La Rivista

Grado Zero è una rivista culturale online, nata dall’incontro di menti giovani.

Il nome, rubato a Roland BarthesIl grado zero della scrittura -, vuole indicare il punto di partenza da cui la rivista intende muoversi. Il grado zero, per Barthes, era la condizione «dove i caratteri sociali o mitici di un linguaggio si annullano a vantaggio di uno stato neutro o inerte della forma». È in questo stato inerte che la cultura si trova oggi. E da questo stato si deve ripartire per ricostruire una cultura.

Su ispirazione delle riviste novecentesche, Grado Zero rifiuta la tendenza accademica a ignorare le novità in ambito culturale. Prende invece come compito proprio lo sguardo contemporaneo al passato e al presente, un’apertura alle innovazioni, alle potenzialità dei nuovi supporti e dei nuovi contenuti. Grado Zero ritiene che il presente e la sua cultura – terribilmente diversa da quella di un paio di decenni fa – abbia necessità di uno spazio più ampio per essere conosciuta e studiata al pari di quella passata. In questo senso la cultura rappresenta un portale per conoscere meglio ciò che eravamo e ciò che siamo diventati.

Apre inoltre all’interdisciplinarità, al dialogo, alla diffusione di idee e al dibattito. La cultura non è rinchiusa fra le mura di una gabbia dorata: ogni disciplina, ogni forma di conoscenza, è legata alle altre con numerosi fili, come a formare una grandiosa ragnatela. E in questa ragnatela c’è spazio per idee controverse, per i diversi pareri, per sguardi portati da punti di vista differenti. In questo modo la visione d’insieme potrà essere più completa.

Di fianco a ciò, la rivista si pone con interesse nei confronti della politica, delle tecnologie e di ciò che riguarda l’Uomo, con la convinzione che cultura e società siano interconnessi, laddove quella scrittura di Barthes è proprio l’anello di congiunzione che li lega.

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