Su Netflix è disponibile la quarta stagione di Rick and Morty, serie che negli ultimi anni ha raccolto un sempre maggior numero di seguaci anche grazie al suo cocktail da 20 minuti a puntata, un concentrato di: teorie sui multiversi, infinite varianti del disequilibrato duo composto da nonno Rick e nipote Morty, una spruzzata di dissacranti citazioni pop (e poop), duetre gocce di personaggi secondari in grado di sbrecciare la noia anche solo con poche battute, un pizzico di scene strazianti/disarmanti/qualsiasi cosa in -anti, sale e pepe quanto basta. E di riferimenti ad altre serie o film se ne trovano ovunque, disseminati tra i titoli (per citarne alcuni: Total Rickall, Close Rick-counters of the Rick kind, One crew over the Crewcoo’s Morty…) e le scene. Uno dei punti di forza del programma sta nel rendere questi riferimenti non virtuosismi sterili: Jurassic Park, Nightmare, Ritorno al futuro, Shining e decine di altri progetti si fondono attivamente nel mondo (o meglio: negli innumerevoli mondi) di Rick and Morty.
La serie racconta le vicissitudini di una famiglia, concentrandosi sul rapporto avventuroso tra nonno (Rick) e nipote (Morty), personaggi sempre in viaggio tra i mondi grazie alla pistola intradimensionale di Rick. I vari salti quantici, presenti in ogni puntata della serie, fanno da sfondo alla evoluzione del rapporto di loro due nei confronti della realtà e di come questa perda l’unicità di essere intesa come unica possibile opzione di vita, lasciando spazio sia a quanto poco può valere una singola esistenza – nel momento in cui ci si accorge che altri infiniti io vivono infinite vite altrove nello stesso momento – sia a quanto è comunque degna, originale e inimitabile qualsiasi azione compiuta nel qui e ora. Sul perché seguire la quarta stagione di Rick and Morty, il tutto può riassumersi in almeno dieci motivi.
La serie propone una prima puntata che paradossalmente, a parte in pochi frangenti, è al di sotto della media in termini di black humor e introspezione dei personaggi, come se i creatori avessero voluto mettere alla prova gli utenti. Rick and Morty si presenta subito come una serie “non per tutti”, eppure proprio per questo le successive puntate acquistano potenza: i momenti tragici e le battute al vetriolo che accompagnano lo spettatore durante le quattro stagioni appaiono ancor più empatiche proprio a causa dell’impegno profuso da chi non si arrende alla prima puntata semi-sconclusionata. La prima lezione di Rick and Morty è quindi: Fermati alla prima impressione – buurp! – e non capirai nulla Morty! Mi segui Morty? Persevera Morty, ci aspettano ancora – buurp! – cento anni di avventure! Rick e Morty in giro per lo spazio!
Rick and Morty è la somma di molteplici vite in divenire, e non è solo la storia di Rick (il vero protagonista, a metà tra il dottor Emmett Brown e Dio alcolizzato) a disvelarsi durante ogni puntata. I tasselli del puzzle di Rick and Morty sembrano via via incastrarsi, ma proprio quando si ha la sensazione di intuire il disegno generale è la serie stessa a ricordarci che Ehi Morty, stai costruendo – buurp! – una stronzata Morty! Nulla ha senso Morty! Queste tessere son mischiate, da quanti pianeti provengono Morty?
La seconda lezione di Rick and Morty può essere così sintetizzata: vuoi capirci qualcosa? Forse alla fine tutto avrà senso, forse no. Che importa? Goditi il viaggio, baby.
Rick and Morty è una serie creata da un Pollicino che cammina all’indietro e semina dettagli anacronistici lungo il percorso. A volte guardare una puntata è come non guardarla affatto: una citazione di sfuggita può risolvere un dubbio nella serie successiva, così come una citazione di una serie successiva può rimettere in discussione certezze pregresse. Rick and Morty è un continuo viaggio nello spazio-tempo, e non esiste prima o dopo se ogni volta si fatica a comprendere quand’è adesso. Vale la lezione precedente, sìssì: goditi il viaggio, baby.
Le battute presenti in Rick and Morty non servono soltanto a colorare le vicissitudini famigliari, ma sono necessarie per il susseguirsi degli eventi. La serie mette quindi in risalto il potere della parola e in più occasioni è proprio una battuta a sbloccare situazioni di stallo, obbligando Rick a sottostare non ai suoi esperimenti e voli pindarici ma alla poetica gaia scienza. E soprattutto: a cosa serve un Plumbus?
Ogni mondo visitato da Rick and Morty si stacca dall’idea di fungere da sfondo alla puntata in corso, acquistando invece le caratteristiche di parte integrante nelle modalità più disparate: animali, vegetazione, composizione chimica… tutti i dettagli lasciano presupporre ore di lavoro e malditesta, con risultati pregevoli. Si possono vedere pianeti femminili, mondi gommosi, zone dove è impossibile morire, più tutta una serie di pianeti incomprensibili, o per dirlo come Rick: «È come Inception, Morty: è confuso e stupido, quindi è un film che tutti amano.»
Rick, devoto alla scienza, non perde occasione per infierire quando – sempre, eccezion fatta per l’episodio 2×06 “The Ricks must be crazy” in cui una versione miniaturizzata di sé cerca di sovrastarne l’intelletto – deve interfacciarsi con qualcuno che reputa meno intelligente di lui. Tale consapevolezza lo porta però a subire una vita della quale non vede l’importanza. Non ha amici, non gli è possibile trattenere a sé l’amore, e uno dei suoi consigli a Morty sembra rivolto a se stesso: «Non odiare il giocatore, odia il gioco.»
Escludendo l’ingombrante figura di Rick, l’intera serie è fustellata di personaggi saltuari, personaggi che non si limitano a far da contorno per una o più puntate ma entrano nei modi di dire degli spettatori. Bastano infatti pochi minuti per affezionarsi ai vari Scary Terry, Unità, Persuccello, Squanchy, Buchetto per popò o Mr. MiGuardi… Inoltre la ricercata cura dei dettagli (vedi punto 5) è evidente – e questo è un minimo esempio – durante la puntata 2×08 “Interdimensional cable 2”, durante la quale i protagonisti trascorrono il tempo guardando in tv i programmi trasmessi da altri pianeti: tra i varietà più o meno assurdi appare la pubblicità di un ristorante per esseri dalle bocche piccine, col gestore intento a osannare i prodotti utilizzando un lessico altrettanto ristretto.
Così come in BoJack Horseman, Rick and Morty esprime il modo di pensare dei personaggi attraverso frasi più o meno caustiche, soprattutto se attribuite a Rick. Si parla di educazione scolastica? «La scuola è una grande perdita di tempo. Quei ragazzi che corrono in giro, entrano insieme. Il professore dice “2+2”. Il ragazzo dal fondo risponde “4”. Poi suona la campanella, ti danno del latte e un pezzo di carta che dice puoi andare a svuotare l’intestino. Non è per le persone intelligenti.» Si parla di amore? «Ascolta Morty, mi spiace deluderti, ma quello che chiamano amore è solo una reazione chimica che fa accoppiare gli animali. Colpisce duro, Morty, e poi lentamente si spegne e ti incastra in un matrimonio fallito. Lo ha fatto con me, lo farà con i tuoi, rompi il cerchio Morty, vai oltre, concentrati sulla scienza.» Si parla di senso della vita? (Questo è il momento in cui Morty, parlando alla sorella, esprime la propria visione nei confronti di un mondo al quale sa di non appartenere): «Nessuno esiste di proposito, nessuno appartiene a un posto, tutti quanti moriranno. Vieni a guardare la TV?» Infine, Rick parlando col nipote sintetizza la serie con una frase definitiva (si comprenderà al punto 10 dell’articolo a proposito delle “Affinità in compagnia”): «Vivere vuol dire rischiare tutto. Altrimenti saresti solo un mucchio di molecole messe insieme a caso che vagano ovunque le spinga l’universo.»
Il rapporto nonno-nipote ha scaturito molteplici ipotesi sulla deriva della serie, alimentate da dettagli seminascosti e/o di difficile individualizzazione che gli autori spergiurano di aver disseminato lungo le quattro stagioni. Rick è Dio? Morty non è affatto la spalla passiva del nonno quanto piuttosto il vero burattinaio? Cos’è accaduto a Rick durante la Ribellione, nel periodo antecedente al suo rientro in famiglia? Chi è Evil Morty? Quanto ancora bisogna attendere prima di assistere a un concerto di Serpe Jazz?
Gli episodi sono collegati l’un l’altro oppure gli sceneggiatori saltano continuamente universo e spazio temporale con l’intento di creare sequenze verosimili ma costellate di minime incongruenze? Rick and Morty è tra le serie più discusse, in relazione alle evoluzioni dei protagonisti, tanto da ricordare le teorie improponibili proposte durante le ultime puntate di Lost.
Eccoci, dunque. Guardate Rick and Morty da soli? Bello, eh. Ci sono citazioni da cogliere, nessun disturbo o movimento periferico da analizzare, tutta una serie di situazioni per godersi la puntata senza altre distrazioni. Guardate Rick and Morty in compagnia? Bello, eh. Più orecchie pronte a catturare i dialoghi borbottati di Rick, i lamenti di Jerry, le sfuriate di Beth, i dubbi di Morty e Summer, più occhi utili a catalogare i dettagli e quei personaggi che sfuggono per poi ricomparire alcune puntate in avanti. Ma – e quando si dice ma si tende ad annullare tutto quel che si è detto o scritto in precedenza – Rick and Morty è una serie che amplifica le sensazioni nello spettatore, una serie tanto densa da risultare pericolosa: se, in questo o in uno degli innumerevoli altri mondi che si sviluppano nel qui e ora, state guardando una puntata con accanto una persona affascinante e coinvolta nella visione, una persona che magari accenna a nuove interpretazioni sul proseguire della serie, o che semplicemente ascolta con interesse le vostre elucubrazioni sputacchiate senza riflettere, o magari addirittura che vi porta a disinteressarvi dello schermo («Ma! Non è possibile!»), allora beh… Insomma: Rick and Morty è una serie pericolosa; è bene essere coscienti della possibilità di superare il punto di non ritorno – qualsiasi cosa questo possa significare nella realtà – nel caso di visione (e condivisione tout court) con la compagn(i)a adatta. In questo e negli altri multiversi, senza eccezione.
La quarta stagione è disponibile su Netflix, dicevo: lunga vita a Rick and Morty. E pace tra i mondi.
Noooo davvero wubba dubba dub dub – buuurp! – devi venire con me Morty! Ci sono cento altre avventure per cento altri anni in cento altri mondi che – buuurp! – ci attendono Morty! Pronto? Vuoi guidare tu? Andiamo Morty, siamo Rick e Morty, siamo – buuurp! – Riiiick e Morty per sempre, per cento puntate e cento ancoraaaa!
Luca Pegoraro
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