La Bella Confusione tra 8½ e Il Gattopardo
Francesco Piccolo, noto scrittore e sceneggiatore italiano, ci regala con La Bella Confusione (Einaudi) un altro racconto di sé stesso, ma questa volta attraverso il Cinema, quello con la C maiuscola. Come un amico che ha deciso di raccontarti qualche cosa di cui è venuto a conoscenza, l’opera si distingue per la sua profonda analisi della complessità umana e delle contraddizioni che caratterizzano la vita di Francesco Piccolo e dei registi Fellini e Visconti. Con una scrittura partecipe e controllata allo stesso tempo, senza mai scadere nel cinismo, ci conduce in un viaggio emozionale e intellettuale, lasciandoci con un’ineffabile sensazione di comprensione e consapevolezza.
La trama del libro
La Bella Confusione è un libro che nasce dalla profonda connessione che l’autore ha con i due grandi registi sopracitati, Fellini e Visconti, appunto. Fin da adolescente, Piccolo rimase affascinato e ossessionato da 8½ e, dopo averlo visto per la prima volta, iniziò a rivederlo addirittura tre o quattro volte alla settimana al punto da guadagnarsi l’appellativo di “Fellini” tra familiari e amici. Allo stesso modo, la lettura de Il Gattopardo si rivelò un’esperienza iniziatica che lo avvicinò sia all’autore siciliano che a Visconti, che ne trasse un celebre capolavoro cinematografico, acclamato in tutto il mondo al punto da fondersi con l’opera letteraria.
A conclusione di un’accurata ricerca tra documenti d’archivio, estratti di articoli, interviste, lettere e telegrammi, l’autore ci trasporta in un pezzo di Storia del nostro Paese e del cinema, dal 1954 al 1963, offrendoci una visione del clima politico e intellettuale dell’epoca. La ricostruzione si sviluppa e viene filtrata attraverso le vicende personali dei due registi e la storia della realizzazione dei loro film, considerati da Piccolo l’apice per il cinema italiano.
Mettendo in risalto la genesi e i retroscena delle riprese di 8½ e Il Gattopardo, Piccolo focalizza la sua attenzione anche sui rapporti personali che i due registi intrattennero con coloro che, per motivi professionali e/o affettivi, fecero parte delle loro vite.
Nello specifico, La Bella Confusione è il titolo che avrebbe dovuto avere un film meraviglioso di Fellini che poi si chiamerà proprio 8½. Il libro ha l’approccio di un saggio ma è un racconto adatto anche ai non cinefili, anzi forse in loro porterà maggiore curiosità nell’andare a riscoprire i due grandi film citati. Tutto ruota attorno alla rivalità tra Fellini e Visconti e la nascita dei due capolavori 8½ e Il Gattopardo, due film diversi ma così simili e uniti nel loro destino, tanto che le riprese dei due capolavori iniziarono a cinque giorni di distanza con un personaggio fondamentale in comune: Claudia Cardinale.
La Bella Confusione
La confusione di cui ci racconta Piccolo è quella degli scontri tra due personalità artistiche gigantesche, ma completamente diverse tra loro: due registi che incarnavano due universi poetici e stilistici distanti e la cui rivalità crebbe sempre di più nel corso degli anni. Piccolo cronista ci rende partecipi di tantissimi aneddoti, al punto che possiamo facilmente immaginare i due colossi che si scambiano beffe a vicenda, rubandosi continuamente tecnici, maestranze e attori. L’autore contestualizza questa rivalità in un’epoca segnata da forti tensioni ideologiche e politiche. Da un lato, c’era l’Italia cattolica e democristiana, con un approccio moralizzatore e pedagogico limitato; dall’altro, c’era il PCI, con il controllo che esercitava al pari, se non superiore a quello della Chiesa, influenzando le scelte artistiche e condannando coloro che non si conformavano, come accaduto a Pasolini.
L’intento è quello di abbracciare tutto ciò che orbitava intorno alla costruzione dei due film, includendo i fatti di cronaca e lo stile di vita cinematografico di quel periodo. Così si scopre che i due registi non si sono parlati per ben otto anni, a partire da un episodio accaduto alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1954, dove entrambi presentavano in concorso due dei loro capolavori La strada e Senso. Alla fine, Fellini vinse il Leone d’Argento (per la regia), mentre Visconti non ricevette alcun premio. Durante la cerimonia di premiazione, le troupe dei due registi arrivarono alle mani, e da quel momento iniziò una competizione che si concluse in Russia dieci anni dopo, nel 1964, quando Fellini e Visconti portarono al Festival di Mosca proprio quelli che, probabilmente, sono i loro film più conosciuti: 8½ in concorso e Il Gattopardo fuori concorso. Tuttavia, grazie all’azione diplomatica di Giulietta Masina, moglie di Fellini e grande amica di Visconti, avvenne l’incontro che segnò la fine delle ostilità. Da quel momento, i due registi continuarono a scambiarsi complimenti e manifestazioni di reciproco apprezzamento (anche se velatamente, e a volte nemmeno tanto, pungenti) fino alla morte di Visconti nel 1976.
Descrivendo la realizzazione simultanea di questi due capolavori del cinema, Francesco Piccolo rivive momenti cruciali, racconta vicende personali dei protagonisti e narra aneddoti (anche se per alcuni non può addurre prove certe) legati ai due film e ai due giganti del cinema italiano. Nel suo racconto emerge il caso di Claudia Cardinale, costretta a cambiare colore di capelli passando dal set de Il Gattopardo a quello di 8½. L’attrice era amata da entrambi i registi e interpretò un ruolo fondamentale nei loro film: fu protagonista nel ruolo di Angelica per Visconti e nel ruolo della donna ideale del regista Guido Anselmi-Mastroianni per Fellini. La sua presenza divenne fonte di conflitti e rivalità, soprattutto quando Visconti tentò di trattenerla per impedirle di recitare nel film di Fellini, il quale non avrebbe potuto averla sul set per la scena cruciale dell’harem in 8½, e così fu.
Inevitabilmente alla vita di questi due personaggi del cinema italiano sono legate le storie di altre grandi figure, come ad esempio Suso Cecchi D’Amico, sceneggiatrice di molti film di Visconti, ed Ennio Flaiano, sceneggiatore dei primi lavori di Fellini fino a Giulietta degli Spiriti. Interessante è anche il fatto che i due sceneggiatori fossero amici e lavossero anche insieme, per poi essere divisi nella collaborazione con Visconti e Fellini.
Ne La Bella Confusione spettacolo, pettegolezzi e arte si mescolano, ma il racconto va oltre i riflettori, esplorando i rapporti sentimentali e personali che hanno influenzato l’opera dei due cineasti. Piccolo narra la storia di 37 anni di Federico Fellini con la sua amante segreta, Anna Giovannini, una farmacista con cui ebbe una storia d’amore parallela, tenuta nascosta anche alla sua ufficiale compagna Giulietta Masina. Poi c’è l’amante “ufficiale” Sandra Milo, legata sentimentalmente per 17 anni a Fellini e curiosamente diventata tale sul set di 8½, interpretando un personaggio ispirato proprio all’amante segreta Anna.
Secondo Piccolo, le vite dei registi e i loro set cinematografici rappresentano due dimensioni speculari. Non si potrebbe affrontare la biografia di Visconti e Fellini senza considerare i loro diversi approcci registici, riflessi delle loro personalità contrastanti. Entrambi vedevano il cinema come espressione della vita, nei loro film si possono notare le loro ossessioni, memorie, gioie e drammi. È difficile non riconoscere nei due registi rivali un simile approccio all’arte, che per loro era un’autobiografia in continua evoluzione.
Piccolo dimostra una straordinaria capacità di scavare a fondo nelle personalità dei due grandi maestri del cinema, mettendo in luce sia le loro qualità che i loro difetti. Sottolinea come entrambi vivessero profondamente dentro le loro opere, identificandosi in modo straordinario con i protagonisti dei loro film, come il principe di Salina per Visconti e il regista Guido per Fellini. È affascinante come Burt Lancaster, per interpretare il suo personaggio, osservasse e studiasse Visconti nella vita reale, cercando di comprenderlo appieno, così come Marcello Mastroianni per interpretare Guido imitava Fellini nelle movenze e nei vizi.
Piccolo offre una prospettiva unica sulla complessità dei due registi, mostrandoci la loro dedizione e passione per l’arte cinematografica: un’arte alla quale bisogna essere completamente devoti, pronta ad assorbire l’intera vita di questi uomini. La sua narrazione ci permette di comprendere la profonda connessione che esisteva tra le loro vite personali e le loro opere cinematografiche, dando una nuova dimensione alla loro genialità artistica. Francesco Piccolo non solo ha narrato la cronaca delle loro vite e della loro arte, ma ha delineato, in definitiva, la propria autobiografia artistica così come avvenuto ai suoi mentori Visconti e Fellini.
Anna Chiara Stellato