Un anno di serie tv: i migliori personaggi del 2019
Oltre 13 milioni di spettatori negli USA sintonizzati per l’episodio finale, più di un anno di lavorazione tra le riprese e la post-produzione, 160 nomination totali agli Emmy e 59 premi vinti – di cui 12 soltanto quest’anno – e con un budget di 90 milioni e una programmazione in più di 200 paesi, Il trono di spade è sicuramente il programma dell’anno (per non dire del decennio). Ci è sembrato doveroso iniziare questa retrospettiva sulle serie tv del 2019 con lo show che più di ogni altro ha monopolizzato l’attenzione del pubblico e della critica, tracimando persino al di fuori del tubo catodico e investendo la moda e la politica (Beyoncé e Donald Trump, avete presente?).
L’invasione delle serie tv
Ma questo non è un articolo sul Trono di spade. Non soltanto, almeno. C’è stato tanto, tantissimo spettacolo di ottimo livello, in tv, nell’anno appena trascorso. Forse più di quanto ne abbiamo visto nei dodici mesi precedenti, sicuramente più di quanto non ce ne fosse in giro un decennio fa – quantitativamente parlando, sia chiaro. La buona televisione c’è sempre stata, ma oggi, con l’aumento straordinario dell’offerta, sembra ce ne sia ancora di più in circolazione.
Dati alla mano, nel 2018 sono state trasmesse, in chiaro o via streaming, 495 serie: vale a dire una cifra maggiore rispetto alle 487 del 2017, che a loro volta erano superiori alle 455 dell’anno prima, per non parlare delle 182 del 2003. Non c’è ragione di credere che nel 2019 questa crescita si sia arrestata. Come accade anche per i film – ve ne abbiamo già parlato qui – è sempre più facile lasciarsi sfuggire programmi di qualità: perché non tutti superano le frontiere del paese d’origine, perché non supportati da un’efficiente promozione, perché semplicemente non abbiamo tempo. Anche per questo, noi di Grado Zero abbiamo provato a stilare un elenco dei personaggi tv che più abbiamo amato quest’anno; senza alcuna presunzione, ma con lo spirito dei seriofili che desiderano che i loro beniamini raggiungano quanti più spettatori è possibile.
Le nuove star della tv
Naturalmente, non è stato affatto facile fare una selezione all’interno di un universo in espansione. Anche perché i personaggi e i loro interpreti aumentano di pari passo, e con essi le celebrità del piccolo schermo. Gli attori che ottengono la popolarità per un ruolo in una serie tv sono tanti quanti le star del firmamento hollywoodiano – e in alcuni casi i compensi non sono da meno. Continua, nel 2019, la migrazione dei divi dal cinema alla televisione, con un’inversione di tendenza che non accenna a volersi arrestare: solo per citare i più recenti, Russell Crowe, Naomi Watts, Kirsten Dunst e il premio Oscar Meryl Streep.
Le serie vivono di più
Difatti, l’espansione di cui stiamo parlando coinvolge prima di tutto la durata delle serie che siamo abituati a guardare; i canonici trenta o quaranta minuti di un episodio si sono ormai stabilmente convertiti – già da qualche anno, va detto – in un’ora buona, con straripamenti che toccano la soglia del lungometraggio. Allo stesso modo, l’età media dei prodotti seriali si è decisamente allungata, e sono sempre di più quelli che vengono riconfermati oltre ogni previsione. Attualmente, sono in produzione alcune delle serie più longeve realizzate negli USA, e mentre al di là dell’oceano vanno in onda le ultime stagioni di Supernatural e di Criminal Minds – la quindicesima per entrambi – quest’anno hanno chiuso i battenti programmi ormai storici come Modern Family e The Big Bang Theory, giunti rispettivamente all’undicesima e dodicesima stagione.
Il ritorno dell’usato: revival e reboot
L’effetto di tutta questa dilatazione è una riserializzazione di sé stesso: l’universo seriale non solo si allarga, ma attinge anche al proprio serbatoio per riportare in auge vecchi programmi ormai conclusi, seguendo il processo del reboot o del revival. Nell’ultimo anno abbiamo visto tornare alla ribalta sit-com e teen drama cui eravamo affezionati, con nuove stagioni non sempre riuscite: adesso, la lista annovera almeno The Twilight Zone, Carmen Sandiego, The L World, BH90210 e Roswell, New Mexico.
La parola ai fan
Capita, poi, che una serie venga ripristinata con l’aiuto dei fan: è quanto è successo a Veronica Mars, ritornata con una nuova stagione grazie a una petizione e una raccolta fondi lanciata in rete. Non ha avuto lo stesso esito la richiesta dei fan de Il trono di spade di un remake dell’ottava stagione finale, con una petizione online che ha raccolto quasi 2 milioni di firme; è molto più di quanto riescano a raccogliere analoghe iniziative sociali, e, che ci piaccia o meno, è un dato di cui tener conto per comprendere quanto siano diventate significative le serie tv nelle nostre vite.
Mary Louise Wright (Meryl Streep) – Big Little Lies
La suocera di Nicole Kidman è tornata in città. Pungente, schietta, una donna della terza età con l’aria da gentile signora che sa sempre come mettere a nudo le debolezze degli altri. In un certo senso, questa nonna che vorrebbe prendersi cura dei nipoti e fatica ad accettare di avere un figlio violento fa tenerezza. In molti altri, no. Deliziosi i suoi alterchi con la nuora.
Bojack Horseman – Bojack Horseman
Bojack Horseman si è redento. O almeno ci sta provando. Non è facile lasciarsi alle spalle una vita di abusi e di errori, ma tentare di migliorare è già qualcosa. Difficile non empatizzare con un personaggio imperfetto che vuole liberarsi dei propri demoni, specialmente considerando che il passato tornerà a bussare alla sua porta.
Valerij Alekseevič Legasov (Jared Harris) – Chernobyl
Un uomo applaudito dalla comunità internazionale per l’impegno e il coraggio dimostrato nel corso delle indagini, ma tradito e dimenticato dal suo stesso governo. Un eroe silenzioso ingiustamente cancellato dalla storia, vittima innocente di un regime corrotto e bugiardo.
Miriam “Midge” Maisel (Rachel Brosnahan) – La fantastica signora Maisel
Midge Maisel è una mamma single piantata dal marito, con un’aspirazione che i genitori non vedono di buon occhio e con un punto di vista troppo moderno per una donna degli anni Cinquanta. I numeri sono quelli di una brava ragazza, ma nessuno è perfetto: meno male, perché i suoi errori la rendono ancor più irresistibile. E le sue battute sono esilaranti.
Prairie Johnson (Brit Marling) – The OA
Prairie è un’anima pura. Carismatica. Dolce. Tenace. È facile capire perché sia il leader dei suoi compagni di viaggio, impossibile dimenticare la sua avventura dall’aldilà e ritorno. E come se non fosse bastato tutto quello che ha già passato, gli eventi della seconda stagione mettono ancor più a dura prova la sua forza.
Thomas Shelby (Cillian Murphy) – Peaky Blinders
L’ultima stagione ha messo a nudo, in modo davvero ben congegnato, quanto l’imprevisto sia sempre pronto a colpire nel punto cieco delle congetture di Thomas Shelby, e per la prima volta ha mostrato un personaggio fallibile, e per questo più “umano”.
Payton Hobart (Ben Platt) – The Politician
Un liceale che punta dritto alla Casa Bianca. Payton ha ambizioni altissime, e non è disposto a concedere spazio alle distrazioni, neanche ai sentimenti. Lucido, inflessibile, brillante, calcolatore, alla fine tutto gli scivola di mano e i suoi piani vanno a farsi benedire. Eppure tuto fa presagire che quando si rialzerà in piedi ne vedremo delle belle.
Elektra Wintour (Dominique Jackson) – Pose
Una donna transessuale che si guadagna da vivere come dominatrice sadomaso nella New York dei primi anni Novanta, se ne sta comodamente al riparo dal sole osservando gli amici al lavoro, brama l’ammirazione altrui ma guarda tutti dall’alto in basso, mentre insegna alle donne della sua comunità ad apprezzare il proprio corpo. Non c’è bisogno di dire altro.
Jean Milburn (Gillian Anderson) – Sex Education
Una terapista del sesso, madre di un adolescente che fatica a esplorare la propria sessualità. La disinvolta dottoressa Milburn non ha problemi a chiedere al figlio di condividere i suoi tentativi di masturbazione. Non è il personaggio a cui ci si affeziona di più nella serie, ma puoi star certo che quando c’è lei non ti annoi.
Jim Hopper (David Harbour) – Stranger Things
Il burbero sceriffo di Hawkins è alle prese con una figlia adolescente e I suoi ormoni. Inutile aspettarsi che mitighi il suo carattere brontolone e irascibile. Ma come i migliori duri, sotto la superficie c’è un cuore d’oro, e le parole che scrive nella lettera a Undici sono semplicemente toccanti.
Roman Roy (Kieran Culkin) – Succession
In una famiglia in cui ognuno trama alle spalle dell’altro è difficile stabilire chi sia più sgradevole. Roman, però, ha qualcosa che lo rende più viscido degli altri. Dev’essere la sua impenetrabilità, la sua ambiguità, il suo infantilismo, e il fatto che non si capisca bene cosa voglia: vuole il potere, come i suoi fratelli, o prova semplicemente gusto a demolire gli altri con le sue (meravigliose) frecciate sboccate?
Jon Snow (Kit Harington) – Il trono di spade
Tutti noi avremmo voluto vedere Jon Snow seduto sul trono, ma è andata com’è andata, senza rimpianti. Voler bene a qualcuno significa accettare ciò che è meglio per lui, e se per Jon abbiamo provato così tanto affetto è perché è stato l’eroe di cui avevamo bisogno, quello per cui poter tifare incondizionatamente. Perché lui avrebbe fatto sempre la cosa giusta, anche se questa avesse richiesto un enorme sacrificio. Perciò va’, Jon, lì dove potrai essere felice.