Le 100 migliori canzoni del 2024

Nella musica, ogni anno ha i suoi stili e i suoi generi. Qualche volta è la disco, qualche volta è l’hip-hop, ma il 2024 è stato decisamente l’anno del pop. Anche se, mai come adesso, definire il pop è un’impresa impossibile e parlare di genere sarebbe ingiusto: piuttosto, vogliamo intedere la musica popolare nella sua accezione più ampia. Negli ultimi dodici mesi abbiamo avuto una quantità impressionante di hit radiofoniche, tormentoni e trionfi di vendite che si sono assestati nelle classifiche mondiali per mesi, e ancora non ne sono usciti. Per la prima volta da chissà quanto tempo, questo calderone include una moltitudine di espressioni, tendenze e, sì, anche generi, che una diversità tale è difficile da ricordare. Soprattutto, sembra finalmente che la musica per il grande pubblico stia cambiando: il country, il folk e l’alternative rock vanno a fare compagnia all’afrobeat, al K-pop e alla musica latina nell’elenco dei grandi competitor internazionali.

Nel 2024 abbiamo assistito ad alcuni dei più memorabili dissing dei nostri tempi – uno su tutti, quello tra un americano e un canadese. Abbiamo festeggiato la brat summer e l’invasione dell’elettronica britannica. Abbiamo celebrato una massiccia invasione dell’hip-hop al femminile, il ritorno di alcune grandi rock band, il trionfo delle radici americane e delle più svariate contaminazioni. Ancora una volta, la musica è un fenomeno globale e le barriere – almeno in questo caso – sono un lontano ricordo. Gli artisti che troverete in questa classifica arrivano dalla Colombia, dalla Thailandia, dalla Nuova Zelanda, dal Belgio, dall’India, dalla Nigeria, dall’Argentina. Per il secondo anno consecutivo, ci troviamo a constatare che, a livello globale, il dominio spetta alle donne, con un interessante cambio di rotta.

Non è stato semplice scegliere le nostre cento canzoni dell’anno, e anche per questo motivo ci siamo limitati alle sole uscite discografiche distribuite come singoli, ma di una cosa siamo sicuri: il 2024 segnerà uno spartiacque nella storia della musica e molte di quelle che troverete nelle righe successive sono destinate a rimanere per sempre.

  • 100. Caravan – I Patagarri
    Si erano presentati come i nuovi cantori del jazz in Italia, ma questa non è New Orleans: piuttosto, siamo in zona Balcani. Visti i risultati, va bene comunque. Sembrano già pronti per l’Eurovision.
  • 99. Sunday Best – Lauren Mayberry
    Se vi sembra di conoscerla, è perché è la voce dei Chvrches. Qui al suo esordio da solista, a parlare ancora degli stessi temi, ma guardando al pop anni ’90, con cognizione di causa e rinnovato brio. Dinamismo puro.
  • 98. Aquamarine – Addison Rae
    A molti ricorda la Lana Del Rey degli inizi, ma Addison Rae si trova a suo agio anche nel synth e nell’electropop, come dimostra qui. Forse, è più la sorella minore di Charli XCX.
  • 97. Adrianne Lenker – Free Treasure
    L’aspetto migliore del brano è che si tratta di una canzone d’amore, tenerissima, che trova una melodia e un andamento altrettanto teneri, come se le due cose fossero nate insieme.
  • 96. How Far Will We Take It? – Orville Peck & Noah Cyrus
    Lui è il cantante mascherato del country, lei è sorella di Miley. Il duetto è di un pop (country, of course) malinconico, su una coppia che si sta separando. Come le loro voci contrastanti.
  • 95. Lost in Space – Foster the People
    I Foster the People incontrano gli anni ‘80, e diventano glam e psichedelici. Il sound è sinceramente evocativo, e il loro primo lavoro dal 2017 avrebbe meritato più attenzione.
  • 94. All in Good Time – Iron & Wine and Fiona Apple
    Fiona Apple che canta come Norah Jones, Iron & Wine che le tende la mano in quello che è uno dei duetti più caldi del 2024, di quelli che arrivano dritti al cuore (ne trovate un altro alla posizione 49).
  • 93. Nissan Altima – Doechii
    La principessa del rap – o the new hip-hop Madonna, a suo dire – si appropria del titolo. Difficile darle torto: quando scandisce ogni sillaba vorremmo andarle dietro, quando accelera è elettrizzante.
  • 92. In the Night – Childish Gambino feat. Jorja Smith & Amaarae
    Sembra che quest’anno nessuno si sia accorto di quest’uscita di Childish Gambino: una felice virata verso un R&B elettronico e alternativo, in cui le due collaboratrici d’eccezione ribaltano la situazione con piglio e verve.
  • 91. Cinderella – Remi Wolf
    Remi Wolf si proclama Cenerentola, e non in senso buono. Ma, proprio come nelle fiabe, il sole può tornare a splendere di nuovo. A volte aiuta anche lasciarsi andare e scuotere un po’ i fianchi, e la sua canzone ci ricorda che la musica serve anche a questo.
  • 90. Death & Romance – Magdalena Bay
    La voce di Mica Tenenbaum si fonde negli accordi di piano e nell’elettronica come se fosse tutt’uno con la musica, gioiosa, imprevedibile e futuristica.
  • 89. World on a String – Jessica Pratt
    Una canzone che sembra uscita direttamente dagli anni Sessanta, magari dalla fucina di Simon & Garfunkel, che dimostra come tutto si reinventa e può essere sempre attuale, se ben fatto.
  • 88. Joyride – Kesha
    Kesha è tornata, e stavolta è più spregiudicata, più sexy e più insolente che mai, ma con la consapevolezza dell’età e una costruzione sonora complessa. Sembra che dica: provate a fermarmi!
  • 87. Beaches – Beabadoobee
    Ha una voce tagliata per il teen pop, e invece predilige l’alternative rock. E sa farlo pure molto bene, collocandosi in uno spazio che poco spesso, dopo gli anni ’90, è stato occupato con tale destrezza.
  • 86. Can’t Be Still – illuminati hotties
    Per una volta, invece di citare una canzone diventata virale su TikTok ne proponiamo una che sarebbe stata perfetta: poche e semplici parole e una melodia finemente prodotta ne fanno un gioiellino da riscoprire.
  • 85. I Like the Way You Kiss Me – Artemas
    Il brano dance più popolare di questo 2024 nasconde in realtà un lato oscuro, che si rivela sulla fine, quando cede il passo a un brevissimo giro simil-punk. Ci si rimane sotto, disperatamente attratti.
  • 84. Carnival – ¥$ and Rich the Kid feat. Playboi Carti
    Un brano senz’altro controverso per i suoi versi, ma con una produzione pazzesca, dalle sonorità dark al ritornello in stile coro-da-stadio-tipo-ultrà, che ci immettono subito in un territorio affascinante quanto pericoloso.
  • 83. Omega – Rosalía feat. Ralphie Choo
    Una ballata romantica in spagnolo dallo stile scarno e minimalista, quasi lontana dall’ultima produzione da solista di Rosalía, nonché dai featuring degli ultimi anni. Sul finale è intensa come non mai.
  • 82. On Tonight – Rosali
    A tratti ricorda l’irlandese Róisín Murphy, e invece è l’americana Rosali, interprete di classe di un indie folk in cui la chitarra e la sua voce rilassata dominano incontrastati.
  • 81. Sinceramente – Annalisa
    Non è tanto quel quando, quando, quando, ma piuttosto quelle poche note iniziali, che preannunciano una sorta di ineluttabile, drammatica fatalità. Ripetute ancora e ancora, ci precipitano nel vortice, e non se ne esce più.
  • 80. Broken Man – St. Vincent
    Fiona Apple e Tori Amos sono sullo sfondo, in questo pezzo ruvido e aspro in cui la cantautrice mette tutti a tacere. Qui c’è personalità da vendere e un’artista destinata a farsi notare ancora.
  • 79. Lunch – Billie Eilish
    Billie Eilish gioca con la sua attrazione per una donna, e lo fa con gli strumenti del synth-pop. Il risultato è magnetico, come dicono quelli bravi degno di una vera club banger.
  • 78. Commas – Ayra Starr
    La cantante nigeriana fa dell’ottimismo la sua bandiera, attraverso una melodia mite e solare che ben si adatta al suo timbro, mentre invita a scrollarsi di dosso le energie negative.
  • 77. Bed Chem – Sabrina Carpenter
    La traccia più calorosa dell’album Short n’ Sweet, con quel sapore retro che ammicca alla disco e al pop anni Ottanta e un languore neanche troppo sottinteso. Dolce, ma anche sexy.
  • 76. Running Water – Soo Joo and Hudson Mohawke
    Etereo e sfuggente, elegante e misterioso: il dj scozzese non poteva che affidare a una modella – in tal caso Soo Joo – il compito di dare voce a questo brano un po’ ambient e un po’ house.
  • 75. Docket – Blondshell feat. Bully
    Se il rock al femminile ha due esponenti da non sottovalutare, queste sono Blondshell e Bully. Le loro voci cantano all’unisono, al punto che quest’accoppiata potrebbe fare anche un disco, un tour – insomma, tutto.
  • 74. Power to Undo – Brittany Howard
    Tra la consistenza determinata del garage e il retrogusto all’americana di Brittany Howard, si esce dall’ascolto storditi, ma soggiogati.
  • 73. Worthy – Mavis Staples
    Ottantacinque anni e non sentirli. Risoluta e moderna, la cantante dell’Illinois dà uno schiaffo morale a chiunque si chieda se sia ancora possibile fare soul al giorno d’oggi.
  • 72. Darkest Hour (Helen Reddit) – Eric Church
    Solitamente, ogni anno ha il suo musicista che canta di consolazione e soccorso emotivo: stavolta tocca a Eric Church, con una ballata country meravigliosamente confortante.
  • 71. Spite – Omar Apollo
    L’R&B contemporaneo trova una delle sue migliori espressioni nella musica di Omar Apollo, qui alle prese con un ritmo eclettico e caraibico, che offre la miglior espressione alla sua calda voce.
  • 70. She’s Leaving You – MJ Lenderman
    La sua performance non sarà perfetta, ma è nell’imperfezione che trova la risoluzione migliore per cantare di una relazione andata a rotoli. Nelle sue note c’è la frustrazione, e si sente.
  • 69. Fun! – May Rio
    Un pianoforte e poco più fanno da sfondo a questa tenera interpretazione della cantante newyorkese. Non aspettatevi divertimento: è introspezione, lenta e inesorabile.
  • 68. Perfume – The Dare
    Non è tanto per la musica, quanto per la performance di Harrison Patrick Smith, al secolo The Dare, e quel suo modo di cantare così sicuro di sé e spregiudicato, mentre asserisce che nessuno nella stanza possa resistere al suo profumo.
  • 67. Melodrama – Angelina Mango
    Un’atmosfera che gioca a mescolare sonorità iberiche con l’elettropop. Angelina potrebbe essere la nostra risposta a Rosalía, quanto a stile e inventiva. Sicuramente una popstar degna di questo nome.
  • 66. This Is Nowhere – The Black Key
    I Black Keys si reinventano mescolando le carte in tavola. Il risultato è un freschissimo incrocio di rock, folk e blues, invitante e gioioso nonostante il desiderio del cantante di sparire nel nulla. Vai pure, noi ti seguiamo.
  • 65. New Woman – Lisa feat. Rosalía
    Lisa fa K-pop, Rosalía porta la musica della sua Spagna: l’accoppiata sulla carta dovrebbe stridere, e invece suona. Eccome, se suona.
  • 64. Band4Band – Central Cee feat. Lil Baby
    Soldi e potere, cioè niente di nuovo sotto il sole dell’hip hop. Però si sente anche un’autentica voglia di riscatto, la sicurezza di chi ce l’ha fatta, e il suono schietto del gangsta rap inglese che incontra quello americano.
  • 63. Doing Better – Fletcher
    Non c’è dubbio che Fletcher abbia un bel caratterino, che si riflette tanto nei testi quanto nelle melodie. Con un guizzo spavaldo ed elettrizzante, siamo certi che darà filo da torcere alle altre promesse del pop.
  • 62. Enough (Miami) – Cardi B
    Questa era dell’hip-hop le appartiene. Non c’è nessuno che sia più autorevole e convincente quando si arriva al microfono. O si è con lei o contro di lei: noi abbiamo scelto la prima.
  • 61. ni de ti – TINI
    L’inizio preannuncia una scarica di energia, ma l’impetuosità che arriva al giro di boa e il magnetismo dello storytelling di TINI colpiscono senza previsioni. Rilasciato come parte di un altro singolo, funziona benissimo anche da solo.
  • 60. Soulbreaker – A. G. Cook
    Il produttore inglese amico di Charli XCX si muove sempre in direzioni imprevedibili. Basta tendere l’orecchio ai suoi lavori per capire dove si muoverà l’elettropop: molto probabilmente, è quello il futuro.
  • 59. In Front of Me Now – Nada Surf
    Tutto potevamo aspettarci quest’anno, fuorché un ritorno dei Nada Surf in pompa magna. Qui siamo di fronte a uno dei loro lavori migliori, segno che in fatto di indie rock sono ancora un’autorità.
  • 58. Dark Matter – Pearl Jam
    Chi non li conosce potrebbe pensare che si tratti di una giovane rock band. E invece no, sono proprio loro, sulla piazza da trent’anni, con una verve da fare invidia che dà una lezione di stile alle nuove generazioni.
  • 57. Messy – Lola Young
    Con la voce spezzata dice cose come «And I’m too perfect ‘til I open my big mouth», lei che qui è tutto e il suo contrario. A ventitré anni canta la faccia più disagiata e frustrata di una relazione, e l’adolescenza appare ormai superata.
  • 56. We Are Making Out – Mura Masa feat. Yeule
    Dall’Inghilterra arriva una nuova schiera di dj e producer da tenere d’occhio. Mura Masa è uno di loro, e lo dimostra con un brano che dice poco più del titolo. A volte basta anche solo quello, se hai il sound adatto (vedi alla voce Daft Punk).
  • 55. I Luv It – Camila Cabello feat. Playboi Carti
    Se vi chiedessero cos’è l’hyperpop, voi rispondete col titolo di questa canzone. I Luv It vive di continui scatti e sprint improvvisi, coi sintetizzatori sempre spinti, e Camila Cabello è la prima a farsi trasportare.
  • 54. I’m All Fucked Up – This Is Lorelei
    Dietro questo brano sembra che ci sia un’intera band, o almeno un duo, e invece c’è solo Nate Amos, la sua voce ingannevole e una melodia che procede spedita e travolgente.
  • 53. Anything – Griff
    Griff sarebbe stata disposta a tutto per amore, persino a lanciarsi giù da un ponte. La persona a cui si rivolge se n’è approfittata, e lei adesso lancia un grido di rabbia e dolore. Penetrante.
  • 52. Evergreen – Richy Mitch & the Coal Miners feat. Caamp
    Si chiamano sleeper hit, le canzoni che impiegano mesi ad arrivare in classifica. Ma questa batte ogni record: l’originale è del 2017, quest’anno è arrivato il remix, ancora più vigoroso, ancora più folk. Meno male che hanno insistito.
  • 51. Sailor Song – Gigi Perez
    Che una ballata indie folk diventi virale su TikTok è uno dei miracoli (musicali) del 2024. Merito di un ritornello costruito sulle assonanze come una filastrocca, l’interprete che aumenta d’intensità, la musica che la segue a ruota: incredibile che sia autoprodotta.
  • 50. Born with a Broken Heart – Damiano David
    Damiano senza i Måneskin ha deciso di seguire una strada diversa. Il cambio di look era funzionale al lancio di questa melodia molto pop, ma di un pop d’altri tempi, di cui non sapevamo di sentire la mancanza.
  • 49. Someone to Dance With – Robby Hecht and Jill Andrews
    Eccolo qui, un altro di quei duetti che spaccano il cuore in due. Ha un che di invernale, di qualcosa che necessita calore e conforto. Prendete per mano chi amate e concedetevi un lento.
  • 48. Obsessed – Olivia Rodrigo
    Tradimenti, rimpiazzi amorosi, gelosia: Rodrigo le ha cantate tutte, e adesso ci aggiunge anche una malsana ossessione. Non per lui, però, ma per la sua ex. E per essere ancora più autentica, incalza la chitarra e si vota al rock.
  • 47. Doce Doce – Dadà
    Dadà incrocia la tradizione musicale partenopea con la ricercatezza sperimentale, il folk con l’elettronica, reinventando un jingle di una marca di caffè attraverso la lingua di Napoli. Le vibrazioni sono incontenibili.
  • 46. Love Me JeJe – Tems
    In principio era una canzone (omonima) del nigeriano Seyi Sodimu. La sua conterranea la reinterpreta, il sound del suo paese lo rianima in un gioioso Afrobeat, e per un attimo tutto il mondo sembra luminosissimo.
  • 45. Fantasy – Jade
    Come una novella Diana Ross, Jade riecheggia la disco anni Ottanta e il funk dei Settanta, riportandoci alla memoria persino Nile Rodgers e uno stile à-la-Mariah Carey: pronti per scendere in pista?
  • 44. It Was Always You – Carín León and Leon Bridges
    Il primo è messicano, il secondo texano: più che vicini di casa sembrano fratelli, s’intendono alla perfezione, e arricchiscono l’uno la tradizione dell’altro in una delle più belle ballate degli ultimi dodici mesi.
  • 43. Ma Meilleure Enemie – Stromae & Pomme
    Era difficile che Arcane, la serie animata, potesse avere una colonna sonora più potente di quell’Enemy degli Imagine Dragons. E invece sono arrivati gli amici francofoni a farci ricredere: et voilà!
  • 42. Alone – The Cure
    L’ultimo album arrivò nel 2008. Grazie a Dio, sono tornati, e cambiano ancora. La band di Robert Smith si concede alla disperazione e alla depressione, ed è meraviglioso abbandonarsi: il risultato è epico.
  • 41. Speyside – Bon Iver
    Non è un brano facile, con una struttura lontana dalle convenzioni e un tema pessimista: «Nothing’s really happened like I thought it would». Eppure, molti fan confermano una sensazione di gioia e tristezza, insieme, che solo i maestri sanno donare.
  • 40. Big Dawgs – Hanumankind feat. Kalmi
    Direttamente dall’India, un rapper che incalza con spavalderia su un ritmo che suona sporco e pericoloso, degno di un blockbuster d’azione, con un livello di adrenalina altissimo.
  • 39. Genesis – Raye
    Un caleidoscopio di generi musicali (jazz, soul, gospel, R&B) e di temi (ansia, stress, pressione sociale), in un piccolo, intenso capolavoro di ben sette minuti. Da ascoltare dall’inizio alla fine.
  • 38. Dog Days – Dehd
    Tutti quelli che conosco stanno spezzando un cuore, o hanno il cuore spezzato: è questo che, in sostanza, canta la band di Chicaco, ma con una ironia tipica della gioventù sfrontata e sognatrice.
  • 37. Training Season – Dua Lipa
    Sarà pure una hit dance, ma non è (solo) per questo che ci piace: è quel piglio da donna vissuta, di chi sta dicendo una verità incontrovertibile, con cui Dua Lipa snocciola il ritornello, stendendo ogni ipotetico interlocutore, fino a quell’indiscutibile «training season’s over».
  • 36. Apt. – Rosé and Bruno Mars
    Si direbbe un gioco di parole infantile e nulla più, ma a ogni ritornello incalza, alza i toni, e alla fine non se ne va più dalla testa. Energico e assillante – ma in senso buono – come poco altro.
  • 35. Right Back to It – Waxahatchee feat. MJ Lenderman
    Un po’ indie, un po’ country, molto folk: Waxahatchee ingaggia MJ Lenderman e la sua chitarra in uno dei connubi più felici di quest’anno. Malinconico, soave, persino carezzevole, in una parola: indimenticabile.
  • 34. Risk – Gracie Abrams
    L’eccitazione degli inizi, il timore di buttarsi troppo in fretta e di innamorarsi prima di essere pronti: Abrams è la nuova interprete dell’amore giovanile, un mix tra Rodrigo e Taylor Swift, con una vocina cauta e tremante che sa essere anche eccitata e fremente.
  • 33. Ora che non ho più te – Cesare Cremonini
    L’anno scorso era arrivato Calcutta a salvarci, quando i giochi erano quasi fatti. Quest’anno tocca a lui farci sciogliere, con la sua maturità artistica e le sue consapevolezze: Frequento solo I posti che tu non hai visto mai / Perché ho paura di incontrarti e di un “ciao, come stai?”.
  • 32. Apple – Charli XCX
    Di hit virali quest’anno ne ha conosciute parecchie. Apple è quella che le batte tutte, per la sua atmosfera sognante, il look fashion, e una manciata di strofe un po’ nonsense e parecchio catchy.
  • 31. Sexy to Someone – Clairo
    Voce soffusa e poche note di piano bastano a rendere questo singolo sofisticato e seducente – il migliore di tutto l’album, salutato a sua volta come uno dei migliori di tutto il 2024.
  • 30. Tailor Swif – ASAP Rocky
    Si inizia con sintetizzatore e atmosfera distesi, segue un’accelerazione del ritmo e si parte con la trap: ASAP Rocky fa del suo meglio, e gli riesce bene. Non provate a spiegarvi il titolo, è tutto un gioco.
  • 29. May Ninth – Khruangbin
    La definizione di chill per il 2024 sono gli statunitensi Khruangbin. Da ascoltare d’estate, a dispetto del titolo, su una spiaggia al tramonto, e prepararsi a lasciarsi andare.
  • 28. A Bar Song (Tipsy) – Shaboozey
    In Italia è arrivato un po’ in ritardo, dopo che negli USA lo avevano già praticamente santificato. Da quelle parti diventerà un inno nazionale, e a ragione: non solo ha portato il country su altri livelli, ma un’altra hit così non la faranno prima che passino cent’anni.
  • 27. Yes, And? – Ariana Grande
    House-pop allo stato puro, al punto che persino i finti critici musicali del video alla fine si mettono a ballare. Contagiosa e piena di luce, come un tutorial per chi voglia ritrovare la fiducia in sé stesso.
  • 26. Too Sweet – Hozier
    Completamente differente da ciò a cui ci aveva abituato, Hozier sforna nel 2024 il pezzo di maggior successo della sua carriera finora. Che sia l’inizio di una nuova era? Se è così, ci piace molto.
  • 25. Mary Boone – Vampire Weekend
    Un inno nostalgico su una (vera) mercante d’arte fallita, la Mary Boone del titolo già nota alle cronache. I Vampire Weekend le disegnano addosso melodie downtempo e cori celestiali, in un mix di genio, dolore e rock.
  • 24. Joy – Nick Cave and the Bad Seeds
    A quarant’anni esatti dall’esordio, Nick Cave scrive una delle canzoni più belle della sua carriera. Gli bastano poche frasi, neanche eccezionali, perché ci crede davvero e infonde ogni parola di un’emotività palpabile.
  • 23. Si Antes Te Hubiera Conocido – Karol G
    Un tormentone estivo può essere un ottimo brano musicale? Certo che sì. Come questo merengue, permeato da un’aura malinconica (come in realtà molti tormentoni), anche se poi vien voglia di farci su un trenino.
  • 22. Screamland – Father John Misty
    Lui lo conosciamo bene per le sue espressioni musicali gioiose, ma quando scende negli abissi della sua anima non ha eguali. Più che cantare, qui, si confessa, e arriva potente e doloroso come un pugno nello stomaco.
  • 21. Like I Say (I runaway) – Nilüfer Yanya
    Un’autentica corsa contro il tempo, quella per impedire a chi si ama di andare via. C’erano molti modi per interpretarla, ma quelle note di chitarra sembrano infine la scelta migliore, in un crescendo che culmina proprio dove desideriamo.
  • 20. The Feminine Urge – The Last Dinner Party
    Stando alla band inglese, tutta al femminile, questo brano parla di rabbia e di relazioni tra madri e figlie, e di quel momento in cui ci si rende conto che ogni madre ha una vita che va al di là di questo ruolo. Originale nella scrittura come poco altro, oscilla tra impennate e distensioni che lo rendono ammaliante come andare in trance.
  • 19. Tejano Blue – Cigarettes After Sex
    L’impronta della band la conosciamo, il timbro del suo frontman pure. Al terzo album, sanno ancora essere toccanti ed emblematici senza rinunciare al loro stile. Tejano Blue ha il suono di una delicata confessione notturna, o un ultimo bacio prima di un addio. Sembra di vedere pure la nebbia intorno.
  • 18. Please Please Please – Sabrina Carpenter
    La cosa più insolita che potessimo aspettarci da Sabrina Carpenter, specialmente dopo Espresso. Qui siamo ancora in ambito pop, ma con un pizzico di disco e una spolverata di soft rock, con la cantante che invita quel motherfucker del suo fidanzato a non metterla in imbarazzo: come non immedesimarsi?
  • 17. Tuta Gold – Mahmood
    Nell’ultimo brano sanremese di Mahmood c’è tutto: le radici arabe, l’urban, l’R&B, ma la parte migliore sta nella scrittura del testo, a tratti memorabile, a tratti persino inafferrabile. Se c’è un interprete di spicco della black music in Italia è senz’altro lui.
  • 16. Pink Skies – Zach Bryan
    Si comincia con un funerale e si prosegue con i preparativi per una giornata dolorosa da affrontare. Tuttavia, la voce di Bryan è pacata, invita a ricordare i momenti migliori di chi se n’è appena andato e che la vita non finisce lì. È commovente, certo, ma soprattutto è talmente sincero da sembrare biografico, e per questo tanto più struggente.
  • 15. Fortnight – Taylor Swift feat. Post Malone
    Un singolo di lancio così lento e (apparentemente) rilassato ci riporta alla Taylor Swift dell’era della pandemia. È tutto così calmo e sommesso, che a un primo ascolto si resta disorientati. Ma, si sa, le apparenze ingannano, e l’amore qui è senza lieto fine. Il maltempo sta per arrivare – come accade nel video, infatti – e a Post Malone spetta il compito di dargli voce, con una meravigliosa eco che ci fa pensare che dovevano per forza duettare insieme.
  • 14. La noia – Angelina Mango
    In un’epoca fatta di sintetizzatori, percussioni e autotune (anche apprezzabili, per carità), Angelina Mango ci ricorda che esistono anche altri strumenti e, soprattutto, quanto è bello e vasto il pop. Complice l’intervento riconoscibile di Dardust, la cumbia si sente davvero e la noia è, per fortuna, lontanissima. Lei ci mette il suo e canta divinamente.
  • 13. Starbuster – Fontaines D.C.
    ll 2024 passerà alla storia della musica come l’anno in cui il mondo intero si è accorto dei Fontaines D.C. I fan storici s’indigneranno, ma resta il fatto che così bravi, convincenti e vivi non lo sono mai stati. Ma neanche così turbolenti e inquieti da far paura.
  • 12. What’s Fair – Blondshell
    L’immaginario a cui si ispira la cantante californiana è chiaro: è quello dell’alternative rock anni Novanta, tra il punk e il grunge. Non pensate a un’imitazione, però, perché è di ispirazione che si tratta. Blondshell è in stato di grazia. Anche qui si parla del complesso rapporto tra madre e figlia, tra rimproveri e ammissioni di colpa. C’è della rabbia, ma anche il talento di lasciarla uscire fuori.
  • 11. Like a Lesson – Pillow Queens
    Al terzo album, le irlandesi Pillow Queens lavorano su un sound più melodioso e meno aspro, sempre trainate da una scrittura biografica e attenta. Con Pamela Connolly al microfono, che riesce a rendere strazianti versi come «I don’t wanna ruin my life, but I wanna go home with you», in un crescendo di emotività non indifferente. Il loro rock è maturo per la scena internazionale.
  • 10. Birds of a Feather – Billie Eilish
    C’era un tempo in cui osannare la musica pop poteva essere un gesto controverso, ma per fortuna Billie Eilish ci rende le cose facili. Una canzone che parli d’amore e funerali insieme facendola sembrare la cosa più romantica di sempre nelle sue mani diventa una scommessa vinta. E, per giunta, ha la capacità di pronunciare ogni singola frase come se fosse la più importante che abbia mai detto, trasformando la semplicità in eccellenza.
  • 9. 360 – Charli XCX
    Lei è un punto di riferimento, lei è ovunque: è ciò che Charli dice di sé stessa in questa 360, il cui titolo si riferisce appunto al suo status di icona globale, che ha fatto un giro (del mondo) completo. Di solito la presunzione dovrebbe infastidirci, e invece a lei la perdoniamo: perché è una monella da manuale, è innovativa, diversa, unica, ha fatto dell’elettropop la sua missione e ne è diventata la signora indiscussa.
  • 8. Saturn – SZA
    La materia nichilista e pessimista della canzone contrasta con l’atmosfera sognante e melliflua dell’arrangiamento, a cui contribuisce la stessa SZA con la sua intonazione. Se l’R&B sta risorgendo dalle sue ceneri, lo dobbiamo soprattutto a lei, che qui immagina la possibilità di lasciare questo mondo crudele e trasferirsi su Saturno. Noi ci auguriamo davvero che resti.
  • 7. we can’t be friends (wait for your love) – Ariana Grande
    Sembra sia opinione comune che l’ultima produzione di Ariana Grande sia debitrice di Robyn, ma secondo noi è andata anche oltre. Questa hit synth-pop – la migliore traccia dell’album – è una pagina di diario intimista e raccolta, al punto che già la precedente Yes, And? sembra lontana mille miglia. L’interpretazione è sommessa e sofferta, l’atmosfera pure, e la fine della relazione di cui canta sembra dolorosa ma anche inevitabile e liberatoria. Se non vi commuovete avete il cuore di pietra.
  • 6. Angel of My Dreams – Jade
    La definizione migliore che sia stata data al singolo d’esordio di Jade come solista è quella di “brano Frankestein”. In effetti, Angel of My Dreams combina stili e tendenze – e persino andamenti – del tutto diversi, facendola sembrare la cosa più naturale del mondo. Questo mostro, però, è incantevole. È una ballata, una hit house, un pezzo techno, è struggente, è trascinante, è una seduta di ipnosi, e tutto al prezzo di uno.
  • 5. Not Like Us – Kendrick Lamar
    Se non avete avuto la testa sotto la sabbia quest’anno, saprete senz’altro che il dissing più famoso del 2024 è quello tra Lamar e Drake. Attraverso una serie di botta e risposta musicali a suono di insulti, se ne sono dette di tutti i colori, ma solo uno è il vincitore. Dispiace per l’altro, ma Kendrick ne è uscito a testa alta, senza esclusione di colpi (bassi), con accuse pesanti ma con un tempo, un ritmo, un timing e un beat che sono opera di un vero maestro.
  • 4. Beautiful Things – Benson Boone
    Al primo ascolto è destabilizzante: comincia in un modo, e poi, al ritornello, diventa tutt’altro, per musica e testo. Da inno alla gioia si fa grido disperato, rivela tutta la sua fragilità, e Boone tutta la sua potenza. Ed è lì che ci conquista. Per essere una hit che ha conquistato il pubblico di ogni dove ha una costruzione insolita, ma ci piace anche per questo, oltre che per la strepitosa performance di un esordiente che l’abilità di un veterano.
  • 3. Texas Hold ‘Em – Beyoncé
    Molte popstar hanno il loro decennio di successo. Beyoncé ha scavalcato ogni confine, continuando a imporsi e confermarsi come un’artista di cui non possiamo fare a meno. Da star dell’R&B si è tramutata in signora della disco e, quest’anno, si è riappropriata delle radici nere della musica country. Texas Hold ‘Em ha inaugurato una nuova epoca per il genere squisitamente americano, spalancandogli le porte sul resto del mondo. Lo ha fatto grazie a un arrangiamento semplice ma impeccabile, e a una interpretazione da dieci e lode. Ancora una volta, grazie Beyoncé.
  • 2. Espresso – Sabrina Carpenter
    Ci vuole talento per sfornare una canzone dell’estate che sopravviva per tutto l’anno. Ed ecco a voi Espresso di Sabrina Carpenter, nel suo pacchetto pop-funk tanto solare da essere abbagliante. È un tormentone istantaneo, che ti entra subito in testa in virtù di quel groove maledettamente irresistibile e di un testo ambiguo e nonsense che è già entrato nell’immaginario pop collettivo: «I’m working late cause I’m a singer» fa a gara con «That’s that me espresso» per il verso più emblematico dell’anno.
  • 1. Good Luck, Babe! – Chappell Roan
    Quando Chappell Roan ha pubblicato il suo primo album lo scorso anno, ha ricevuto un’accoglienza largamente positiva. Nessuno, però, poteva aspettarsi quello che di lì a breve sarebbe successo. Difatti, all’inizio i segnali sono stati timidi: Good Luck, Babe! è uscita ad aprile, ma non è entrata subito in classifica. In estate, però, eravamo tutti a cantarla. Adesso, a dicembre, possiamo infine definirla iconica. Salutando per sempre la sua amata, che si rifiuta di ammettere che anche a lei piacciono le donne, Chappell Roan ci consegna uno dei ritornelli più riusciti degli ultimi tempi, destinato a riscrivere la storia dei tormentoni. Il suo antenato è la new wave anni Ottanta, la sua ispirazione è il soft rock anni Novanta, il suo look è drag, la sua estetica è camp, la sua confezione è baroque, tant’è che definirlo solo un brano pop è riduttivo – e anche qui, siamo sicuri che farà da apripista a una nuova scuola di musicisti. È talmente potente che a un certo punto ha trascinato dietro di sé tutte le precedenti canzoni della cantante ridando loro nuova vita nelle chart di mezzo mondo. La favola si è compiuta, il lieto fine si è avverato, la principessa del Midwest è diventata regina.

Napoletano di nascita, correva l'anno 1990. Studia discipline umanistiche e poi inizia a lavorare nel cinema. Nel frattempo scrive, scrive, scrive sempre. Ama la musica e la nobile arte delle serie tv, ma il cinema è la sua prima passione. Qualunque cosa verrà in futuro, non abbandonerà la penna. Meglio se ci sia anche un film di mezzo.

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