Racconto: L’avvento – Leonardo D’Isanto
La terza domenica di Avvento dell’anno 2022 alle ore 10.40, una donna camminava sorretta dal suo bastone nella mano destra e un carrello rosso Foppapedretti Go Up Red nella sinistra. Attraversate le strisce pedonali di via Attilio Ambrosini, entrava alla Conad dopo aver lanciato due monete nel cappello modello Fedora di un uomo seduto sul marciapiede. La donna prendeva un pacco da 500 g di lenticchie rosse, un Gran Cotechino Rovagnati da 700 g scontato del 20% e due confezioni di tortellini con prosciutto crudo a sfoglia sottile targati Conad, dopodiché si dirigeva al reparto dei salumi, dove c’era un addetto di età compresa tra i trenta e i quarant’anni con indosso un camice bianco a maniche corte e un paio di occhiali color solidago sotto a una visiera bianca. La donna chiese 600 g di ricotta fresca di pecora e 1 etto e mezzo di mortadella, dopodiché lo osservò operare. Gli altoparlanti nel frattempo mandavano una canzone di Michael Bublé che l’uomo iniziò a fischiettare. Chiusa la ricotta in una busta, azionò l’affettatrice e prese a dedicarsi all’insaccato. Sul braccio destro, all’altezza del bicipite, aveva un tatuaggio con un nome: Giulia.
«Ecco a lei, e buon Natale» disse l’uomo, sorridendole.
La donna ricambiò gli auguri, dirigendosi lemme lemme verso l’uscita. Attraversate di nuovo le strisce, di cui due per metà sbiadite, sorretta dal suo bastone nella mano destra e il carrello rosso Foppapedretti Go Up Red nella sinistra, aprì il portone, entrò nell’ascensore che la aspettava al piano terra, e se ne salì su casa.
La seconda domenica di Avvento dell’anno 2023 alle ore 11.10, la donna camminava sorretta dal suo bastone nella mano destra e il carrello rosso Foppapedretti Go Up Red nella sinistra. Attraversate le strisce pedonali di via Attilio Ambrosini, entrava alla Conad dopo aver lanciato due monete nel cappello modello Fedora di un uomo seduto sul marciapiede. La donna prendeva una confezione di tortellini con prosciutto crudo a sfoglia sottile targati Conad, dopodiché si dirigeva al reparto dei salumi, dove c’era un addetto di età compresa tra i trenta e i quarant’anni con indosso un camice bianco a maniche corte e un paio di occhiali color solidago sotto a una visiera bianca. La donna chiese 300 g di ricotta fresca di pecora e mezzo etto di mortadella, dopodiché lo osservò operare. Gli altoparlanti nel frattempo mandavano una canzone di Mario Biondi che l’uomo iniziò a canticchiare. Chiusa la ricotta in una busta, azionò l’affettatrice e prese a dedicarsi all’insaccato. Sul braccio destro, all’altezza del bicipite, aveva due tatuaggi: Giulia, e, subito sotto, Andrea 30/10/23.
«Ecco qui Signora, e buon Natale a lei e famiglia» disse l’uomo, con viso raggiante.
La donna ricambiò gli auguri, dirigendosi lemme lemme verso l’uscita. Attraversate di nuovo le strisce, di cui quattro per metà sbiadite, sorretta dal suo bastone nella mano destra e il carrello rosso Foppapedretti Go Up Red nella sinistra, aprì il portone, attese tre minuti l’arrivo dell’ascensore, e se ne salì su casa.
La prima domenica di Avvento dell’anno 2024 alle ore 11.30, la donna camminava sorretta dal suo bastone nella mano destra. Attraversate le strisce pedonali di via Attilio Ambrosini, entrava alla Conad dopo aver lasciato una banconota da cinque euro nel cappello modello Fedora di un uomo seduto sul marciapiede. La donna si dirigeva così al reparto dei salumi, dove c’era un addetto di età compresa tra i trenta e i quarant’anni con indosso un camice bianco a maniche corte e un paio di occhiali in acetato nero sotto a una visiera bianca. La donna chiese solo 150 g di ricotta fresca di pecora, dopodiché lo osservò operare. Gli altoparlanti nel frattempo mandavano Last Christmas, l’uomo rimaneva in silenzio. Sul braccio destro, all’altezza del bicipite, aveva due tatuaggi: Andrea 30/10/23, e, subito sopra, grande quasi il doppio, l’immagine di una vecchia Panda nera.
«A lei» disse l’uomo, senza guardarla.
La donna gli augurò un buon lavoro, dirigendosi lemme lemme verso l’uscita. Attraversate di nuovo le strisce, di cui la maggior parte sbiadite, aprì il portone, percorse l’androne, e si fermò di fronte all’ascensore. Quindi, spinse il pulsante che però non si accese. La donna osservò per qualche secondo la vernice scrostata delle due ante telescopiche e pigiò di nuovo.
Poi, con la mano destra aggrappata al corrimano e la sinistra che premeva sul bastone ricurvo, emise un rantolo e sollevò il proprio peso, assieme ai 150 g di ricotta fresca di pecora, iniziando a salire le scale.
Leonardo D’Isanto nasce a Roma il 23 agosto 1991. Nel 2013 si laurea con una tesi sulla scrittura bebop di Jack Kerouac, presso l’Università La Sapienza di Roma per poi trasferirsi a Budapest, dove lavora nella Biblioteca Universitaria della Loránd Eötvös. Nel 2022 esordisce come scrittore con il romanzo Il Valzer del Pappagallo edito da Giulio Perrone Editore. Fa parte del collettivo Spaghetti Writers. Attualmente vive a Roma.