Facciamo un salto nel 2012, quando arriva nelle sale italiane un film francese in grado di conquistare la critica e sbancare gli incassi nel proprio paese. Purtroppo la buona pubblicità non è bastata ad attirare il pubblico italiano in sala e noi vi spieghiamo perché invece questo film, ora disponibile su Raiplay, merita una visione attenta. Non solo è un film che stupisce per originalità, ritmo e scrittura: è anche una storia che punta dritta al cuore e lascia stupefetti quando si scopre che non solo è una storia vera, ma è pure interpretata da chi questa storia l’ha vissuta. La dicitura “tratto da una storia vera” assume così un significato del tutto nuovo ed è quindi importante, in questo caso, conoscere ciò che c’è dietro, ovvero una famiglia in cui lei dirige, lui l’aiuta a scrivere la sceneggiatura ed entrambi, insieme al figlio, recitano.
Veniamo dunque alla trama: Romeo e Juliette (già, avete letto bene) sono due giovani sposi felici, la cui vita viene scossa dalla nascita del figlio: notti insonni e tanti sacrifici mal si adattano alla loro vita fatta di serate fuori e divertimenti. Ma col tempo imparano ad apprezzare questa nuova gioia, finché non scoprono che il loro piccolo ha una grave forma di cancro al cervello. Per loro è l’inizio di una nuova sfida, la più grande. Questa è la storia vera dei due protagonisti-sceneggiatori: Valérie Donzelli, anche regista, e Jérémie Elkhaïm che decidono di far apparire anche il figlio nei panni di sé stesso. Nel film raccontano la battaglia del loro primogenito, vinta qualche anno prima (e quindi parliamo di una dozzina d’anni fa ormai) ma non aspettatevi un dramma lacrimoso.
Il registro scelto, come suggerisce il titolo, è quello di un film d’azione, a ritmo frenetico, che non lascia spazio alle lacrime, se non a quelle finali di gioia. Perché sì, c’è un lieto fine e si può dire. Film con al centro protagonisti malati sono stati prerogativa del cinema sentimentale (vi ricordate Julia Roberts in Scelta d’amore ?) o adolescenziale (Colpa delle stelle il caso di maggior successo degli ultimi anni) ma La guerra è dichiarata non è nulla di tutto ciò. Non è un dramma, non è nemmeno una commedia, e non è un film sentimentale nel senso “romantico” del termine, ma un film che mescola tanti sentimenti e ne fa provare in egual misura allo spettatore. A sorprendere è poi che regia, sceneggiatura e ruolo da protagonista appartengano alla stessa persona, una fenomenale Valérie Donzelli, qui appena al secondo film dopo il folgorante debutto del delizioso La reine des pommes, da noi purtroppo inedito.
Per i francofoni che vogliano recuperarlo occorre dire che è una spassosa commedia surreale e sopra le righe, e quindi una pellicola completamente diversa da La guerrra è dichiarata. Entrambi sono però girati con una Canon Eos 5D con lo stesso spirito indie, benché La guerra dichiarata abbia un budget superiore e ne fa sfoggio con pezzi da novanta nella colonna sonora (Morricone, Vivaldi). Per il resto, rimane un film in famiglia, sincero e ricco di vitalità, con cui la giovane Valérie Donzelli si fa conoscere a un pubblico internazionale e dimostra di sapere gestire con mano sicura più registri, ma soprattutto di essere in grado di scavare dentro di sé per condividere il suo dramma con il mondo. Una scelta personalissima, difficile, rischiosa, ambigua e controversa, che però l’autrice, affiancata dal compagno attore-sceneggiatore Elkhaïm ha vinto portando un messaggio di speranza e forza a tutte le famiglie che vivono una situazione simile.
Il tatto e il piglio narrativo adottato fanno sì che il film si trasformi in un’esperienza catartica e l’entusiasmo della critica d’oltralpe ha trascinato 800.000 spettatori paganti nei cinema francesi: per Valérie Donzelli una seconda sfida vinta. La sorprendente Valérie Donzelli ci ha poi stupiti passando al musical con il successivo Main dans la main, purtroppo da noi inedito, e da Marguerite & Julien – La leggenda degli amanti impossibili (distribuito da Officine Ubu), tratto da un soggetto scritto inizialmente per Francois Truffaut, ma sfortunatamente passato del tutto in sordina. Molti critici (anche d’oltralpe) ormai considerano La guerra è dichiarata come un’occasione irripetibile per Valérie Donzelli, capace di credibilità soltanto nelle storie autobiografiche. Noi preferiamo credere che quest’autrice sia ancora lontana dal riconoscimento che merita e ci auguriamo di rivederla presto risplendere in una nuova storia. Intanto vi invitiamo a conoscerla attraverso questo film di grande umanità e sentimento.
Carlo Crotti
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