Tutti i soldi di Almudena Gomez di Valentina Di Cesare, al di là di ogni apparenza
“Le prime occasioni sono le migliori: tu ti riveli per la prima volta e chi ti sta intorno non ha tempo di criticarti o di dubitare di te, non è preparato, capisci? Si lascia affascinare dalla sorpresa, non riesce a immaginare lo stesso episodio in prospettiva diacronica”.
Conosciamo davvero le persone che ci stanno intorno? Cosa si nasconde dentro i loro silenzi? Spesso ci ritroviamo a non sapere molto sul vissuto delle persone che orbitano nelle nostre vite anche solo di passaggio.
Tutti i soldi di Almudena Gomez (Polidoro, 2022) di Valentina Di Cesare, è una storia sui pregiudizi sociali e su quanto gli stereotipi costruiti si trasformano in un filtro per interpretare la realtà e le vite altrui.
I personaggi che il nuovo libro di Di Cesare ci presenta, sono in primis donne e uomini che si muovono all’interno di una fitta rete di “etichette” prestabilite. Almudena lascia il suo paese, l’Ecuador, con poche e precise indicazioni: deve mostrarsi serena, non esternare i suoi sentimenti e le sue emozioni, e deve prima di ogni cosa apparire spensierata.
Una volta arrivata in Italia, gira per tutto il paese svolgendo lavori occasionali e stagionali per essere accolta, dopo anni, come badante nella casa della ricca signora Ivetta Cols. Durante la lunga esperienza lavorativa, le due instaurano un reciproco e intenso rapporto d’amicizia a discapito del legame freddo e apatico che la signora Cols conserva con i figli, anaffettivi e calcolatori.
Ciò incoraggia la loro gelosia nei confronti di Almudena, facendo credere a tutti che lei sia una donna pronta a manipolare la mente della madre malata bisognosa delle sue cure. Essendo una badante, per di più straniera, donna sola e lontana dal suo paese d’origine, ai loro occhi risulta essere pronta a sottrarre denaro e ricchezze alla loro famiglia.
Gli stereotipi dominano la scena rallentando il ritmo della narrazione come quasi un leggero sussurrare dei pensieri e dei pettegolezzi della gente del quartiere.
L’amicizia, un atto di complicità contro i pregiudizi sociali
Lavorare per la signora Cols non è mai stato un problema per Almudena. Ivetta è stata una sorella, un’amica, una spalla e la madre che ha sempre desiderato avere. Il rapporto di complicità che hanno instaurato la induce a lavorare serenamente cinque giorni a settimana, lontana da ogni intento manipolatorio per ritagliarsi solo nella giornata del sabato altri lavoretti pagati a ore.
Tutti i soldi di Almudena Gomez è in primis una storia sull’amicizia; un legame che può apparire scontato tra l’anziana signora e la sua badante, dietro al quale si cela però un rapporto fatto di strategie e attenzioni espresse e alle volte non comunicate.
La fiducia instaurata consente alle due donne di creare una sorta di alleanza concreta, fatta di attenzioni e reciproco rispetto.
Prima di arrivare a fidarsi della donna assunta alle sue dipendenze, Ivetta Cols ha avuto modo di studiarla in ogni sua mossa e in ogni suo sguardo nascosto, fingendosi spesso dormiente pur di non farsi scoprire. Se arriva a fidarsi solo di lei, è perché l’astuta anziana, donna intelligente e perspicace, ne decreta l’affidabilità e la bravura, anche se riserva sempre qualche curiosità sul suo costante silenzio.
Nulla è più forte del silenzio, la carta vincente di Almudena Gomez
Almudena Gomez si è costruita la sua solitudine un poco alla volta, dal momento in cui ha lasciato il suo paese. Il silenzio è diventato il suo miglior alleato, incuriosendo e innervosendo la signora Cols alle volte, per prendersi il tempo necessario per studiare e decifrare gli altri e le loro intenzioni. La riservatezza diventa uno dei tanti volti della diffidenza e la diffidenza, è anche una strana forma di curiosità.
Ivetta Cols istruisce alla perfezione Almudena al silenzio come la migliore trappola da tendere a chiunque. Le sue abitudini non dovranno essere mai stravolte né dovrà mai adagiarsi sugli allori o dimenticare i sacrifici compiuti.
Il suo senso di responsabilità, l’inflessibilità della sua tenacia, la precisione nelle sue abitudini diventano la guida per non fallire e resistere.
Almudena è una donna con un passato misterioso e poco chiaro. Non conosciamo i motivi precisi del suo trasferimento e l’autrice ci insegna a entrare in relazione con la protagonista in modo lento e gentile.
È una donna che ha sofferto molto in Ecuador e che provvede costantemente al sostentamento di Dona Felipa nella loro lontana casa in Sud America.
Ha solo una cara amica, Joana, la prima persona conosciuta una volta arrivata in Italia in possesso di molti contatti.
Almudena riflette e ragiona su ogni propria mossa da compiere, nulla è spontaneo neanche in amore. Neppure quando inizia a frequentare Nicola, un uomo da sempre innamorato di lei.
Con tutti, riesce a salvaguardare l’alone di mistero che la contraddistingue, non riesce a lasciarsi andare e farsi conoscere totalmente dagli altri.
La sua dedizione al mantenimento del controllo e dell’integrità della sua persona diventano fondamentali per poter affrontare la quotidianità, quasi ad arrivare a essere percepita da chi la osserva in continuazione come un personaggio costruito che nasconde qualcosa di oscuro.
Una questione di fortuna, dalla devozione a Sant’Evaristo alla ricchezza improvvisa
“Un giorno senza preavviso certe cose nascono e usurpano pian piano lo spazio della mente. Prendono forma, si materializzano e si piazzano dentro di noi e poi anche davanti agli occhi degli altri, i quali legittimano con le loro opinioni ciò che abbiamo creato e fatto nostro e se ne fanno un’idea”.
La storia di Almudena è prima di tutto un racconto su quanto la buona sorte possa cambiare la realtà. La fortuna è bifronte, una medaglia con due facce: cambia inevitabilmente chi la incontra sulla propria strada, allontana e avvicina coloro che in qualche modo la sperimentano. La sorte di Almudena cambia improvvisamente grazie a un gratta e vinci comprato con la signora Cols poco prima della sua dipartita. I soldi vinti dal biglietto fortunato diventano qualcosa da insabbiare, un desiderio inespresso o delle lacrime trattenute per paura di farsi male. Si trasformano anche nella miglior strategia per esaudire ogni sua voglia soffocata, nascosta per anni, sepolta nel suo passato. Un desiderio di riscatto e la voglia di mettere a tacere tutti i suoi più profondi silenzi, perché nulla mai è come appare veramente. Le certezze costruite su quello che pensiamo di aver dedotto dagli atteggiamenti altrui sono soltanto dati soggettivi facilmente influenzabili. Almudena si trova a vedere ribaltata la sua vita, da badante operosa a donna ricca capace di progettare un futuro roseo e prospero contro ogni pregiudizio sociale. Ma chi è davvero Almudena? È una donna spontanea o nasconde qualcosa di calcolato? Al di là di ogni apparenza, il nuovo libro di Valentina Di Cesare, ci porta a riflettere sul fatto che ogni persona o evento che conosciamo non è mai come crediamo che sia.
Giusy Laganà