Cercando Beethoven
Un romanzo per rivivere il mito di Beethoven
L’anno scorso si è celebrato il 250°anniversario della nascita di Beethoven ma, come tutti gli eventi programmati per quell’anno, le celebrazioni hanno risentito pesantamente degli effetti della pandemia. È uscito invece puntualmente nelle nostre librerie ad opera di Fazi Editore un libro tutto italiano che ne celebra il genio e la persona. Non è un saggio, né una biografia: Beethoven è uno dei personaggi di un romanzo, l’idolo di un suo giovane contemporaneo.
Incontrare il proprio idolo
Siamo dunque di fronte a un romanzo che mescola finzione e realtà: ispirate alle memorie di Franz Grillparzer, scrittore austriaco che conobbe Beethoven e ne scrisse l’orazione funebre, le vicende narrate pongono al centro della storia un giovane aspirante pianista ossessionato dalla figura già mitica di Beethoven, autentica rockstar ante-litteram. Ludwig van Beethoven è infatti capriccioso, irascibile, ora infuriato e artefice di plateali scenate, ora capace di gesti di grande generosità e umiltà, ma soprattutto è incredibilmente talentuoso e innovativo. Il suo talento è però minato da un brutto carattere e in quell’epoca, non ancora avvezza alle manie e ai modi delle star, alcuni suoi comportamenti rischiano di compromettere la sua reputazione. Il protagonista della storia, un borghese benestante e colto con l’ambizione di diventare pianista, ha la fortuna di incontrare il suo mito in una cittadina di campagna dove conosce altri due aspiranti musicisti, anzi: dei musicisti veri e propri che pur di suonare non disdegnano esibizioni improvvisate all’aperto. Si tratta di un ragazzo sfacciato e molto ambizioso e una ragazza misteriosa e intraprendente. I due, in modi diversi, lo aiuteranno a conoscere il suo idolo e anche sé stesso.
Nel pieno rispetto della tradizione
Siamo a Vienna e dintorni, nel pieno delle guerre napoleoniche e non potrebbe essere altrimenti, visto che l’immagine che abbiamo del grande musicista è indissolubilmente legata alla Vienna ottocentesca che ha ispirato generazioni di pianisti. Ma più che la descrizione della città a colpirci è l’ambientazione bucolica: le verdi e placide campagne dell’impero austriaco, in cui, nonostante la minaccia della guerra, regnano ovunque spensieratezza, cortesia e comprensione, che sia negli sfarzosi palazzi nobiliari o nelle botteghe di umili ma ingegnosi artigiani.
Dopotutto è ciò che il lettore si aspetta quando ha un romanzo ambientato nei luoghi e ai tempi di Beethoven: una storia che richiami le atmosfere idilliache e campestri del romanticismo tedesco, con i suoi personaggi ingenui e sentimentali, in sintonia con l’opera di Geothe; Novalis o von Eichendorff. E così ci lasciamo trasportare nelle cittadine di campagna e poi a Vienna, della quale però non si respira l’imponenza e la maestosità: vediamo la Vienna dei parchi cittadini e dei salotti in cui si tengono i concerti. Una Vienna colta e lavoratrice. E poi c’è lui, Beethoven, di cui abbiamo un ritratto sfaccettato che raggruppa i numerosi volti del musicista per offrirne un’apologia commossa e commovente.
Il protagonista è invece solo un pretesto per mostrarci il genio immortale di Beethoven. La sua è una storia di formazione, un Bildungsroman che rispetta tutti i canoni del genere: il giovane impara a gestire le emozioni, conosce l’amore e sfida il proprio destino, ma le sue vicende scorrono fin troppo fluidamente. Forse è proprio quello l’intento dell’autore: un personaggio che non metta in ombra il genio di Beethoven, che alla fine deve risultare l’unico eroe del romanzo.
Un esordio musicale
Parliamo dunque di questo autore, qui al suo esordio nel mondo del romanzo ma non in quello dell’editoria: Savero Simonelli è infatti giornalista, saggista e traduttore di opere in lingua tedesca e inglese e dimostra di avere una prosa fluida e musicale, che ben si adatta al tema trattato. In più di un’occasione ci sembra di essere al fianco del giovane protagonista e ascoltare con lui il suono della natura o del pianoforte di Beethoven.
Carlo Crotti