Il vento soffia sul thriller con Al di là del Maestrale di Guido Santulli

Se dovessi consigliare un libro da leggere in un weekend vi parlerei di Al di là del Maestrale di Guido Santulli, pubblicato dalla casa editrice Passaggio al Bosco. Il racconto vi riserverà qualche sorpresa in più, di sicuro, rispetto a quanto possa dirvi io, in quanto trattandosi di un thriller non posso svelare la trama nel dettaglio.

Al di là del Maestrale è un affascinante romanzo di spionaggio italiano che riesce a catturare l’attenzione del lettore sin dalle prime pagine. Ambientato in uno scenario ricco di sfumature e di suggestioni, il libro si distingue per una trama avvincente e ben costruita, che intreccia abilmente elementi di intrigo, azione e suspense, e perché no, di ironia.

L’autore ci offre un racconto avvincente che attraverso la vita del protagonista, Oscar Caboto, sposta il piano dell’azione anche sulle sfumature del fallimento personale e la ricerca di una vocazione autentica. Oscar è un professore di arte genovese, insoddisfatto della propria esistenza; sebbene il suo lavoro di insegnante gli permetta di vivere, percepisce questo ruolo come un ripiego, un compromesso. Lavora in un liceo privato di quelli popolati da giovani falliti per il sistema scolastico pubblico, ma con abbastanza soldi per pagarsi una via d’uscita; passa le sue giornate sentendosi quasi complice con i suoi alunni, simili lui e loro per un destino che li vede etichettati come falliti ma che in realtà hanno trovato una fuga in un bonario compromesso del “tirare a campare” in quella circostanza, consapevoli che la vita non è in quei banchi e tra quelle mura. Oscar infatti non è solo un docente e forse, prima anche di essere tale, è un artista.

L’ambientazione è evocativa, con la città di Genova che fa da sfondo alle sue lotte interne e ai suoi tentativi di affermazione artistica e i lucenti grattacieli dello skyline milanese, il paesaggio urbano si trasforma in un’arena di sfide fisiche e spirituali.

Oscar si trova, suo malgrado, coinvolto in un intrigo internazionale. L’elemento di spionaggio viene introdotto con delicatezza e in piccole dosi. Tutto ha inizio con l’incontro casuale se non addirittura distratto di Victoria, un’americana che per la sua bellezza potrebbe essere una modella, un’influencer o una spia (perché in un film sarebbe stata evidentemente quello), ed invece è un ingegnere biomedico che collabora con l’università di Milano per lo studio di alcuni materiali.

È dal loro incontro, dalla reciproca curiosità, da quello che sembra un innocente appuntamento tra un uomo e una donna, che nascerà la storia. Oscar e Victoria sono entrambi ignari di essere pedine nel grande gioco del potere tra Italia e America e così si ritrovano catapultati in una trama degna delle migliori serie TV; non vi rivelerò più di tanto per non togliere il gusto di leggere la storia, non sarebbe giusto nei confronti del romanzo e dell’autore.

Immaginate di trovarvi, per caso, nel bel mezzo di un complotto globale mentre state cercando solo di godervi un cornetto e un caffè al bar. Ecco, questo è quanto è successo a Mavors Rifei, amico di Oscar; da quel momento anche lui entrerà in scena e non potrà fare altro che cercare in ogni modo di aiutare l’amico, ignaro di quanto gli stesse succedendo, ad uscire da questa situazione, magari rispolverando amicizie e tecniche che credeva di aver ormai abbandonato da anni. Ciò comporterà incontri con personaggi enigmatici e lo svolgersi di eventi che coinvolgeranno paesi diversi. Ogni incontro sarà come un tassello che Mavors dovrà raccogliere per riuscire a comporre il quadro complessivo del complotto. Mavors scoprirà che nulla è come sembra e che i segreti più profondi si nascondono dietro le verità apparenti. Tutto questo lo porterà a confrontarsi con il proprio passato, mettendo alla prova le sue capacità, la sua fiducia e le sue scelte passate ma anche quelle presenti che inevitabilmente coinvolgono Oscar.

Santulli gioca con le aspettative dei lettori. La scrittura è attentamente curata, con una scelta lessicale raffinata che dipinge le ambientazioni italiane con la precisione di un artista. Ogni descrizione è così meticolosa che sembra quasi che il romanzo sia stato scritto con un pennello, piuttosto che con una penna al punto che anche il lettore può percepire quegli odori e quell’umidità delle strade di Milano.

Se pensate che una trama di spionaggio ambientata in Italia sia un tema banale, che ce ne sono tanti di romanzi così ecco Santulli dimostra il contrario. Con il suo occhio per il dettaglio e il senso dell’ironia, ogni pagina è costellata di piccole sorprese e battute sottili che offrono una lettura leggera e intelligente. Il romanzo si muove tra il serio e il faceto con disinvoltura, mantenendo il lettore incollato alle pagine (nonostante, per chi come me ci spera sempre, si capisca poi che la storia d’amore non avrà un seguito).

Il racconto però non è solo inseguimenti, ansia, minacce e telefoni sotto controllo. La vita di Oscar è quella di un artista che cerca di esprimere sé stesso e così ritroviamo pagine di grande riflessione sul vuoto che ci circonda nei rapporti dovuti e forzati, portati avanti solo per restare al mondo e in quel mondo dell’arte che ormai tanto diverso dal nostro non è più, fatto di incontri, “amicizie”, e pubblicità. Un’arte quella di Oscar difficile da capire ma affascinante. Un uomo che accetta la tecnologia, il moderno, perché questo può esistere solo in quanto è esistito un passato fatto di miti, di eroi, di valori in cui credere che oggi però sembrano persi.

In sintesi, Al di là del Maestrale è una più che affascinante storia di spionaggio all’italiana, in cui il carattere libero e anticonformista di Oscar lo spinge a riconsiderare sia sé stesso che la sua Nazione. Questo romanzo rappresenta un’aggiunta significativa al filone della “narrativa identitaria”, che negli ultimi tempi sta guadagnando sempre più terreno. In un’epoca dominata dalla narrazione del “politicamente corretto”, raccontare storie che sfidano gli schemi prestabiliti diventa un atto di audace ribellione. È un romanzo che riesce a mescolare spionaggio e romanticismo con un tocco di ironia e una prosa elegante. Guido Santulli ha scritto un’opera che riesce a sorprendere e divertire, rendendola una lettura irresistibile per chi abbia voglia di un thriller con un pizzico di raffinatezza e umorismo. Dal primo incontro con Oscar, il protagonista, si viene immediatamente affascinati dalla sua complessità e dal suo modo unico di affrontare le avventure. L’autore introduce con maestria una galleria di personaggi secondari che, seppur apparentemente marginali, giocano ruoli cruciali nello sviluppo della trama. La combinazione di dialoghi ben studiati, colpi di scena avvincenti e riflessioni profonde fa di questo libro una lettura che non solo intrattiene ma invita anche alla riflessione. Se siete alla ricerca di un’opera che vi faccia ridere e riflettere, che vi tenga col fiato sospeso e allo stesso tempo vi offra un ritratto autentico e sentito dell’Italia, questo romanzo è decisamente la scelta giusta.

Anna Chiara Stellato

Giovane napoletana laureata in lettere, da sempre innamorata della sua città, del dialetto e della storia di Napoli. Lettrice compulsiva, appassionata di cinema d’autore e di serie tv. Sorrido spesso, parlo poco e non amo chi urla.

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