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I tormentoni che abbiamo dimenticato: posizioni 10-01

Ultima puntata di questa breve rassegna che ripercorre la storia del tormentone all’italiana, di quello danzereccio, cantereccio e godereccio, a volte scanzonato, a volte assai serio, a volte sanremese e a volte da Festivalbar, ma sempre con una precipua, imprescindibile caratteristica: quella di appiccicarsi in testa per una stagione o un anno intero. E poi, tristemente, scivolarne via. Se vi siete persi le precedenti puntate, potete recuperarle qui, qui e qui. Se invece siete curiosi di scoprire chi abbiamo messo in cima alla nostra classifica, non vi resta che scorrere e proseguire con la lettura.

10. Gemelli DiVersi – Mary (2003)
Certo, non è esattamente un tormentone, ma siamo certi che ci consentirete uno strappo alla regola dal momento che questa canzone la conoscevano e cantavano proprio tutti. Nei primi anni Duemila, il gruppo hip-hop era al vertice della fama: spopolavano tra i giovani, riempivano le piazze e in quello stesso anno vinsero anche come miglior artista italiano agli MTV Europe Music Awards. I Gemelli DiVersi hanno scritto un pezzo di storia della nostra musica, e se oggi avete tra i trenta e i quarant’anni molto probabilmente anche voi siete stati dei loro fan.
Verso memorabile: Mary è andata via / L’hanno vista piangere

09. Neffa – La mia signorina (2001)
Un altro brano iconico, di quelli che segnano indissolubilmente gli anni Duemila e le estati italiane. A quei tempi, il blues e il soul dovevano ancora conoscere la loro stagione di rivalsa: Amy Winehouse, Norah Jones e Adele sarebbero venute più tardi, e con loro anche Mario Biondi, Nina Zilli e Malika Ayane. La mia signorina arrivò in anticipo, ma funzionò ugualmente, e se non raggiunse le vette della classifica di vendite, trionfò comunque quanto a passaggi radiofonici. Forse oggi nessuno ci pensa più, ma siamo sicuri che non ve ne siate davvero dimenticati.
Verso memorabile: Potrei anch’io fare il presidente / Ma sto con lei e non mi manca niente

08. Gazosa – www.mipiacitu (2001)
Nella stessa estate di Neffa, c’erano anche i Gazosa, freschi freschi di vittoria a Sanremo tra le nuove proposte. La loro canzone dal sapore inconfondibilmente teen pop riempiva gli animi di spensieratezza e ci portava subito in un’atmosfera in cui essere giovani e innamorati, d’estate, era bellissimo. Ma la giovinezza non dura per sempre, e a quanto pare neanche l’epoca in cui gli artisti adolescenti parlavano ai loro coetanei d’amore, gioia e divertimento (vi ricordate Miley Cyrus e Mandy Moore ai loro inizi?).
Verso memorabile: Every day every night / Every second of my life

07. DJ Francesco – La canzone del capitano (2003)
La carriera da conduttore radiofonico e televisivo, la relazione con Alessia Marcuzzi, il lavoro da imprenditore e talent scout devono aver fatto dimenticare che ai suoi esordi Francesco Facchinetti era un cantante, tanto che anche il nome d’arte era leggermente diverso. E, soprattutto, che se ne uscì con questa canzone tipicamente da spiaggia, sbarazzina, fancazzista, inserita in un album che si chiamava Bella di padella, così, per dire. Francesco ha capito subito che non poteva vivere in un’estate perenne, e così ha cambiato genere (prima) e s’è messo a fare altro (poi). A noi, però, non sembra molto diversa da quello che oggi viene fatto passare per tormentone.
Verso memorabile: Muovi a tempo il bacino / Sono il capitano uncino

06. Billy More – Up & Down (Don’t Fall in Love with Me) (2000)
Al secolo Massimo Brancaccio, Billy More è stato probabilmente la prima drag queen tutta italiana assurta alla celebrità. E non solo da noi, perché il brano arrivò anche nelle classifiche europee, vuoi perché cantato in inglese, vuoi perché esponente di quella musica dance che allora andava tanto forte e ci ha fatto conoscere oltre le nostre frontiere. Up & Down fu un successo di vendite, ed entrò praticamente in tutte le discoteche nazionali. Se siete mai andati a ballare in quegli anni, allora l’avete ballata anche voi. Ma oggi, invece, vi risulta che risuoni ancora sui lidi d’estate?
Verso memorabile: You can kiss me and hurt me / Hug me and hit me / Deep deep inside / But don’t fall in love with me

05. Velvet – Boy Band (2001)
Non il singolo d’esordio del gruppo, ma il suo primo successo: i Velvet erano comunque agli inizi della carriera, e da lì in poi avrebbero virato verso sonorità più rock. Un po’ alla volta, sarebbero anche finiti nell’oblio, ma prima ci regalarono questa hit confezionata in tutto e per tutto come un tormentone. Difatti, è difficile scegliere se il merito del suo successo sia stato più della musica o del testo. Loro si prendevano in giro, noi li prendevamo sul serio, e li riproducevamo all’infinito.
Verso memorabile: Soffro lo stress, io soffro lo stress / Sono stanco e fuori forma

04. Paola & Chiara – Festival (2002)
Forse le sorelle più famose d’Italia. Senz’altro, il duo musicale più celebre dei nostri tempi. Ma soprattutto, le regine delle estati italiane ancor prima che arrivassero le varie Elodie e Baby K. Se oggi state ballando e cantando i tormentoni dal retrogusto latino e dai testi non sempre limpidissimi, sappiate che prima di tutti c’erano loro. Oggi le adoriamo e celebriamo in virtù del loro ritorno sulle scene, ma per lunghissimo tempo le abbiamo snobbate. Riascoltate Festival oggi, però, e diteci se non è ancora travolgente come allora.
Verso memorabile: Festival, sei tu la mia felicità / La mia notte magica

03. Fabio Rovazzi – Andiamo a comandare (2016)
Una delle particolarità di Fabio Rovazzi, oltre quella di essere versatile ed essersi cimentato praticamente in ogni settore dello spettacolo, è quella di lanciare dei tormentoni che vengono poi puntualmente dimenticati. Nel 2016, che musicalmente parlando equivale a una vita fa, lanciò questa hit che non divenne virale, ma viralissima, con la produzione di Merk & Kremont e un videoclip altrettanto popolare. La sua mossa la imitavano tutti, il titolo entrò nel linguaggio comune, e poi nel giro di un biennio è sprofondata nell’oblio.
Verso memorabile: Ho un problema nella testa, funziona a metà / Ogni tanto parte un suono che fa

02. Piotta – Supercafone (1999)
Gli elementi che contribuirono al successo di questa canzone sono talmente tanti che non sapremmo da dove cominciare. Magari dal videoclip, diretto dai Manetti Bros. e diventato uno dei pochi italiani memorabili. Oppure dalla capacità di far apprezzare e memorizzare a chiunque un testo che coniuga romanesco e hip-hop (quando l’hip-hop in Italia non andava ancora di moda). E poi, citazioni e riferimenti culturali, di una cultura che deve molto all’appartenenza locale e che forse oggi si è un po’ persa. Con i suoi cinque minuti di durata, è anche incredibilmente lunga per un tormentone. Sarebbe interessante scoprire se il pubblico di oggi apprezzerebbe ancora, ma probabilmente non lo sapremo mai.
Verso memorabile: Movi la mano de qua e de là / Fammela vede nun te fermà

01. Lollipop – Down Down Down (2001)
A memoria d’uomo, l’Italia non ha mai avuto un’altra girlband al di fuori delle Lollipop. Perlomeno, un’altra girlband di successo. Il loro debutto sulla scena musicale avviene in quel 2001 che è stato particolarmente denso nella storia delle nostre hit tormentose, e proprio con questo pezzo che ci traghettò dritto verso il sogno americano: non solo un gruppo tutto al femminile, ma anche sonorità marcatamente pop e animate, un brano in lingua inglese, coreografie e stuoli di fan adoranti. Il sogno si infranse presto, ma Down Down Down è notoriamente tra le canzoni più rappresentative dell’anno. Ok, le Lollipop poi si sono sciolte, ma per quale motivo dovremmo anche smettere di ascoltarle?
Verso memorabile: tutti i down down down ripetuti nell canzone

Fabio Rovazzi nel videoclip di Andiamo a comandare

Andrea Vitale

Andrea Vitale

Napoletano di nascita, correva l'anno 1990. Studia discipline umanistiche e poi inizia a lavorare nel cinema. Nel frattempo scrive, scrive, scrive sempre. Ama la musica e la nobile arte delle serie tv, ma il cinema è la sua prima passione. Qualunque cosa verrà in futuro, non abbandonerà la penna. Meglio se ci sia anche un film di mezzo.

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