Cometa, di Magini. Specchi e contraddizioni del crescere moderno
È fra le prime pagine che appare la cometa. Una cometa metaforica, una cometa che è in realtà un uccello che si abbatte su un parabrezza. E noi andiamo avanti con la lettura chiedendoci: è tutto qui? Una civetta che spacca un vetro è sufficiente a dare un titolo a un romanzo che parla di tutt’altro?La risposta è quasi. Perché di una cometa si torna a parlare, più avanti, molto più avanti. Oserei dire: così avanti che di più non si può.
Atipicità di un romanzo moderno
Questo Cometa di Magini, Neo edizioni, è un romanzo particolare.
Senza ancora entrare nel merito del testo, dei suoi punti di forza e debolezza, il primo aspetto di una certa rilevanza è la struttura del romanzo. Abbiamo una prima parte in prima persona su Raffaele. La seconda parte è in terza su Fabio. Terza e quarta ripetono, e infine una quinta in terza su entrambi.
I due personaggi non sono solo distanti dal punto di vista caratteriale, per il loro background, per le loro esperienze. Le loro vicende si toccano a malapena.
Ecco che Cometa, allora, è un romanzo formato da due storie praticamente slegate fra loro, due vite separate che, in qualche attimo della loro esistenza, vengono a toccarsi e influenzarsi.
A fare da collante c’è un progetto comune, una persona, l’incontro fortuito in università. Due personaggi che in una storia tipica non sarebbero stati sufficienti per scrivere un romanzo unico, ma che oggi possono camminare paralleli in un mondo comune, a rappresentare due fra i più grandi aspetti che riguardano la generazione che ha vissuto consapevolmente lo sviluppo degli anni novanta e i duemila: il sesso e la tecnologia.
Entrambi i lati della medaglia
I due aspetti di Cometa non restano naturalmente nelle loro sembianze superficiali. Nascondono un certo disagio relazionale, estremizzato da una ricerca costante – da una parte – e da un evitamento dall’altra.
Forse la caratterizzazione di Fabio e Raffaele è il vero punto forte di questo romanzo, capace di dare connotazioni non solo proprie, ma anche condizionate da una serie di micro-fattori esterni. Il tutto attraversando un’evoluzione sociale, politica e tecnologica scombussolante, quell’evoluzione accelerata come mai era successo prima nella storia umana.
Fabio assaporò l’idea della capsula, gli faceva piacere condividere questa idea nata da Raffaele. Essere gli abitanti di una cellula spaziale, con l’astronauta che si fondeva con se stesso sul posto di pilota, scendeva giù per la gola fino al lago dell’anima e si scioglieva e finalmente si riassorbiva nel suo ospite, Fabio, che assisteva al dissolvimento gongolando.
– Cometa [Gregorio Magini, Neo., 2018, p. 155]
D’altra parte, il fondare la storia sulla caratterizzazione dei personaggi e sulle loro differenze crea anche un lato negativo. Si chiude il libro non del tutto convinti della storia.
Chiariamoci: non è indispensabile una grande storia per scrivere un ottimo libro. David Foster Wallace ce lo insegna bene. Con Cometa, però, si va avanti chiedendosi quando succederà qualcosa davvero a questi due personaggi caratterizzati così bene.
Cometa come appiattimento di un’evoluzione
Il punto è questo: succedono delle cose, ma tutto resta nel solco della caratterizzazione. Raffaele continua a portarsi donne a letto, continua a essere dominato da questi impulsi. E se nella fase iniziale del libro lo vediamo cambiare, in realtà è un processo di cambiamento che lo lascia perfettamente identico. Cambia superficialmente per continuare a fare quel che vuole. E Fabio, che incontriamo come esperto di programmazione, resta egualmente fermo nella sua evoluzione.
Questo tipo di processo mancante, quest’evoluzione bloccata dei personaggi non sembra lasciata al caso. Sembra che rappresenti una certa tipologia di uomo moderno, dominato da un particolare stile di vita che reitera per tutta la sua esistenza, che lo rende incapace di modificarsi, di crescere, di diventare qualcosa di migliore o anche solo diverso.
Tutto questo è fenomenale. Il problema è che al contempo è problematico dal punto di vista narrativo.
Insomma, per tirare un po’ delle conclusioni, Cometa è un romanzo carico di potenzialità, con ottimi personaggi e un messaggio forte ed evidente. La sua pecca – comunque inferiore ai suoi pregi – è una struttura immota, un immobilismo nelle esistenze che ci porta alla fine del libro a chiederci se ne valeva la pena, in fondo, di raccontare la loro storia, di Fabio e Raffaele.
Una risposta che si perde appena nel finale, quando succede davvero qualcosa di grosso, qualcosa che non capiamo e che scombussola tutto perché non era per nulla quello che ci aspettavamo.
E ancora adesso non so dire se sia un bene o un male.
Maurizio Vicedomini