Come sempre accade ogni anno, anche nel 2023 sono giunte al capolinea alcune serie tv che hanno segnato l’immaginario e hanno parlato al nostro cuore per qualche stagione. Di alcune di queste non sentiremo la mancanza (per esempio, Riverdale, completamente snaturata rispetto agli esordi); quanto ad altre, invece, avremmo voluto che ci tenessero compagnia ancora un po’ (e qualche titolo è finito anche in questa nostra classifica). E come sempre accade ogni anno, pure nel 2023 ci sono stati esordi brillanti che promettono di non farci annoiare nelle stagioni a venire, miniserie da consumare tutte d’un fiato e conferme tanto attese quanto gradite, a riprova che la televisione è ormai un posto eccezionale.
Tanti i titoli che meriterebbero un approfondimento o comunque una menzione: noi abbiamo provato a selezionarne quindici, tra fenomeni internazionali e qualche partita giocata in casa nostra.
15. Sex Education
In tutta franchezza, abbiamo visto stagioni migliori di Sex Education: cioè qualunque delle precedenti. Ma, hey, stiamo comunque parlando del miglior teen drama dei nostri tempi, di quello che più di ogni altro ha saputo rappresentare l’adolescenza, il sesso, e la sessualità degli adolescenti (e non soltanto loro). Resta un mistero perché abbiano deciso di dare così tanto spazio a personaggi nuovi proprio nelle battute finali, ma sono riusciti comunque a farci versare una lacrimuccia in fase di chiusura.
14. Corpo libero
L’Italia è indubbiamente in un periodo di ritrovata creatività quanto a serie tv, anche se a volte non ce ne rendiamo conto. Corpo libero, per esempio, è uno di quei prodotti di cui non s’è parlato adeguatamente a sufficienza. Pur senza rinunciare alla cornice del giallo tanto cara alla serialità tricolore – di cui si comincia però ad averne abbastanza – riesce a dipingere per una volta un ritratto dell’adolescenza senza romanticherie, per quello è. Ovvero, un’età spietata.
13. Compagni di viaggio
Nel 2023 si è tornati a parlare tantissimo – e giustamente – di AIDS. Anche attraverso prodotti comequesto, una miniserie ambientata nell’America degli anni Cinquanta tormentata dal maccartismo e dalla repressione. Protagonista una coppia omosessuale clandestina che si muove negli ambienti della politica tentando di non farsi scoprire. Il ritmo a volte rallenta immotivatamente, ma la tensione scorre sempre sotterranea, e Matt Bomer e Jonathan Bailey sono già una coppia memorabile.
12. The Morning Show
Prima eravamo finiti a guardare The Morning Show per il cast di prim’ordine. E quando si dice cast di prim’ordine, si intende esattamente questo: Jennifer Aniston, Reese Witherspoon, Billy Crudup, Julianna Margulies e, adesso, anche Jon Hamm. Poi, siamo rimasti invischiati per la commistione di drama e soap opera. La terza stagione è ancora più avvincente, arguta e attuale, tant’è che pure ai Critic’s Choice Awards ha fatto incetta per la prima volta di nomination (e vedremo a gennaio come andrà a finire).
11. One Piece
I millennial ricorderanno One Piece come uno degli anime che hanno segnato la loro adolescenza. I teenager di oggi possono godersi un nuovo adattamento del manga di Eiichiro Oda, che non deluderà neanche i vecchi fan e i giovani un po’ più cresciutelli. La nuova versione s’immerge con rispetto nel mondo bizzarro e colorato ideato dal materiale di partenza, di cui è estremamente rispettosa, raccontando una delle avventure più gustose da guardare sul divano quest’anno.
10. The Crown
La serie che ha messo tutti d’accordo arriva alla conclusione con la stagione più divisiva. E questo perché, lo sapevamo, si avvicinava il momento in cui avrebbe toccato il tasto dolente, la pagina nera più nera della cronaca britannica di fine Novecento, la scomparsa di Diana. Nessuna rappresentazione della principessa del Galles è mai riuscita a pacificare il pubblico, questa almeno ha la classe e la maestria di una serie ad altissimo livello (e comunque, porta in scena Elisabetta in modo superlativo).
09. Lo scontro
Lo scontro del titolo è quello tra i protagonisti in una lite stradale, ma a un livello più profondo riguarda pressioni individuali pronte a esplodere e tensioni di classe nell’America di oggi. La miniserie che ha conquistato chiunque l’abbia vista è una dark comedy perfetta, un po’ satirica, un po’ grottesca, un po’ si ride e un po’ meno, ma soprattutto si resta costantemente a bocca aperta.
08. Questo mondo non mi renderà cattivo
Ma esiste, in circolazione, qualcun altro capace di farci ridere e piangere insieme quanto e più di Zerocalcare? Pare proprio di no. Certamente, non in Italia, dove questa serialità suona dirompente per un miliardo di ragioni, le stesse che avevamo scoperto in Strappare lungo i bordi e che ci avevano fatto tanto sperare che Zerocalcare tornasse all’animazione quanto prima. Perché solo lui sa essere così catartico e veramente pop, nella sua capacità di parlare proprio a tutti.
07. That Dirty Black Bag
Una volta credevamo che il western fosse morto, poi ci ha pensato la tv a riportarlo in vita. Naturalmente, l’Italia non poteva stare a guardare. Il responsabile nostrano di questa rinascita si chiama Mauro Aragoni, e anche se la produzione non è interamente italiana, le firme lo sono eccome. Ambientazione e fotografia ricercatissime e cast sensazionale per tipi umani meschini e miserabili, dove neanche i buoni sono senza macchia. Perché il vero West non risparmia nessuno.
06. The Bear
Le seconde stagioni sono sempre difficili da superare incolumi. Specialmente se la prima è uscita col botto. Sorpresa, sorpresa, The Bear non ha ancora esaurito i fuochi d’artificio. La parte migliore è decisamente il cast, non soltanto perché gli attori sono bravissimi, ma anche per la complessità dei tipi umani che rappresentano, con personaggi che ci sono già entrati nel cuore. A cui si aggiungono adesso anche delle incursioni da paura, che vanno da Sarah Paulson a Jamie Lee Curtis, su una scrittura che ha raccolto elogi in tutto il mondo.
05. Succession
Chi lo avrebbe mai detto che Succession sarebbe arrivata a calare il sipario così presto? Sembrava che il magnate e patriarca della famiglia Roy potesse tenere sulle spine i figli (e il pubblico) ancora per molto, eppure eccoci qua. A parlare della quarta e ultima stagione di una serie che ha riscritto le regole della narrazione televisiva, a partire dalle tecniche di ripresa, dipingendo l’ensemble più deprecabile che riusciamo a ricordare. Forse è per questo che ci piaceva così tanto.
04. The Good Mothers
Colpi di scena, personaggi ruvidi, azioni brutali: non si era mai vista così tanta autenticità in una serie italiana. Se poi pensi che il racconto è ispirato a una storia vera – quella delle testimoni di giustizia Lea Garofalo, Denise Cosco, Maria Concetta Cacciola e Giuseppina Pesce – il pugno nello stomaco è tanto più forte. Interpreti di prim’ordine (su cui spicca Valentina Bellé) riescono a dare superbamente corpo a delle figure drammatiche che dobbiamo assolutamente ricordare.
03. The Last of Us
La serie tratta dall’omonimo videogioco di culto è diventata a sua volta un’instant cult che si è guadagnato fin da subito un posto nell’Olimpo della serialità. Sarà perché siamo rimasti tutti orfani di Game of Thrones e The Walking Dead, sarà perché di apocalisse non ci stanchiamo mai di sentir parlare, ma il merito è pure dei protagonisti, la coppia padre-figlia che vince tanto nelle caratterizzazioni quanto nelle interpretazioni degli attori. Perché alla fine, pur nella fantascienza e nella distopia, a fare la differenza è l’umanità.
02. La fantastica signora Maisel
Il titolo non ci ha mai mentito, questa signora Maisel è veramente eccezionale. Certo, ci vuole un bel po’ di impegno per mantenere gli standard così elevati ed evitare di finire preda dei propri giochi di parole, ma la penna di Amy Sherman-Palladino (che scrive tutti gli episodi e meriterebbe una statua in ogni scuola di sceneggiatura) non tradisce le aspettative. Le cadute di Midge sono spettacolari tanto quanto le risalite, che avremmo potuto continuare a vederla all’infinito. Goodbye, Mrs. Maisel.
01. La caduta della casa degli Usher
La cosa più difficile da fare, per una serie tv, è convincere gli spettatori ad andare avanti con l’episodio successivo, e quello dopo, e poi ancora. Mike Flanagan sembra non avere problemi in tutto questo. Dopo i successi di Midnight Mass e The Haunting (ancora uno dei prodotti migliori disponibili su Netflix), confeziona un’altra miniserie che altro non è che un dramma familiare tinto di horror. Perché la famiglia, si sa, può essere una delle cose più spaventose, soprattutto se attingi al bacino dei racconti di Edgar Allan Poe.
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