Lo scorso semestre ho iniziato a lavorare come lettore di lingua italiana all’Università di Bonn. Tra i corsi che mi sono stati affidati ce n’era uno intitolato Essay, ovvero un corso di scrittura. Io ero subito partito con la solita tiritera che la scrittura non s’insegna, come recita il titolo del saggio di Vanni Santoni. Tuttavia, si trattava di insegnare a studenti tedeschi (e italiani), giunti al loro ultimo corso universitario di lingua italiana, a esprimere con coerenza – e coesione – il loro pensiero in una lingua che non è la propria (lo stesso problema che mi sono trovato ad affrontare e che affronto tutt’ora quando devo scrivere in tedesco, man lernt nie aus).
Ho organizzato il corso in quattro moduli tematici, il primo dei quali “Libri e lettura”. Essendo libero nella scelta delle tematiche, senza pensarci due volte sono partito subito con l’ossessione di una vita: i libri. Inoltre, ho cercato di trasmettere loro qualche nozione sulla scrittura nell’unico modo in cui è possibile impararla: leggendo, e molto (alternando, di tanto in tanto, qualche esercizio di lessico, rivolto soprattutto a chi non era madrelingua). Per cominciare, a mo’ di premessa sulla scrittura, abbiamo letto l’articolo L’antilingua di Italo Calvino, e lo stesso Calvino (e chi meglio di lui) ha aperto alle studentesse del corso le porte al mondo dei libri e della lettura con l’incipit di Se una notte d’inverno un viaggiatore. Successivamente, abbiamo letto un articolo sull’internazionale di Guido Vitiello sullo tsundoku e un articolo di Umberto Eco, in cui l’amichevole semiologo di quartiere racconta le peripezie del moderno bibliofilo. Per concludere, abbiamo discusso alcune pagine del saggio Come ordinare una biblioteca del compianto Calasso. La traccia che ho dato loro da scrivere alla fine del modulo era la seguente:
Spesso si sente dire che nessuno più legge e che l’oggetto libro stia per scomparire. Eppure, abbiamo letto diversi contributi di persone che, ancora oggi, mostrano un profondo attaccamento ai libri. Qual è la tua opinione in merito? Che ruolo hanno i libri e la lettura nel mondo di oggi? Quale ruolo giocano nella società odierna gli e-book e Amazon?
Le studentesse del corso si sono date un gran da fare: alcuni dei saggi brevi che mi sono arrivati erano scritti con fin troppa Leidenschaft, mi sembrava un’ingiustizia ignorarli e tenerli imprigionati nel loro ingiusto status di esercizio di fine modulo tematico. Dunque, vi propongo qui di seguito alcuni dei mini-temi scritti durante il corso che ho tenuto lo scorso Wintersemester, uno per ogni modulo. Il primo è di Sara Vanella.
I libri si leggono ancora, e molto. Mi piace pensare alla libreria come a un aeroporto, un luogo in cui ci si reca muniti di bagaglio, sorriso e occhiali da sole pronti per mete ignote. Il lettore intrepido si guarda intorno, scruta lo scaffale dei libri come fosse un tabellone dei voli. Dove andare di bello? Potrei salpare per eccitanti avventure con i pirati della Malesia, ripercorrere il corso del Danubio in compagnia di Claudio Magris o chissà che altro.
Il fatto è che viviamo in un mondo di gente di fretta; quanto suona strano andare in aeroporto senza una meta già prefissata solo per contemplare il cartellone delle partenze? Bisogna andarci con le idee chiare, con il biglietto sullo smartphone e il check-in già fatto online. Non solo velocità, ma anche immediatezza: per la maggior parte delle persone un libro deve “colpirti subito”, deve cioè prenderti a mazzate qualche organo per essere preso sul serio (che sia cuore o fegato non importa, basta che si faccia sentire). Non c’è la pazienza di prestare l’orecchio a un racconto che cresce timidamente, non c’è abbastanza tempo per soffermarsi ad apprezzare la ricercatezza lessicale, i mutamenti di prospettiva, la lentezza delle descrizioni. Si saltano ghirigori e pagine per arrivare al sodo. Obiettivo principale oggigiorno: assimilare il più velocemente possibile quei due o tre argomenti in tendenza della settimana per non rimanere indietro, consumare voracemente il fiero pasto. E perché perdere preziosissimo tempo a scegliere cosa leggere, meglio lasciarselo dire dai vari “spesso acquistato con” e “potrebbe piacerti anche” di Amazon. Che senso ha bighellonare tra gli scaffali della libreria quando si può comodamente scorrere sul cellulare la classifica dei libri più venduti per accaparrarsi l’ultimo “libro-fenomeno”? L’ebook con le recensioni più enfatiche e le stelle più brillanti andrà benissimo.
Sì, i libri si leggono ancora, è solo cambiato il modo di fruizione; come ogni altro bene di consumo di massa vengono ingollati ancor prima di essere masticati adeguatamente. A tutti i lettori consiglio di rallentare un attimo per evitare un’indigestione; o in alternativa, di procurarsi una discreta quantità di bicarbonato.
Sara Vanella
Giovanni Palilla
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