi suggerisco di farlo!) l’avrete vinta. La decisione finale spetta comunque a voi. Ma, dico io: ha senso affidare a un editor un servizio in cui tutto quello che tocca si trasforma in problemi?
L’antica legge del mondo: perché mai dovreste affidare il vostro libro a qualcuno che non è almeno pubblicato in dodici lingue? A che servono i corsi, gli anni di esperienza e studio di questi sedicenti professionisti?
Insomma: se proprio volete affidarvi a un editor, assicuratevi che sia uno scrittore di fama internazionale – come minimo.
Se vi siete ritrovati in almeno uno di questi sacrosanti punti, allora fidatevi di me: non consegnate il vostro testo nelle mani di un editor. Non raggiungereste alcun risultato. Se invece pensate che la buona scrittura richieda studio e competenza, e che un professionista possa aiutarvi a migliorare, forse potreste dare un’occhiata ai nostri servizi editoriali. Oppure contattarci per informazioni.
In ogni caso, quel capitolo 34, lì, era davvero noioso. Poi non dite che non vi avevo avvisato.
Maurizio Vicedomini
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