“Problems”, la forza femminista della sgradevole realtà
Nella mia ricerca spasmodica e un po’ caotica di libri stranieri da pubblicare con Pidgin Edizioni è capitato spesso che dopo aver letto soltanto alcune decine di pagine di un’opera avessi già il presentimento che questa sarebbe stata adatta alla nostra linea editoriale e che avremmo finito per pubblicarla.
Problems: stupefacenti complicazioni
Nel caso di Problems: stupefacenti complicazioni di Jade Sharma, pubblicato negli Stati Uniti da Coffee House, il processo di selezione ha preso una svolta unica e forse irripetibile: dopo appena una ventina di pagine e dopo essermi consultato in redazione con Raffaella Maisto (che poi si sarebbe occupata della traduzione), ho subito contattato gli agenti dell’autrice con un’offerta per acquistare i diritti. Nessuna esitazione.
Ci sono tante cose di cui parlare riguardo al romanzo, ma questo colpo di fulmine è ciò che rende maggiormente l’idea della sua qualità e, in particolar modo, dell’abilità di scrittura di Jade Sharma. Avrebbe potuto anche parlare del nulla per mille pagine e mi avrebbe tenuto comunque incollato nella lettura con la sua voce arguta e sarcastica; eppure il libro non è una mera dimostrazione di bella scrittura in dialoghi sagaci e osservazioni al vetriolo, ma si articola in una storia molto coinvolgente e interessanti spunti di riflessione.
Maya è una giovane donna newyorkese di origini indiane che lavora part-time in una libreria mentre procrastina a tempo indeterminato la stesura della sua tesi per un Master of Arts. È bloccata nella noia di un matrimonio con Peter – uomo attraente ma insipido con un problema con l’alcol – e in un vortice di spietata autocritica e problemi di dipendenza (dalle droghe, dalle relazioni, dal sesso). Maya ci presenta la sua relazione con l’eroina come un’assunzione saltuaria e perfettamente sotto controllo. Ma ci anticipa anche che non fa altro che mentire. Dopo brevissime pause dall’eroina, Maya viene assalita da una brama disperata e cerca freneticamente le sue “bustine d’emergenza” o tartassa di messaggi il suo spacciatore di fiducia.
Un altro aspetto della propria vita che la protagonista si/ci illude di riuscire a tenere a bada è la sua relazione extraconiugale con Ogden, un suo professore molto più anziano e assolutamente indifferente verso le sue necessità. Ma il controllo di tutte queste situazioni è soltanto apparente e somiglia più all’equilibrio precario di un castello di carte: alla prima vibrazione, il castello crolla e ognuna di queste situazioni precipita. E Jade Sharma tratta le esperienze del suo personaggio in rappresentazioni che sanno di vero e di sincero, strappando qualsiasi velo che avrebbe potuto filtrare la cruda realtà della sua condizione. Ciascuno delle sue dipendenze viene affrontata senza mai scadere nel cliché né in una compiacenza romanticizzata del problema; anzi, la scrittrice non si risparmia in descrizioni esplicite delle ripercussioni che la protagonista deve sopportare. Eppure questa crudezza è resa digeribile dal sarcasmo e dall’originale raffinatezza della sua scrittura, popolata di dialoghi arguti e osservazioni succinte modellate alla perfezione, evidenti eredità del background di Jade Sharma nella slam poetry.
Un libro femminista
Difficilmente si troverà un editore che non tessa le lodi di una propria pubblicazione. Ma mi sento sicuro della mia obiettività affermando che Problems: stupefacenti complicazioni ha il merito di trattare con profondità e intelligenza le complicate problematiche dell’essere persona e poi dell’essere donna – donna complessa, acculturata, sfacciata, indipendente, sola e appartenente a una minoranza etnica – in un mondo spietato e indifferente. È un libro potentemente femminista: nel rifiuto della scrittrice di oscurare il desiderio femminile; nella descrizione incensurata di atti sessuali e funzioni corporee; nella rottura rispetto a una visione buonista che vuole la donna mai sboccata; nell’indiscriminata mancanza di rispetto verso donne e uomini, madri e padri, amici e amanti e se stessa; nei difetti, nelle debolezze e nelle menzogne che rendono la protagonista vera e a tratti insopportabile. L’atto femminista di Jade Sharma è nella nuda e spietata umanità di Maya, nella sgradevole imperfezione che la letteratura ha spesso riservato ai personaggi maschili. Non è un libro per chi si scandalizza facilmente, ma un po’ di sana realtà è ciò di cui tutti hanno bisogno, prima o poi.
Stefano Pirone