I film da riscoprire: Entergalactic
L’idea che comunemente abbiamo dell’animazione è legata ai classici Disney per famiglie o alla serialità televisiva per bambini. Ovvero, prodotti destinati a uso e consumo dei più piccoli, e che nessun adulto guarderebbe se non per accompagnare i propri figli al cinema. Il concetto di animazione rivolta esclusivamente a un pubblico adulto ha iniziato a venire a galla in tempi relativamente recenti, dopo che Ralph Bakshi e Hayao Miyazaki hanno spianato la strada. E se oggi è ancora difficile che un film d’animazione impegnato riesca a ottenere la stessa visibilità di un lungometraggio Pixar, è altrettanto vero che i numeri dell’animazione per adulti stanno crescendo a vista d’occhio.
In questo processo, Netflix ha avuto un grande merito, in parte aprendo il proprio archivio agli anime e in parte facendosi essa stessa produttrice. Da quest’ultima prospettiva, però, se con le serie tv ha registrato grandi consensi (pensiamo a Bojack Horseman, Arcane, o all’italiana Strappare lungo i bordi), meno fortuna ha avuto con i film: e questo non perché non abbia titoli di qualità in catalogo, ma perché è difficile competere coi colossi storici dell’animazione. Solo l’anno scorso, per esempio, Netflix ha rilasciato il blasonato Pinocchio di Guillermo del Toro, Apollo 10 e mezzo di Richard Linklater e un altro gioiellino chiamato Entergalactic – che poi è quello di cui vogliamo parlarvi adesso.
Cosa c’è da sapere su Entergalactic
Entergalactic è un film ideato dal rapper americano Kid Cudi per accompagnare l’uscita del suo ultimo, omonimo album. Una sorta di compendio visivo alla sua produzione musicale e allo spirito da cui è animata (e scusateci il gioco di parole). All’inizio avrebbe dovuto essere una serie, e invece è diventato un lungometraggio di novanta minuti rilasciato in concomitanza con l’album, il 30 settembre 2022, su Netflix (per chi si stesse chiedendo se è nato prima l’uovo o la gallina, comunque, è venuto prima l’album e poi il film). La narrazione è suddivisa in capitoli che servono a scandirne il tempo, durante il quale si sviluppa la storia di Jabari, street artist newyorkese che sta per fare il grande salto con una casa editrice per trasformare i suoi murales in un albo a fumetti, e a cui dà la voce lo stesso Kid Cudi.
Dal punto di vista della trama, Entergalactic è una commedia romantica che obbedisce a (quasi) tutte le regole del genere. Jabari incontra Meadow, un’artista che ha fatto della fotografia il suo lavoro e con cui intraprende una relazione dopo aver vinto le rispettive ritrosie a lasciarsi andare. Accanto a lui ci sono gli amici Ky e Jimmy, portavoce di quella frangia maschile sempre arrapata che nelle commedie romantiche incita gli altri uomini a divertirsi e darsi da fare sotto le lenzuola. Dalla parte di Meadow invece c’è Karina, alter ego di tutte le Joan Cusack delle commedie romantiche che si rispettino. E come in ogni storia d’amore, il finale è piuttosto prevedibile: si sa che i due protagonisti si attraggono, si prendono, un po’ si mollano e poi vivono insieme felici e contenti.
I punti deboli del film…
Il problema è che in realtà gli ostacoli alla loro relazione sono pressoché nulli. La trama, in effetti, è il tallone d’Achille del film. Jabari e Meadow si piacciono da subito, tra loro è amore a prima vista e le incompatibilità sono pressoché nulle. I loro dubbi su un eventuale coinvolgimento amoroso nascono da complicazioni che in realtà tali non sono (i due sono vicini di casa) o da impedimenti mai esplorati fino in fondo (le reciproche carriere sono a un punto di svolta). Insomma, se già il finale è annunciato persino dalla locandina, non c’è nulla, nemmeno per un attimo, che possa effettivamente minare il rapporto tra i protagonisti, e i tentativi di aprirsi a delle sottotrame sono sostanzialmente blandi. Tutto è estremamente lineare che potrebbe essere piatto se non fosse per una questione di stile.
… e quelli di forza
Entergalactic, infatti, è uno di quei film in cui la forma prevale sul contenuto. Un po’ come quelle opere d’autore in cui la trama è esilissima e ciononostante non riusciresti ad annoiarti, come in Un sogno chiamato Florida o quasi tutti i film del succitato Linklater. E questo perché a volte non è tanto importante quel che hai da dire, ma il modo in cui lo dici. Lo stile grafico di Entergalactic ricorda quello di un Arcane spogliato della tragedia. Con le sue pennellate madide di colore vibrante, si muove a metà tra Spider-Man – Un nuovo universo e un videoclip dei Gorillaz, e non a caso abbiamo tirato in ballo la musica dal momento che la colonna sonora scandisce il ritmo della narrazione come di solito soltanto nei musical accade. Il racconto è frammentato in una serie di intermezzi sonori, gag e siparietti in cui sembra che niente avvenga e nulla abbiano a che vedere con il plot principale, eppure lo sostengono e lo rafforzano, perché sono a loro volta farciti d’ironia e trovate visive interessanti. Come le volte in cui Mr. Rager, il personaggio che Jabari ha disseminato sui muri di New York, si anima e fa da contrappunto comico alla vita del suo autore.
C’è poi quest’altro aspetto, che riguarda lo stile del film, per cui quando uno dei personaggi comincia a raccontare un ricordo o un aneddoto, il cartoon cambia fattezze. Per esempio, Karina rivela cos’è successo a un appuntamento in un ristorante giapponese, ed Entergalactic assume le sembianze di un anime. Questi sketch sono i momenti migliori del film – ce n’è uno in cui Ky tenta di dissuadere Jabari dall’intraprendere una relazione seria che è uno dei passaggi più spassosi di tutti – e riassumono bene i motivi per cui varrebbe la pena guardarlo: lo humour e la qualità dell’animazione. Entergalactic è il film che piacerà ai fan di MTV, dell’animazione d’essai, agli amanti dei videoclip, della musica urban, dei fumetti e dei cinecomic; e per coloro che non hanno cognizione di tutte queste cose, sedetevi, guardate e ascoltate. Lo consiglia anche la critica.
Andrea Vitale