Ci sono letture tipicamente estive – le classifiche non mentono! – e lettori tipicamente estivi: dagli instancabili bibliofili che nella stagione calda duplicano il loro ritmo abituale, a quelli che si riservano il piacere della lettura per le lunghe soste sotto l’ombrellone per poi riabbandonarlo in autunno. A estate in via di conclusione, mi è sorta la curiosità di indagare tra i gusti degli italiani in materia di letture estive. Scartabellando le ultime classifiche, mi sono resa conto che i titoli da top ten dell’estate sono sempre molto simili.
Thriller psicologici e gialli sono tra gli acquisti preferiti dei “lettori estivi”: le inconfondibili copertine blu di Sellerio e i cartonati dai colori brillanti dei best seller alla Il codice Da Vinci fanno ormai coppia fissa con sdraio e lettini. L’offerta di quest’anno pullula di nuovi titoli, dalle firme-icona del genere in Italia – Andrea Camilleri, Il metodo Catalanotti; Marco Malvaldi, A bocce ferme; Maurizio de Giovanni, Il purgatorio dell’angelo; Marcello Simoni, Il patto dell’abate nero; Carlotto, De Cataldo, De Giovanni, Sbirre, (il fu) Giorgio Faletti, L’ospite – agli stranieri da best seller – Joël Dicker, La scomparsa di Stephanie Mailer; Dan Brown, Origin.
Ma le vacanze sono anche il periodo ideale per quelle letture estive prevalentemente femminili che spaziano tra il romanzo storico, il genere rosa e le saghe non fantasy. In classifica quest’anno (come i due o addirittura tre precedenti) fa capolino il primo volume della tetralogia di Elena Ferrante, con molta probabilità per l’uscita (tra ottobre e novembre) della serie tv tratta dai romanzi. Non mancano neanche l’ultimo di Nicholas Sparks, Ogni respiro, e quello di Paolo Giordano, Divorare il cielo. Ma c’è spazio anche per le novità del genere con Gail Honeyman e il suo Eleanor Oliphant sta benissimo. Forse per il tanto discutere intorno alla scelta evidentemente politica nell’attribuzione del Premio Strega 2018, una buona posizione in classifica l’ha avuta anche Helena Janeczek e la sua ragazza con la leica, stabile nella top three italiana.
I grandi numeri, si sa, non riservano mai grandi sorprese: i generi più letti quest’estate sono gli stessi della precedente e saranno uguali a quelli della prossima. Così ho pensato di rendere l’indagine sulle letture estive più interessante e ho ristretto il campo a quei lettori che scelgono le proprie summer reading gettando solo distrattamente uno sguardo alle nuove proposte. A quelli che cercano il libro ambientato nel luogo dove andranno in vacanza; che scelgono una storia ambientata in un paese freddo per tentare di sfuggire alle alte temperature; che fanno un calcolo preciso delle pagine da portarsi dietro per non restare neanche un giorno senza qualcosa da leggere… Insomma, ho intervistato la redazione di Grado Zero!
Volevo delle letture estive che avessero qualche contatto emozionale con il periodo e il luogo in cui sono stati letti. Così, scegliendo a fatica tra le letture di quest’estate i nostri redattori hanno scelto il romanzo più adatto alla nostra personalissima classifica estiva.
Le vacanze estive possono essere a loro modo frenetiche, seppur diversamente dagli impegni delle altre stagioni: ora una giornata al mare o un aperitivo con gli amici, una passeggiata in centro o una gita al paese più vicino; questa raccolta di Raymond Carver, con quel titolo vagamente indisponente, Vuoi star zitta, per favore?, con i suoi 22 racconti si presta benissimo a inserirsi tra un appuntamento e l’altro, anche se difficilmente vorrete staccarvene una volta iniziata.
In effetti, i suoi personaggi restano spesso in silenzio, lasciandosi tra di loro un oceano di parole non dette, affogando nella loro difficoltà ad aprire bocca. L’autore americano ha il benedetto vizio di interrompere le sue storie quando sembra che tutto stia per cominciare, lasciandoci il gusto di andare dove vogliamo noi, e insaporisce tutto con una miscela di erotismo e di assurdo, eppure sempre credibile e saggiamente dosato. Perfetta per l’estate, ancora adatta per il nostro tempo.
Marquez è il mio scrittore preferito, non ho più alcun dubbio. Quindi, visto che prima o poi leggerò tutto ciò che ha scritto, mi riservo uno dei suoi romanzi per ogni estate. Dell’amore e altri demoni non è certo all’altezza di capolavori come Cent’anni di solitudine e L’amore ai tempi del colera, ma riprende gli stessi topos squisitamente sud americani che Marquez ha ricreato nella formula del suo realismo magico: le febbri e i deliri, la passione carnale, gli istinti selvaggi, gli uomini dalla muscolatura nervosa e la pelle bruciata dal sole. A ciò si aggiunge un diabolico personaggio femminile dalla lunga chioma rossa cresciuto da una colonia di schiavi neri.
Un libro perfetto per i weekend pigri fuori città: si legge in attimo e sa travolgerti completamente.
Il libro che ho letto quest’estate è Notti bianche di Aciman. Perché una New York natalizia e notturna, color viola-argento, che appare incorporea distante e ultraterrena mi ha dislocato spaziotemporalmente dall’estate, invogliandomi a volgere lo sguardo in avanti, a un autunno e a un inverno ricchi di aspettative.
Quest’estate è stata l’occasione giusta per scoprire l’opera di Daniel Sada, tra i massimi scrittori della letteratura messicana, in Italia pubblicato da Del Vecchio. Tra i romanzi da noi editi, consiglio la lettura di Quasi mai, dove si racconta dell’educazione sentimentale di Demetrio, giovane agronomo dalle magre ambizioni, divisa tra una prostituta e una giovane vergine.
Quasi mai, oltre a offrire un ambizioso ritratto della società messicana di metà secolo scorso, mette in luce il valore letterario di Sada che, tra artifici retorici, neologismi e incursioni extradiegetiche, dimostra pagina dopo pagina di saper padroneggiare l’arte di narrare.
I fratelli Karamazov, scelto d’impulso per la necessità di leggere “qualcosa” di Dostoevskij. L’ho letto in casa, quando avevo tempo. L’ho scelto perché volevo un bel romanzo, che sapesse trasmettermi qualcosa di vero e umano e qui ho trovato realtà e “purezza” d’animo: anche il più gretto dei personaggi del libro trova un suo modo d’esprimersi che lo rende – a suo modo – puro, nonché umano.
In quelle pagine ci siamo noi, c’è l’uomo come mai è stato descritto prima d’ora. Lo consiglio a chiunque voglia lasciarsi trasportare da emozioni vere e sia disposto a imbarcarsi in un viaggio fantastico nella coscienza umana e non solo: sono pagine di perdizione e redenzione, è letteratura allo stato puro. Se si potesse scegliere un libro che racconti l’uomo, io sceglierei questo.
La mia lettura più significativa di quest’estate è – forse a ragione – una rilettura. Questa è l’acqua di David Forster Wallace, letto fra un editing e una scheda di valutazione, nel caldo di un appartamento in agosto. Forster Wallace ha una forza narrativa che è difficile da ritrovare altrove. Anche nei suoi racconti più deboli traspare una vividezza di pensiero e intenti, una chiarezza di stile tali da renderli esperienze eccezionali.
Il pianeta Trillafon e la Cosa Brutta, per esempio, è un racconto su cosa la depressione significhi vissuta dall’interno. È quanto di più lontano possa esserci da un freddo trattato medico, eppure riesce a trasmettere il senso di quell’esperienza. Questa è l’acqua è un libro frammentato, e al contempo un’autobiografia di un grande autore del nostro tempo.
Ho letto Il segreto della libreria sempre aperta di Robin Sloan in spiaggia a Novalija. È un libro leggero, molto ironico, ma allo stesso tempo molto interessante; riesce a coniugare alla perfezione l’editoria antica con quella attuale, passando da una riga all’altra da Gutenberg a Twitter.
Anna Fusari
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