“Tutta la stanchezza del mondo”: un viaggio ironico tra le fatiche quotidiane  

C’è una stanchezza che va oltre le occhiaie al mattino, il caffè ormai freddo sulla scrivania e quel sospiro che scappa quando ci si rende conto che il weekend è finito troppo presto. Tutta la stanchezza del mondo di Enrica Tesio (Bompiani, 2022) non è solo un titolo accattivante, ma un rifugio ironico e profondo in cui il lettore si perde, o meglio, si ritrova, tra le pieghe della propria fatica quotidiana.

L’autrice, attraverso una narrazione sincera e aperta, diventa la voce di coloro che, alla domanda “come va?”, rispondono ancora innocentemente con un “sono stanco”, “esaurito”. È come se la stanchezza fosse ormai una condizione comune e accettata, il prezzo da pagare per una vita vissuta intensamente. Tuttavia, questa narrazione non si limita a descrivere la fatica fisica e mentale, ma esplora anche le cause profonde di questo malessere collettivo, come le pressioni sociali, le aspettative personali e le dinamiche lavorative stressanti, e invita i lettori a riflettere su come le nostre vite frenetiche ci abbiano portato a un livello di esaurimento che non possiamo più ignorare, suggerendo la necessità di un cambiamento radicale nel nostro approccio alla vita quotidiana.

Tesio, con la sua penna arguta e brillante, ci conduce per mano attraverso un viaggio che, a prima vista, sembra essere fatto di piccoli episodi comuni, di quelli che si vivono senza darci troppo peso: un figlio che non vuole andare a scuola, una riunione di lavoro che potrebbe essere evitata, un partner che ti ama ma forse non sempre ti capisce. Ma è proprio in questi dettagli che l’autrice sa scavare, rivelando l’epica moderna che si nasconde dietro ogni respiro affannato.

La stanchezza, in questo romanzo, diventa quasi un personaggio a sé, un’entità che si insinua in ogni angolo delle vite dei protagonisti. È una stanchezza che non è solo fisica, ma emotiva, sociale, esistenziale. La protagonista, che potrebbe essere ognuno di noi, si muove tra le pagine come una funambola, cercando di mantenere l’equilibrio su un filo fatto di responsabilità, sogni infranti e speranze da tenere ancora vive.

Il libro prende forma attraverso un racconto che si ispira alle celebri dodici fatiche di Ercole, trasportandole nella realtà quotidiana di ognuno di noi. Queste sfide giornaliere sono quelle che, nonostante ci facciano sentire sull’orlo di mollare tutto, ci vedono comunque andare avanti. Tesio racconta queste esperienze con una vena di umorismo e una sensibilità che rendono il libro una lettura piacevole e allo stesso tempo profonda.

Ma attenzione, non aspettatevi un libro deprimente o eccessivamente serio. Tesio ha l’incredibile capacità di trasformare la quotidianità in un’avventura tragicomica, con un linguaggio che è al contempo semplice e poetico, colto ma mai arrogante. Ogni pagina è un piccolo gioiello di osservazione sociale, condito da quel pizzico di sarcasmo che non guasta mai. La sua è un’ironia affettuosa, che sorride della vita senza mai sminuirla, che ci invita a fare altrettanto.

La trama

L’11 febbraio 2013, Papa Benedetto XVI annunciò la sua rinuncia al pontificato, citando come motivo la stanchezza. Non una malattia, né una crisi spirituale, ma pura e semplice fatica. Questo evento, sorprendente per molti, diventa per Tesio il punto di partenza per un’introspezione personale sulle proprie stanchezze accumulate negli anni. Da madre, scrittrice e donna impegnata in molteplici ruoli, l’autrice rievoca le fatiche del quotidiano: la gestione della casa, soprattutto durante la pandemia, il lavoro, l’educazione dei figli, e l’eterna ricerca della felicità. A tutto questo si aggiunge la fatica di crescere, di comunicare con gli altri e di mantenere relazioni di coppia sane.

In Tutta la stanchezza del mondo, l’autrice ci ricorda che la stanchezza è un segno dei tempi, ma anche una prova del fatto che stiamo vivendo, amando, lottando. È come se ci dicesse: “Se sei stanco, vuol dire che ci sei dentro fino al collo”. Ed è proprio questo a rendere il libro irresistibile. Si finisce per riconoscersi nei personaggi, per annuire ad ogni riflessione, per sorridere delle disavventure, e per sentirsi meno soli nella propria stanchezza.

La stanchezza come specchio del quotidiano

Con la narrazione delle sue dodici fatiche, Enrica Tesio ci offre uno specchio in cui riflettere noi stessi. Pur non presentandosi come un manuale di autoaiuto, il libro riesce a toccare corde profonde, delineando i tratti di una vita non lineare, come in fondo lo sono tutte le nostre vite. Tesio esplora con delicatezza e umorismo le insicurezze, le fragilità e le ansie che caratterizzano la vita moderna, portando alla luce quegli aspetti dell’esistenza che spesso cerchiamo di ignorare.

La scrittura di Tesio è fluida, piacevole, a tratti irresistibile. Ogni capitolo scorre via veloce, come un bicchiere d’acqua fresca in una giornata afosa, ma lascia il retrogusto di una riflessione che persiste. E quando arrivi all’ultima pagina, ti rendi conto che quel peso che sentivi sulle spalle è un po’ più leggero. Non perché la stanchezza sia sparita, ma perché ora la capisci meglio e, chissà, forse la accetti anche un po’ di più.

In un’epoca in cui sembra che tutto debba essere sempre perfetto, in cui la fatica è spesso vista come una debolezza da nascondere, Tutta la stanchezza del mondo è un inno alla normalità, alla bellezza del non essere sempre al top, alla necessità di fermarsi, respirare e magari anche prendersi una pausa. Non è un libro che offre soluzioni, ma uno che accompagna il lettore con affetto e sincerità, come farebbe un amico fidato.

Se state cercando un romanzo che vi faccia ridere, riflettere e, perché no, anche piangere un po’, Tutta la stanchezza del mondo è il libro che fa per voi. Enrica Tesio ha saputo trasformare un tema universale e apparentemente banale in un capolavoro di empatia e ironia. E se, dopo averlo letto, vi sentirete ancora stanchi, beh, almeno avrete fatto un bel viaggio in compagnia di una penna brillante e di una storia che sa di vita vera.

Quindi, non ci resta che dirvi: stanchi sì, ma con un buon libro in mano. Perché, alla fine, la stanchezza può essere un’ottima scusa per concedersi un po’ di tempo per sé stessi, magari in compagnia di Enrica Tesio.

Anna Chiara Stellato

Giovane napoletana laureata in lettere, da sempre innamorata della sua città, del dialetto e della storia di Napoli. Lettrice compulsiva, appassionata di cinema d’autore e di serie tv. Sorrido spesso, parlo poco e non amo chi urla.

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