Il 2022 è stato in definitiva un buon anno per il cinema. Sicuramente migliore delle due annate precedenti. La pandemia ha certamente scoraggiato le grandi produzioni, che hanno a lungo preferito tenere nel cassetto i loro progetti migliori anziché rilasciarli direttamente su piattaforme on demand o incorrere nel rischio di una distribuzione limitata – e peggio ancora di un fiasco al botteghino. Per troppo tempo abbiamo avuto la sensazione che le uscite in sala e in streaming non fossero all’altezza degli anni pre-Covid, lasciandoci sperare che presto o tardi il grande cinema sarebbe tornato alla riscossa. Non sono lontane, infatti, le polemiche sugli ultimi due titoli vincitori dell’Oscar al miglior film, Nomadland di Chloé Zhao e CODA – I segni del cuore di Sian Heder, considerati favoriti dal politically correct e dalla mancanza di una vera e propria concorrenza. D’altra parte, basta dare uno sguardo agli altri candidati per rendersi subito conto che non reggono il confronto col decennio precedente.
Il 2022, invece, ci ha regalato non poche soddisfazioni. Per esempio, con l’atteso ritorno di Tom Cruise in Top Gun: Maverick, il sequel del cult del 1986 che non ci aspettavamo. Per non parlare dell’ancora più atteso Avatar – La via dell’acqua, arrivato a oltre dieci anni di distanza dal precedente, primo film. E poi, la nuova avventura del detective Benoit Blanc in Glass Onion – Knives Out, e ancora Tár, l’ultima fatica di Todd Field (da noi ancora inedita) dopo quel Little Children del 2006, e la ritrovata popolarità per Brendan Fraser grazie a The Whale (anche questo di prossima uscita in Italia). Sul versante dei generi, ha brillato luminosa la stella del fantasy di Everything Everywhere All at Once, l’horror Smile ha ottenuto un inaspettato successo al box office, gli eroi di Asgard e di Wakanda sono tornati a combattere nei nuovi film di Thor e Black Panther, e poi ancora le nuove uscite di Jordan Peele, Alex Garland e Guillermo del Toro.
Non è mancato il cinema d’autore per intenditori, da quello più spiccatamente popolare (The Fabelmans di Steven Spielberg e Amsterdam di David O. Russell) a quello festivaliero (Belfast di Kenneth Branagh e Triangle of Sadness di Ruben Östlund), con nomi di punta da oriente a occidente che hanno dato lustro al cinema di ogni dove, dal coreano Park Chan-wook all’argentino Santiago Mitre, dal canadese David Cronenberg al belga Lukas Dhont. Come ogni anno avviene, tuttavia, per tutti coloro che emergono sulla superficie dell’oceano, ce ne sono altrettanti meritevoli che non riescono a venire a galla. E puntualmente, eleggere i migliori significa lasciarne fuori degli altri, che non sono necessariamente da buttar via. A volte, si tratta semplicemente di essere più sfortunati. È il gioco delle grandi cerimonie di premiazione, Oscar in testa, le cui nomination sono state annunciate proprio in questi giorni. È il bello della gara, lo spirito che accende le tifoserie e alimenta la curiosità, ma tutti noi sappiamo che non sempre una statuetta è tutto.
Ecco perché, anche quest’anno, vogliamo suggerirvi una rosa di titoli – in ordine rigorosamente alfabetico – che non hanno ricevuto la giusta visibilità e che in questa stagione di premi avrebbero meritato qualcosa in più. Alcuni sono balzati agli onori delle cronache per poi sparire nell’oblio subito dopo, altri invece sono passati quasi completamente in sordina. Ne abbiamo selezionati dieci, tra quelli usciti in sala o direttamente in streaming in Italia nel 2022, con l’aggiunta di uno da tenere d’occhio, che dovrebbe arrivare da noi quest’anno. Con la certezza che tanti altri ancora ce ne restano da scoprire.
Una famiglia alle prese con un figlio robotico danneggiato che necessita di riparazione. Una commistione tra dramma e fantascienza sui temi della memoria, della perdita e di cosa intendiamo per essere umano. Con uno strepitoso Colin Farrell, After Yang è stato presentato nel 2021 al Festival di Cannes, ma abbiamo dovuto attendere oltre un anno per vederlo anche da noi.
Disponibile su Sky e Now TV
Racconto biografico ispirato all’infanzia del regista ai tempi dell’allunaggio dell’Apollo 11 nel 1969. Firmato da Richard Linklater, quello di Waking Life, Prima dell’alba e Boyhood. A più voci è stato incoronato come uno dei migliori film del 2022. Non male come premesse, no? Peccato che l’uso del rotoscopio lo abbia fatto inizialmente escludere dalla corsa agli Oscar – e da tutte le altre premiazioni, si direbbe. Su Rotten Tomatoes ha il 91% di recensioni positive.
Disponibile su Netflix
Presentato alla scorsa Mostra di Venezia, l’ultimo film di Alejandro González Iñárritu avrebbe meritato di più di una nomination tecnica agli Oscar. La distribuzione a cavallo con altri titoli di richiamo non gli ha giovato. Per giunta, la critica non ha particolarmente apprezzato l’eccesso di biografismo (ma sarà veramente un peccato?) e il suo incedere cervellotico, diviso com’è tra le aspirazioni felliniane e un mosaico in stile David Lynch, per cui non sei mai sicuro di cosa stai vedendo finché non passi alla scena successiva. Ma quando ci arrivi, capisci che era il caso di andare avanti.
Disponibile su Netflix
La prima commedia romantica gay prodotta da una major (e da Judd Apatow, uno dei re della commedia americana) avrebbe dovuto avere un po’ più di visibilità, non fosse altro perché rappresenta un evento storico. Secondo uno dei protagonisti, la distribuzione non è stata particolarmente clemente con loro (per non parlare di vero e proprio boicottaggio). Gli addetti ai lavori, invece, ne hanno elogiato il plot, lo humour e le performance del cast, tra cui figurano anche un paio di celebrità nel ruolo di sé stesse.
Che cosa succede quando una quattordicenne inglese del 13º secolo rifiuta di cedere a un matrimonio combinato? Il film di Lena Dunham, adattamento del romanzo omonimo di Karen Cushman (in originale Catherine Called Birdy), rispecchia perfettamento lo stile del libro e lo spirito del tempo, senza rinunciare alla giusta dose di umorismo. Un adorabile incrocio tra un film in costume e una storia di formazione con un ottimo cast.
Disponibile su Prime Video
Un po’ sci-fi e un po’ thriller, un po’ The Truman Show e un po’ La fabbrica delle mogli, l’opera seconda di Olivia Wilde ci conferma le aspettative dopo il suo debutto dietro la macchina da presa. La storia è di quelle che ti tengono incollati allo schermo, tipica dei racconti in cui il protagonista intuisce che c’è qualcosa che non va ma nessuno vuole dargli credito. Come spesso accade, la risoluzione del mistero non brilla per originalità, ma non rovina affatto il piacere di aver gustato uno dei migliori thriller dell’anno. Con una Florence Pugh sempre più superba.
Disponibile in streaming a pagamento su Rakuten TV, Chili, Google Play e Prime Video
Un altro film d’animazione inspiegabilmente escluso dai premi che contano. Realizzato con la tecnica dello stop-motion, si divide in tre parti che raccontano storie diverse ambientate in epoche diverse con personaggi diversi, ma tutte con una grande protagonista: la casa. Con atmosfere angosciose che sfociano nel vero e proprio horror (specie nel primo capitolo), The House ha raccolto un consenso unanime. Nell’originale le voci sono di Mia Goth, Miranda Richardson ed Helena Bonahm Carter.
Disponibile su Netflix
In molti ritengono che questa sia la grande prova d’attore di Adam Sandler dopo Diamanti grezzi. Non a caso, gli è valsa la sua prima nomination agli Screen Actors Guild Awards. Nel film interpreta la parte di un talent scout dell’NBA che scova un nuovo prodigio in Spagna e tenta di prepararlo per la grande lega americana. Nel cast anche Queen Latifah e Robert Duvall. Su Netflix ha fatto incetta di visualizzazioni la scorsa estate dall’altra parte dell’oceano.
Disponibile su Netflix
Certo, The Northman non è proprio uno di quei film che passano inosservati. E infatti alla sua uscita se ne è parlato tanto, salvo poi finire nel dimenticatoio con l’arrivo dell’estate. Alla stagione dei premi è stato praticamente snobbato. Eppure gli ingredienti per il successo ci sono tutti: scenari mozzafiato, narrazione epica, sottofondo fantasy e discendenze storico-letterarie (protagonista è quell’Amleth che ha ispirato anche la tragedia shakespeariana). Con Alexander Skarsgård, Nicole Kidman, Anya Taylor-Joy, Ethan Hawke, Willem Dafoe e Björk nel cast.
Disponibile in streaming a pagamento su Rakuten TV, Chili, Google Play e Prime Video
Il regista Jafar Panahi interpreta un’altra versione di sé stesso, nei panni di un cineasta che sta girando un film su una coppia di esuli iraniani. Non è difficile leggervi le critiche neanche troppo velate al regime, motivo per il quale Panahi è tuttora detenuto in carcere in Iran, condannato a sei anni di detenzione. A Venezia ha vinto il Premio speciale della giuria, ma non ha potuto ritirarlo.
Negli Stati Uniti è stato eletto come l’horror della Generazione Z per eccellenza, quello che più di ogni altro ne incarna lo spirito e gli ideali. E che meglio la dissacra. La sua satira ha colpito in pieno, le caratterizzazioni dei personaggi hanno convinto la platea, la colonna sonora e la fotografia hanno ricevuto applausi sonori. E tutto in un horror adolescenziale ambientato in una sola location. Non ci resta che monitorarne l’uscita per sapere quando arriverà anche da noi.
Andrea Vitale
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