L’albero della conoscenza e altri misticismi nel romanzo di Sigal Samuel
Quello degli scrittori ebrei naturalizzati in altri paesi – diciamo – occidentali è uno degli immaginari più ricchi e stimolanti della letteratura dell’ultimo secolo. Ragion per cui basteranno pochi presupposti per rendere il libro di Sigal Samuel, una lettura interessante. Il romanzo, I Mistici di Mile End, è il primo dell’autrice canadese di origini ebraiche, nata a Montreal e ora residente a Washington, DC. Sigal Samuel lavora presso The Atlantic come editor per gli articoli di religione, ma in passato ha fatto molti altri lavori e collaborato con altre riviste, tra cui anche l’italiana Il Sole 24 Ore. La cultura ebraica dell’autrice si insinua in ogni cellula del romanzo, ne agita le pagine, le tiene sospese in aria come rivelazioni mistiche.
La famiglia Meyer
Samara e Lev Meyer sono due fratelli orfani di madre, che vivono una vita piena di silenzi in una cittadina canadese di nome Mile End.
Il primo a parlare è Lev, ancora giovane, un bambino. Lev va ancora a scuola e vivrebbe una vita normale se solo la sua fosse una famiglia normale. Ma sotto lo strato di silenzio lasciato dalla scomparsa della madre, ci sono i segreti della sorella maggiore, le disattenzioni e la rigidità insicura del padre, David. Grazie ai vaneggiamenti del loro – folle? – vicino di casa, il signor Katz, Lev scopre l’esistenza di un prodigioso albero della conoscenza di cui si parla nelle scritture sacre ebraiche e si lancia in una spasmodica ricerca della verità attraverso le tortuose vie della Cabala.
Anni dopo, è David, il padre di Lev e Samara, a parlare. David è un professore universitario di storia delle religioni, intrattiene una relazione amorosa con una delle sue alunne, spende il suo tempo sui libri, le centinaia di libri sparpagliate su ogni superficie del suo studio. Un professor Kepesh con un’insana passione per il misticismo: David si definisce laico, lontano da quelle pratiche religiose a cui la defunta moglie era così devota. Ma, in realtà, quelle pratiche, quel sapere, quella relazione profonda con le credenze e la ricerca mistica sono radicati in ogni parte del suo corpo, nelle sue ossa, nel battito – lamento – del suo cuore.
Poco dopo è Samara con la sua intelligenza sopra le righe e il suo bisogno di superare i limiti a parlare e a condurci con una follia seducente sui rami più alti del prodigioso albero della conoscenza.
Quando, dove, chi?
Una storia e una scrittura con una potenza rara, una delle proposte di lettura più interessanti del 2018 tradotta in Italia da Elvira Grassi, presso Keller Editore.
Un estratto
Sono tornato in camera e mi sono infilato sotto le coperte. Ho acceso la torcia, fatto un altro elenco e spento la torcia. Ma ancora niente, non riuscivo a dormire, e così mi sono messo a pensare al mio nome in gematria. Poi ho fatto lo stesso con quello di Sammy e pure con quello di papà, per vedere se tutti i nostri nomi corrispondevano a qualcosa che ancora potevo riconoscere, qualcosa di non troppo diverso da una famiglia.
TUTTI I SILENZI CHE CONOSCO E DOVE SI POSSONO TROVARE:
1. In biblioteca
2. In sinagoga
3. Nel dormiveglia
4. Poco prima che succeda qualcosa di terribile
5. Subito dopo che è successo qualcosa di terribile
6. Dentro i corpi degli strumenti musicali
7. Ogni volta che vuoi dire qualcosa di carino a qualcuno ma sei troppo timido per dirlo
8. Ogni volta che vuoi fare una domanda a qualcuno ma sei troppo timido per farla
9. Tra il momento in cui rovesci una ciotola di vetro e il momento in cui questa si schianta a terra
10. La sera tardi, quando sono andati tutti a dormire
11. La mattina presto, quando tutti dormono ancora
12. Tra le lettere di una pagina
13. Dall’altra parte del filo telefonico
14. A 25.000 anni luce di distanza
15. Dopo la pioggia
La mattina dopo è successo un miracolo.
Anna Fusari