Lyrics: Wot’s… Uh The Deal, accoglienza, sopravvivenza e cambiamento
Ortograficamente il titolo di questa canzone dei Pink Floyd del 1972 presenta una variazione insolita, perché dovrebbe scriversi così: What’s the deal? Qual è il problema? Qual è il punto?
Se si usa un’ortografia approssimativa, penso che l’intento sia quello di dare un taglio popolare al tema che la canzone affronta, ovvero il bisogno di sopravvivere decentemente e in pace.
La canzone fa parte dell’album Obscured by Clouds, composto appositamente come colonna sonora per il film La Valleé di Barbet Schroeder.
Un prima e un dopo
C’è un prima e un dopo a fare da spartiacque nella canzone. Un uomo che guarda dall’esterno ciò che desidera, senza esserne parte (I’m the man on the outside looking in), e lo stesso uomo che raggiunge la posizione desiderata e guarda dall’interno verso l’esterno (Now I’m the man on the inside looking out).
A questo cambiamento topografico corrisponde anche un cambiamento spirituale: l’uomo che agogna ha l’impressione di diventare vecchio (think I’m growing old) mentre l’uomo che ha raggiunto ciò che agognava ha raggiunto anche la certezza della propria maturità e del proprio (sereno) invecchiamento (And I’ve grown old).
La terra promessa
La terra promessa di biblica memoria (Heaven sent the promised land) è la condizione di sopravvivenza pacifica, la meta che in ultima analisi è agognata dall’uomo che la guarda dall’esterno. La grande differenza tra il racconto biblico e la canzone dei Pink Floyd è proprio il godimento della meta: nella bibbia, Mosè è l’uomo al quale viene promessa una nuova terra dopo la schiavitù in Egitto, ma a causa del proprio orgoglio gli è preclusa la possibilità di entrare nella terra promessa, nonostante abbia guidato il popolo ebraico fino ad essa: Mosè può solo guardarla da lontano. Al contrario, in Wot’s… Uh The Deal, il protagonista a un certo punto riesce a farsi aprire e a entrare nella nuova condizione di pace, a raggiungere la terra promessa
Ma in cosa consiste questa pace? Sicuramente nell’assenza degli affanni quotidiani più basilari, come il ripararsi dal freddo (chill wind blowing) o tenere a bada i morsi della fame sopravvivendo fino al pasto successivo (to make it to the next meal). In altre parole, è una questione di tirare avanti (keep up with the turning of the wheel), giorno dopo giorno, miglio dopo miglio (Miles after miles) e per farlo ci vogliono atti di aiuto concreto, come quello di tirare fuori i soldi (flash the readies).
Alchimia e trasformazione
Il passaggio dalla condizione di spettatore (insoddisfatto) esterno a quello (soddisfatto) interno ha una svolta nel convincere qualcuno a farsi aiutare, a farsi aprire la porta, a farsi invitare dentro (it’s time / To let me in). Tutta la canzone sembra quasi una preghiera, una richiesta a lasciarsi accogliere, a essere risparmiati dal freddo e a trasformare il piombo in oro (turn my lead into gold). Soprattutto questo riferimento all’alchimia ha la facoltà di inquadrare l’atmosfera della canzone in un contesto più romantico. L’alchimia diventa la metafora di un amore che può funzionare grazie a imperscrutabili elementi che si bilanciano e armonizzano in modo misterioso; allo stesso modo, è la donna amata la soluzione ai problemi di chi implora da fuori perché lo si lasci entrare e lo si metta in salvo dal freddo e dagli affanni.
Il tangibile segno del cambiamento diviene anzitutto il calore di una candela, che segna il passaggio dal fuori al dentro (Fire bright by candlelight), ma anche l’inizio di una relazione che si stabilisce sotto l’auspicio dell’armonia (“lei al mio fianco e se vuole non litigheremo più” – her by my side / And if she prefers we will never stir again).
Essere salvati e salvare il prossimo
Ricapitolando: l’uomo che prima è fuori riesce a farsi accogliere dentro. L’amore, l’alchimia, la relazione ripulita da ogni banale screzio assicurano la pace e l’assenza di affanni, in cammino verso una vecchiaia serena. L’uomo, così salvato dalla magnanimità della donna che lo ama e che lo accoglie, si trova a sua volta nella condizione di accogliere qualcun altro. Certo, non si tratta necessariamente di accogliere qualcuno romanticamente, ma si tratta comunque di aprire il proprio cuore verso un atteggiamento solidale nei riguardi del prossimo. Il tono stesso adoperato dall’uomo che adesso può guardare fuori da dentro (Now I’m the man on the inside looking out) suona tanto cordiale come suonerebbe se si rivolgesse a un vecchio amico venuto a bussare alla sua porta e al quale dice “Vieni dentro, che c’è di nuovo e dove sei stato?” (Hear me shout “Come on in, / What’s the news and where you been?)
Giuseppe Raudino
Wot’s… Uh The Deal
Heaven sent the promised land
Looks alright from where I stand
‘Cause I’m the man on the outside looking in
Waiting on the first step
Show me where the key is kept
Point me down the right line because it’s time
To let me in from the cold
Turn my lead into gold
‘Cause there’s a chill wind blowing in my soul
And I think I’m growing old
Flash the readies
What’s, uh the deal?
Got to make it to the next meal
Try to keep up with the turning of the wheel
Mile after mile (mile after mile)
Stone after stone (stone after stone)
you turn to speak but you’re alone
Million miles from home, you’re on your own
So let me in from the cold
Turn my lead into gold
‘Cause there’s a chill wind blowing in my soul
And I think I’m growing old
Fire bright by candlelight
And her by my side
And if she prefers we will never stir again
Someone sent the promised land
And I grabbed it with both hands
Now I’m the man on the inside looking out
Hear me shout “Come on in,
What’s the news and where you been?”
‘Cause there’s no wind left in my soul
And I’ve grown old
Compositori: David Jon Gilmour / Roger Waters
Testo di Wot’s… Uh the Deal © Warner/Chappell Music, Inc, BMG Rights Management