Parlami di Lei, la tematica della violenza e del femminicidio in terra siciliana. Intervista a Francesco Lisa
Attraverso i luoghi dell’amore, della violenza e del femminicidio, Francesco Lisa, scrittore siciliano emergente, vincitore del premio narrativa bandito dall’Accademia Luce dell’arte di Roma, nella sua seconda opera si esprime con un lessico originale, nel quale i personaggi usano parole semplici intercalate da termini dialettali che evidenziano le peculiarità del luogo in cui si svolge l’avvincente storia.
Dopo il primo romanzo: L’anello del Binidìciti, fermamente basato sui rimandi verghiani, nella sua seconda opera descrive i luoghi delle allegre compagnie come nella cornice che Giovanni Boccaccio utilizza nell’introdurre una novella del suo Decamerone. In Parlami di Lei, edito Convalle Edizioni, il protagonista si esprime con determinatezza alla ricerca di un mistero che aleggia tra le pagine dell’opera, creando nel lettore una curiosità che lo spinge ad arrivare fino alla fine, alimentato da una suspance che lo carica di emozioni. Il promettente autore siciliano dispone su un piatto da portata vari elementi narrativi come avveniva nella “satura lanx” latina, dove le primizie venivano offerte ai commensali per invitarli ad una rara degustazione.
Il binomio amore-donna è una costante del romanzo, in varie sfaccettature e dimensioni. L’amore che Antonio prova per Elena, nonno Peppino e il rispetto per nonna Concetta, la devozione di Martina per il caro marito, i sacrifici di Matilde, l’amore perduto e il rimpianto di Franco, solo per citarne alcuni.
La nota triste nell’epilogo della storia induce il lettore a riflettere su un tema attuale e ampiamente discusso, quello della violenza sulle donne e il femminicidio.
Abbiamo intervistato l’autore.
D: Come nasce Parlami di Lei?
R: Parlami di Lei nasce da un forte senso di frustrazione. La stessa che qualsiasi uomo dovrebbe provare ogni qualvolta viene a conoscenza di atti di femminicidio o violenza nei confronti delle donne. L’intento è quello di dare un messaggio di speranza, di far intendere che dalla violenza, o dal dolore in generale, se ne esce soltanto seguendo l’unica via possibile, quella dell’amore. Ho voluto rendere omaggio in un certo senso al gentil sesso e con esso alla vita. Ogni uomo dovrebbe amare la propria donna nella stessa maniera in cui ama se stesso. D’altronde se godiamo del dono della vita, lo dobbiamo alla donna, nessuno di noi può esimersi da questa verità assoluta.
D: In che modo tratta la tematica della violenza sulle donne e del femminicidio?
R: Ho scelto di trattare il tema nella maniera più delicata possibile, in modo da fornire al lettore una lettura scorrevole e piacevole. La violenza in realtà è mascherata da un incubo ricorrente che turba il quieto vivere del protagonista che, grazie al sostegno della fidanzata, riuscirà a scoprire la cruda verità che si cela dietro quell’inquietante sogno. Sarà grazie al consapevole amore per la sua fidanzata che Antonio riuscirà a superare il trauma e ritornare a condurre una vita serena. È una lettura che consiglio anche ai più giovani. Anzi, forse sono proprio loro i primi a dover recepire il messaggio, per evitare di sminuire il vero senso della parola amore.
D: Narri, da scrittore e soprattutto da uomo, la violenza su una donna. Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
R: È stata un’esperienza assolutamente sorprendente. Quando iniziai la stesura temevo di incappare in qualche gaffe, di non essere all’altezza di trattare un tema così delicato. Invece il risultato è stato eccezionale, le soddisfazioni tante, tra cui una menzione speciale al premio “Memorial Giovanni Leone” di Roma. Come scrittore ne esco sicuramente incoraggiato e soddisfatto. Da uomo ho la certezza di non aver fatto nulla di eccezionale, perché amare e rispettare la donna non deve essere un’eccezione, bensì una nobile abitudine.
D: Puoi riuscire a giustificare comportamenti ossessivi in nome dell’amore?
R: L’amore non ammette mai atteggiamenti ossessivi. Non si diventa mai violenti per troppo amore, non si uccide per amore e nemmeno si dovrebbe morire per amore. L’amore è la principale fonte di vita e tale deve rimanere. Tutto ciò che lede la felicità e qualsiasi cosa limiti la libertà di una donna va contro l’amore, è l’esatto opposto.
D: Cosa proverà il lettore dopo aver letto l’ultima riga del tuo romanzo, secondo te?
R: Dalle impressioni ricevute in questi mesi ho notato con grande soddisfazione che in tanti hanno recepito il messaggio di speranza che lascia la forza dell’amore nel prevalere sulla violenza. Mi piace immaginare il lettore che chiude il libro e riesce a sperare in un domani migliore, più sereno e pacifico. Proprio come quello che, nonostante tutto, è riuscito a costruirsi il protagonista.
D: Cosa occorrerebbe fare, secondo te, per arginare la piaga degli abusi sulle donne?
R: Gli abusi non sono mai soltanto un problema delle donne. Io ritengo che il problema parta da molto lontano e debba essere prevenuto con criteri che non facciano discriminazioni sessuali. Sarebbe bello se chiunque avesse difficoltà potesse avere la facoltà di rivolgersi a enti preposti per arginare il problema, senza doversi sottoporre a giudizi affrettati. Occorre far conoscere le cause che possono condurre alla violenza, discutere il tema con più costanza per smuovere le coscienze e incoraggiare sempre più le donne a denunciare.
D: Sono previste presentazioni del tuo libro?
R: Ho già fatto tante presentazioni qui in Sicilia, una anche a Cernusco sul Naviglio e altre ce ne sono in programma per i prossimi mesi. L’otto marzo, in occasione della festa della donna, sono stato invitato a presentare Parlami di lei a Niscemi, in provincia di Caltanissetta. A maggio è in programma una presentazione in una libreria di Parma.
D: Progetti Futuri?
R: L’obbiettivo è quello di continuare a scrivere, per regalare emozioni ai miei lettori con nuove pubblicazioni che non tarderanno ad arrivare. Sto lavorando su un nuovo testo che spero di riuscire a pubblicare per la prossima estate.
Francesco Lisa, nato a Messina il 29 agosto 1986, vive a Torregrotta; nel 2005 ha conseguito il diploma di perito meccanico presso l’I.T.I.S. E. Majorana di Milazzo, è un imprenditore con la passione per la letteratura. Ad aprile 2016 ha esordito nel mondo editoriale pubblicando il suo primo lavoro dal titolo L’Anello del Binidìciti, col quale ha vinto il premio letterario “La forza dei sentimenti”, organizzato a Roma. A ottobre 2017 con Parlami di lei ha ricevuto la menzione speciale per la narrativa al “Memorial Giovanni Leone”, organizzato a Roma.
Floriana Naso