
Il fabbro di Ortigia: un viaggio nel tempo e nell’anima di Siracusa
Giuseppe Raudino ci trasporta con Il fabbro di Ortigia (Bibliotheka Edizioni) in un’epoca e un luogo che sembrano usciti da un vecchio album di fotografie: Siracusa, tra gli anni ’20 e la Seconda Guerra Mondiale. Attraverso gli occhi di Currò, un giovane fabbro, assistiamo alla trasformazione di una città e di un’intera generazione, segnate profondamente dagli eventi storici.
La narrazione, fluida e coinvolgente, ci conduce in un percorso iniziatico che va dall’infanzia spensierata all’esperienza traumatica della guerra. Raudino dipinge con maestria i colori vivaci di Ortigia, le sue tradizioni, il suo dialetto, facendoci respirare l’atmosfera di un tempo che sembra lontano anni luce dal nostro. La ricostruzione storica è uno degli aspetti più riusciti del romanzo. attraverso la ricomposizione del tessuto sociale e politico di un’Italia in piena trasformazione, dalla diffusione del fascismo alla drammaticità del secondo conflitto mondiale. L’autore non si limita a fornire un semplice sfondo alle vicende del protagonista, ma intreccia in modo organico gli eventi storici con la vita di Currò, offrendo al lettore un quadro vivido e autentico di un’epoca cruciale.
Una narrazione biografica che va oltre
La storia raccontata è un affresco toccante della vita di un uomo e della sua generazione, segnata dalle ferite della guerra e dalla nostalgia della propria terra. Currò è un protagonista autentico, le cui emozioni e riflessioni ci toccano nel profondo. La sua storia è, in apparenza, una classica narrazione biografica. Tuttavia, Raudino riesce a conferire al romanzo una profondità e una complessità che lo distinguono dalle semplici biografie. La vita del protagonista è raccontata attraverso una lente che va oltre la mera cronaca degli eventi, approfondendo i suoi sentimenti, le sue riflessioni e le sue relazioni interpersonali. In questo modo, Currò diventa un simbolo di un’intera generazione, segnata dalle ferite della guerra e dalla nostalgia per un passato perduto.

L’alternanza tra passato e presente contribuisce a creare un senso di profondità e a rendere la narrazione più dinamica; permette di approfondire alcuni aspetti della vita del protagonista e di creare un contrasto tra il passato e il presente. Il rapporto tra l’individuo e la Storia è uno degli aspetti più affascinanti e complessi de Il fabbro di Ortigia. Attraverso la vicenda di Currò, l’autore ci invita a riflettere su come gli eventi storici plasmino le vite individuali e, al contempo, su come le azioni dei singoli possano influenzare il corso della Storia.
La prosa di Raudino è uno dei punti di forza del romanzo. L’autore utilizza un linguaggio ricco di immagini e metafore, capace di evocare atmosfere e sensazioni intense. La descrizione di Ortigia, con le sue vie strette e i suoi scorci suggestivi, è un esempio lampante di questa capacità evocativa. La scelta di un narratore in prima persona, inoltre, permette al lettore di entrare in profondità nella mente del protagonista, condividendone i pensieri e le emozioni.
L’individuo come pedina e protagonista
Currò, come molti suoi contemporanei, si trova a essere trascinato dagli eventi storici. La guerra, il fascismo, la Resistenza: sono forze potenti che modellano la sua vita, le sue scelte e le sue prospettive. Tuttavia, Raudino non ci presenta un personaggio passivo, vittima delle circostanze. Currò, pur consapevole della propria piccolezza di fronte alla Storia, dimostra una notevole capacità di adattamento e di resistenza. Le sue azioni, anche se apparentemente insignificanti, contribuiscono a tessere la trama complessa degli eventi storici.
La memoria e l’identità
La memoria gioca un ruolo fondamentale nel romanzo. Currò, come molti veterani di guerra, è segnato dalle esperienze traumatiche vissute. La memoria, però, non è solo un peso da portare, ma anche uno strumento per costruire la propria identità. Attraverso i ricordi, Currò cerca di dare un senso alla propria vita e di ritrovare un equilibrio interiore. La Storia, in questo senso, diventa un luogo di confronto e di elaborazione del trauma.
Il rapporto con la terra
Il legame con la terra, con Ortigia, è un altro elemento fondamentale nell’esplorazione del rapporto tra individuo e Storia. La terra rappresenta per Currò un rifugio, un luogo di appartenenza, ma anche un testimone muto delle vicende umane. Questo legame, profondamente radicato nell’identità siciliana, diventa un modo per resistere all’alienazione e alla perdita di senso provocate dalla guerra.
Il fabbro di Ortigia è un romanzo che ci invita a riflettere sul rapporto complesso tra l’individuo e la Storia. E la Storia alla fine non è un evento esterno che ci accade, ma un processo in cui siamo tutti coinvolti, attivamente o passivamente. La narrazione attraversa epoche e eventi significativi, rivelando l’intreccio delle vite dei personaggi con le vicende storiche del tempo. La memoria, l’identità e il legame con la terra sono elementi fondamentali per comprendere questo rapporto e per costruire un futuro migliore. Senza una consapevolezza del passato, il rischio è quello di perdere di vista le radici culturali che ci definiscono, mentre il richiamo a una responsabilità collettiva diventa imperativo nell’affrontare le sfide contemporanee. La lotta interiore di Currò, in questo contesto, diventa metafora di un desiderio universale di appartenenza e di senso, rendendo il romanzo non solo una storia personale, ma un’eco delle esperienze condivise di intere generazioni.
Anna Chiara Stellato